Voto 9. Magnolia è un film diretto e sceneggiato da Paul Thomas Anderson, autore già di “Boogie Nights” e “Ubriaco d’Amore”. È un film uscito in sala nel 1999 e classificabile nel genere drammatico.
Il film è stato successivamente candidato a tre nomination ai premi Oscar: per Tom Cruise come attore non protagonista ( che per questo ruolo ha vinto il Golden Globe), per la canzone “Save me” di Aimee Mann e per la sceneggiatura originale.
Anche se in corsa per tre nomination il film esce, dunque, dagli Oscar a mani vuote, potendosi consolare comunque con l’Orso d’oro per il Miglior Film al Festival di Berlino.
Si tratta di un film abbastanza particolare, scomponibile in differenti storie ciascuna con il suo protagonista. Ciò va a spiegare la durata abbastanza lunga. Il film dura infatti 188 minuti, durata utilizzata più che altro dai grandi kolossal, indispensabile per sanare e compensare le enormi spese (ad es. costumi, comparse, scenografie, ecc.) da essi sostenute.
In questo film la durata non serve sicuramente in questo senso, in quanto il film è ambientato ai giorni nostri e i personaggi sono sempre gli stessi, anche se il cast degli attori è di tutto rispetto. Utilizzare in effetti un attore come Tom Cruise, sicura icona di guadagno ai botteghini, come attore non unico e non protagonista, dandogli lo stesso tempo che spetta agli altri attori è una scelta coraggiosa e diversa dal solito.
La durata è dunque giustificabile ai fini del racconto più o meno esaustivo e completo delle varie storie, anche se a volte sembrano dipanarsi su un ritmo abbastanza lento che potrebbero scoraggiare gli spettatori alla sua visione totale.
Le storie trattate sono tutte drammatiche e con il passare del tempo l’intento del regista è far si che le vicende tendano a sfiorarsi ed intrecciarsi, mettendo a contatto i protagonisti prima di allora quasi isolati o meglio introspettivi.
Il film è suddivisibile in tre parti. Ognuna di queste tre parti ci viene presentata da un “titolo”. In realtà a dire il vero le scritte che ci appaiono prima di ogni parte, tutto possono sembrare tranne che un titolo. Si tratta, in effetti, di indicazioni sulle condizioni meteorologiche sulla città. Se si va più a fondo e se si collegano queste indicazioni con la parte e i personaggi che presentano, si può capire come queste indicazioni meteorologiche non siano altro che metafore della vita e delle condizioni fisiche e psicologiche dei protagonisti del film.
Nella parabola discendente dei vari personaggi, "parzialmente nuvoloso" è il primo “titolo” dove tutti i problemi sono ancora nascosti dietro il velo del tempo e del rimpianto da cancellare.
"Leggera pioggia" dove tutti questi problemi emergono e travolgono tutti con la foga di un passato che si vorrebbe dimenticare ma che immancabilmente ritornerà.
Infine col "sereno, brezze notturne", in cui si ha una nuova consapevolezza dei personaggi che per una volta nel film sono tutti ben decisi e determinati nel fare qualcosa e che si conclude con la biblica pioggia, il pianto liberatorio dei vari personaggi e la riappacificazione con gli altri e con sè stessi soprattutto, con un finale pieno di ottimismo in cui persino la "distrutta" Claudia ci regala un sorriso e ci fa ben sperare per il futuro.
Ancor prima di queste scritte c’è la presentazione dei protagonisti del film “Magnolia”.
Si tratta di rapide sequenze di montaggio in cui ci appaiono uno per volta i personaggi, molti dei quali sono all’interno della tv. Il rapporto con la tv è, infatti, un altro elemento ridondante all’interno del film. Quasi tutti i personaggi c’entrano qualcosa con essa. Ci sono infatti, presentatori tv in ascesa, presentatori tv sulla via del tramonto, ex-presentatori tv, mogli presentatori, figli e figlie presentatori, pseudo-fidanzati figlie presentatori, geni in trasmissioni di quiz, ex-geni presentatori tv, genitori dei geni tv.
Oltre al loro rapporto trasversale con la tv, i protagonisti hanno sulle loro spalle il peso del passato. Quest’ultimo è per tutti abbastanza nefasto, è un passato che condiziona la loro vita presente, obiettivo dunque della loro vita è quella di entrare in un futuro più roseo in cui si possa perdonare o almeno dimenticare il passato.
Oggetto di valore del loro contendere, in un ipotetico schema narrativo canonico di Greimas, è per tutti loro il raggiungimento di una maturità in cui si entri in possesso della qualità del perdono. Il loro obiettivo è vincere contro quel passato che per tutti è stato cattivo, sia per vittime che per carnefici.
In questo senso, il finale, come vedremo, si concluderà per tutti o quasi, in maniera positiva. Il riassunto di ciò ci viene dall’inquadratura finale di Claudia, che guardando fisso in camera ci fa un sorriso. Lei, proprio lei, donna che per tutto il film non ha mai sorriso o se l’ha fatto si è trattato di risate isteriche. Questo finale ci porta in effetti, nel rasseneramento completo del cielo, nella comparsa di un sole pallido ma che in futuro portebbe divenire caldo, così come il rapporto fra Claudia e Jim il poliziotto.
Inframmezzata a ciò c’è la morale che l'autore decide di proporci esplicitamente nelle parole del vecchio Partridge morente che ci dice di non temere il rimpianto, anzi di cercarlo, perchè non si può sfuggire al passato , e solo essendone consapevoli si può pensare al futuro con ottimismo; ed alle parole del poliziotto che ci dice che nella vita bisogna giudicare, molti meritano la condanna e sicuramente, in questa o in un'altra vita, la riceveranno, ma molti altri invece meritano solo il perdono ed è proprio questa distinzione che rende una vita giusta ed una sprecata!
Trama.
Un giorno qualunque a San Ferdinando Valley, nella California del sud. Earl Partridge è anziano e in fin di vita nel letto di casa. Tra delirio e lucidità, esprime il desiderio di rivedere dopo anni il figlio Frank (Tom Cruise), che ha seguito le orme del padre nell'ambiente della televisione, sia pure con tutt'altro stile. Frank è un predicatore televisivo, dà lezioni di seduzione, è una sorta di Cattivo Ragazzo pieno di fascino. Phil (Philip Seymour Hoffman), l'infermiere di Earl, rimane emotivamente coinvolto, tenta ogni possibile strada per far riavvicinare il suo assistito a Frank e arrivare ad una riconciliazione tra padre e figlio. Anche Linda (Julianne Moore), la giovane moglie di Earl, dopo essersi sposata esclusivamente per interesse, sente di essere innamorata del marito. Caduta in preda al rimorso, si imbottisce di psicofarmaci, mentre nevroticamente cerca di correggere gli errori commessi, prima di ripresentarsi al capezzale del marito. La situazione di Earl arriva a conoscenza di Jimmy Gator, conduttore del popolare quiz televisivo "What do kids know?". Affermatosi come figura di uomo integerrimo, Jimmy ha un male incurabile, sente vicina la resa dei conti e capisce di avere poco tempo per riuscire a fare pace con i propri rimorsi. Stanley, il bambino protagonista del quiz, ad un certo punto rinuncia a rispondere per ribellarsi al padre, che lo costringe a vincere per rivalsa personale. In questa situazione si riconosce Donnie (William H. Macy), che da giovane era stato un genio dei giochi ed ora nessuno conosce più. Donnie passa le giornate al bar, poi mette in atto un furto di denaro nella ditta dove lavorava, ma, preso dal rimorso, porta indietro il bottino. Jim, agente di polizia, vive solo ma vorrebbe aiutare gli altri. Quando si trova a perquisire l'appartamento di Claudia, figlia di Jimmy, tra i due scatta una scintilla. Al termine dell'intervista con una giornalista, Frank accetta di andare dal padre. Di fronte a lui morente, Frank gli rinfaccia tutto il male che gli ha fatto. Intanto una pioggia di rane morte comincia a cadere sulla città, ricoprendo strade e marciapiedi. Jim dice tra sé: "Ho amore da offrire. Che cosa possiamo perdonare? E' la parte più difficile". Poi torna da Claudia, che sorride verso la m.d.p.
USCITA CINEMA: 17/03/2000
REGIA: Paul Thomas Anderson
SCENEGGIATURA: Paul Thomas Anderson
ATTORI: Jason Robards, Tom Cruise, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Melora Walters, John C. Reilly, Emmanuel Johnson, William H. Macy, Melinda Dillon, Michael Bowen, Jeremy Blackman, Philip Baker Hall
Grande film, ottima recensione
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