Vallanzasca-Gli Angeli del Male

Voto 7. Premessa: la recensione riguarderà soltanto il film e non la vita di Renato Vallanzasca. Non si sa mai esca fuori qualche critica negativa e mi tocchi far poi la fine dell’idraulico Bruno, che ha dato il suo numero di telefono n diretta radio, dopo aver criticato Vallanzasca, ed è stato subito rintracciato dal bandito.
Ma passiamo al film di Michele Placido
con Kim Rossi Stuart: Vallanzasca-Gli Angeli del Male.
In primis eccezionale la prova dell’attore romano che si cimenta nella parlata milanese, riuscendoci egregiamente. La bravura di Kim Rossi Stuart è comunque risaputa, Kim è un attore che si vede poco al cinema, non fa come molti attori italiani che accettano qualsiasi parte (vedi “l’Ultimo” Raul Bova), ma sceglie con cura quella a lui più congeniale. Non è un caso appunto che scelga di recitare la parte di Renato Vallanzasca, personaggio forte e molto caratteristico. Kim Rossi Stuart parteciperà anche alla stesura della sceneggiatura del film.
Un applauso va fatto anche a Michele Placido, l’unico regista italiano, a portare un po’ di movimento e di azione al nostro cinema. Per la prima volta sugli schermi nostrani avremo inseguimenti quasi mozzafiato, e ci si avvicinerà perlomeno a quello che può definirsi un crime-thriller.
Sulla “testa” di Placido per mesi prima dell’uscita del film, son gravati due punti interrogativi: il primo riguardava la possibile somiglianza tra Romanzo Criminale e Vallanzasca-Gli Angeli del Male. Su questo punto ci sentiamo di dire che i due film son meno simili di quanto si pensi. In Romanzo Criminale abbiamo tanti protagonisti, tutti ben caratterizzati, tutti hanno la loro forza e il loro tempo all’interno del film. In Vallanzasca-Gli Angeli del male, il personaggio unico a tutto tondo è appunto Vallanzasca, gli altri non sono che un mero contorno, paragonabili al Bufalo o al Nero di Romanzo Criminale, niente più.
Romanzo criminale ci viene mostrato come una storia con un suo svolgimento: inizio, parte centrale, fine. Vallanzasca-Gli Angeli del male, invece essendo un’autobiografia, è un film che né inizia né finisce. Siamo catapultati al centro della vita di Renato, nell’età sua migliore, e lì rimaniamo intrappolati tra le sue ascese e discese (fuori carcere pieno di soldi-dentro carcere pieno di lividi).
Un punto in comune tra i due film di Placido, si ha all’inizio di entrambi i film, e riguarda la rappresentazione dell’infanzia dei protagonisti. Le due storie criminali avranno le radici nella loro adolescenza difficile e ciò ci viene mostrato dal regista, facendoci vedere dei ragazzini che cominciano a compiere delle marachelle (per essere buoni).
Un altro punto simile deriva dagli antagonisti e la loro debolezza. I veri antagonisti di entrambi i film sono i protagonisti e le loro debolezze. Pagano cara non la forza degli altri, ma la loro voglia di potere, di vittoria e di conquista.
Il secondo punto interrogativo scaturisce dalla rappresentazione che ne viene data da Placido, di Vallanzasca. Se lo si rappresenterà appunto come un eroe o come il sanguinario criminale che è stato nella sua vita.
Questo è stato il punto più criticato, tanto che Placido per evitare altre polemiche ha deciso di far passare il proprio film fuori concorso al Festival di Venezia.
Vallanzasca eroe o criminale? La definizione più corretta ci viene data da una frase dello stesso film: “Io non sono cattivo, ho soltanto il lato oscuro un po' pronunciato”. Questo è quello che ci viene rappresentato sullo schermo. Se dovessimo schierarci con qualcuno nel film, ci schiereremmo con Vallanzasca senza dubbio(forse non lo avremmo fatto ai tempi nella realtà). Quasi quasi siamo commossi alla morte dei nostri amici banditi nella rapina in centro o al posto di blocco, quasi quasi alla fine del film ci viene da dire: “ Che bella vita quella di Renato, almeno ha vissuto veramente, tante botte ma anche tanta adrenalina, tanta azione, tanti divertimenti!!”


Trama: 1985. Vallanzasca Renato, matricola 38529H, nato a Milano il quattro maggio 1950, è rinchiuso in una cella di isolamento nel braccio di rigore della casa circondariale di Ariano Irpino. La sua propensione per il crimine si era rivelata sin da bambino quando, a nove anni, con la sua piccola banda libera una tigre da un circo. Così piccolo, ha già la stoffa del leader. Gli altri ragazzini, Enzo, Giorgio e Antonella, la "sorellina" venuta da Napoli, pendono dalle sue labbra. E quella prima ragazzata, che gli apre le porte del carcere minorile, segnerà la sua strada per sempre. Una volta uscito, dai piccoli furti nel quartiere passerà in rapida escalation alle rapine, ai sequestri di persona, agli omicidi. Renato Vallanzasca diventa "il boss della Comasina" (Fonte: Coming soon)

Commenti

  1. Ciao,
    ho visto il tuo logo sul nostro blog e sono venuto a trovarti/vi...ho scelto di esordire su un post di un film italiano perchè mi piace parlare del nostro cinema, sempre più vittima di se stesso e di alcuni stereotipi che gli vengono appioppati...su Vallanzasca credo che il paragone con Romanzo criminale si riferisca d una certa idea di cinema che coniuga impegno e spettacolo, analisi ed immagine, idee e botteghino..insomma qualcosa di molto vicino a quello che si faceva nella New Hollywood degli anni 70..l'interpretazione di K RS è superlativa..secondo chi scrive la sua prova più matura

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  2. Grazie per la visita, bello il vostro blog! Ho letto la vostra recensione su Vallanzasca-Gli angeli del male e credo che anche per voi il giudizio finale sia stato più che positivo. Almeno per una delle poche volte un film Italiano che non sia una commedia di tradimenti

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