Voto 5,5. La parte migliore di un thriller si sa è l'epilogo, la fase finale. Soprattutto nei libri thriller piuttosto che nei film, in cui alla conclusione si arriva dopo aver letto 300 pagine. Una volta arrivati alla fine ci si aspetta il colpo di scena, ci si aspetta la chiusura del cerchio, l'ultimo tassello del puzzle che viene rimesso al posto giusto.
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A L'Alfabetista, romanzo di Torsten Petterson (ennessimo scrittore scandinavo a dilettarsi nella scrittura thriller), ciò che più delude invece è proprio la fine della storia. Dopo un racconto ben costruito, con molti tasselli che vengono incastonati nel modo giusto, ci troviamo di fronte ad un epilogo poco sconvolgente, che non ci fa rimanere a bocca aperta. Colui che dovrebbe essere uno dei personaggi principali della storia: il serial killer, nel libro rinominato "il Cacciatore", scopriamo essere alla fine un personaggio quasi campato per aria, messo lì per chiudere la storia nel modo ritenuto più giusto, senza mai dare al lettore un minimo indizio che possa ricondurre a questo personaggio, veramente poco ma molto poco evidenziato.
Meglio sarebbe stato se la storia fosse chiusa con un punto interrogativo, chiuderla poco prima di svelare il vero "volto" del Cacciatore, e rimandare tutto ciò al secondo libro, di sicura uscita in quanto si tratta di una trilogia. A chiusura della storia infatti, una lettera minatoria raggiunge il protagonista poliziotto Harald...
Finale a parte, A L'Alfabetista è un thriller ben costruito, che parte subito dal vivo delle indagini. Una ragazza infatti è stata uccisa in modo brutale. Ritrovata nuda senza occhi e con una A incisa sulla pancia.
Le indagini degli investigatori vengono svolte in modo originale ma anche un poco confusionario. Senza stabilire chi parli, tutti gli inquirenti dicono la loro su come potrebbe essere andato l'omicidio, cosa abbia spinto il Cacciatore, come si muove, chi potrebbe essere...
Oltre la parte più "gialla" fatte di indagini e immedesimazioni di Harald con l'assassino, con racconto in prima persona, A L'Alfabetista da voce anche alle vittime, le quali sottoforma di diario raccontano la loro storia.
Quindi non solo il serial killer e il poliziotto in primo piano come accade di solito, ma anche le vittime. Nella lettura di quei racconti, ci isoliamo dalla storia principale e viviamo insieme ai protagonisti (che raccontano in prima persona) le loro vite. Questi racconti sembrano abbastanza simili e si rivolgono chiaramente a qualcuno, ma non si sa appunto chi sia... questo sarà l'aspetto più bello di tutto il romanzo.
Trama. Nella cittadina finlandese di Forshälla la vita scorre lenta e tranquilla. Fino al giorno in cui in un parco pubblico viene ritrovato il cadavere di una donna. L’assassino l’ha strangolata, le ha cavato gli occhi e le ha inciso sulla pancia una lettera, una A. Tutti i sospetti si concentrano sul fidanzato della vittima, ma ciò non impedisce la sorprendente scoperta, a distanza di qualche tempo, di altri corpi, anch’essi senza occhi e con una lettera incisa sulla pancia. Cosa significano quelle lettere? Chi vuole la morte di persone apparentemente molto diverse tra loro? Per risolvere il caso, l’ispettore Lindmark dovrà entrare nella mente dell’assassino e seguirlo nei labirinti oscuri della perversione: un gioco destinato a insinuare nella sua esistenza l’ombra inquietante del dubbio…
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