Voto 8,5. Che Fitzek fosse un'abile scrittore di thriller, o meglio psychothriller, si era già capito al suo esordio con La terapia. Che Fitzek fosse ormai un maestro dei cosiddetti libri gialli, lo si è dedotto con il suo Il ladro di anime. La difficoltà per un'artista non sta tanto nel creare un capolavoro (molto spesso accade infatti, anche nel campo musicale) che qualcuno riesca a creare un grande successo e che il suo nome venga alla ribalta in campo nazionale ed internazionale. Il problema maggiore per chiunque lavora nel campo della arte-cultura è quello di riuscire a rimanere sulla cresta del successo e continuare a produrre opere interessanti, se non grandi capolavori.
Tutta questa premessa retorica, è volta a sottolineare come Sebastian Fitzek, al suo quinto libro è riuscito ancora una volta a produrre un romanzo davvero interessante, che per gli amanti dei thriller vale la pena di essere letto.
Il gioco degli occhi si rivela, infatti, un thriller ancora una volta sconvolgente ma che coinvolge (scusate il gioco di parole) dalla prima all'ultima pagina il lettore.
Già la numerazione dei capitoli al contrario desta una grande curiosità, in cui l'epilogo è situato in apertura con il protagonista che invita noi lettori, ad astenersi dalla lettura delle seguenti pagine. (Ci sono storie che, come spirali morta, affondano incessantemente i loro uncini corrosi nella profondità della coscienza di chi le ascolta. Io le chiamo “moto perpetuo”. Storie che non sono mai state cominciate e che mai finiranno, perché parlano della morte eterna.
A volte vengono raccontate da irresponsabili che amano suscitare il terrore negli occhi altrui e che assaporano gli incubi da cui costoro verranno assaliti quando di notte, soli nel loro letto, fisseranno il soffitto senza potersi addormentare.Talvolta, questo moto perpetuo si nasconde tra le pagine di un libro: in quel caso ci si può mettere in salvo solo chiudendolo. Vorrei darvi un consiglio: non leggete oltre!)
Logico ammettere che io sono stato un ragazzo coraggioso, e che sono andato oltre cominciando a leggere la storia che Fitzek ci ha proposto.
L'incipit ci viene raccontato da Fitzek, attraverso le parole di uno dei protagonisti de Il gioco degli occhi: Alexander Zorbach, un ex-poliziotto, divenuto giornalista di cronaca nera. Il suo cambio di mestiere è dovuto all'uccisione di una donna, rea di aver rapito diversi bambini nel tempo, Zorbach non si capacita ancora della sua morte.
Nel suo nuovo lavoro, Zorbach incapperà nel cosiddetto Collezionista di occhi, un sadico serial killer che gioca al gioco più vecchio del mondo: Nascondino.
Al momento del racconto il Collezionista è già in opera da un pò, avendo già mietuto diverse vittime. L'ultimo suo gioco vede coinvolto Tobias, un bambino di 9 anni.
Il gioco e le regole dello stesso sono molto semplici: il Collezionista rapisce un bambino, dopo aver ucciso sua madre, e dà al padre famiglia 45 ore di tempo per trovare il nascondiglio dove è nascosto il piccolo, scaduto il termine il bambino morirà e gli verrà asportato un occhio.
Elemento importantissimo di tutta la storia sarà la co-protagonista Alina, che metterà un pò di luce sul caso. Strano dirlo ma a far aprire gli occhi a Zorbach sarà una non vedente, che dice di saper vedere nel passato delle persone solamente toccandole.
Ad indagare sul caso saranno due ex-colleghi di Zorbach, il quale ad un tratto si troverà ad essere altamente coinvolto nel caso e forse non si potrà più tirare indietro dal maledetto gioco....
Il gioco degli occhi è un thriller costruito fantasticamente da Fitzek, ogni capitolo lascia un punto interrogativo, che spinge il lettore al capitolo successivo.
La logica che spinge il "cattivo" è simile a quella del celebre enigmista Saw. Il libro in alcuni tratti, vedi il primo incontro tra Alina e Zorbach, ricorda La terapia dello stesso Fitzek.
TRAMA: Un pericoloso maniaco, detto il Collezionista di occhi, rapisce i bambini e li nasconde dopo averne ucciso la madre. Il padre ha quarantacinque ore di tempo a disposizione per scoprire il nascondiglio. Questo è il gioco. Quando l’ultimatum scade, la vittima muore. Ma l’orrore non finisce qui, perché al cadavere del bambino manca sempre un occhio. Oltre che per la squadra omicidi, il Collezionista è anche l’ossessione di Alexander Zorbach, un ex poliziotto diventato cronista di nera, che segue sin dall’inizio per conto del giornale le folli bravate del killer e che ben presto si rende conto di essere diventato una pedina importante in un duello mortale. Ma il Collezionista di occhi è astuto, non ha mai lasciato tracce fino a quando, improvvisamente, compare una testimone misteriosa: Alina Gregoriev, una giovane fisioterapista cieca che si presenta a Zorbach sostenendo di poter vedere nel passato delle persone attraverso il semplice contatto fisico. E forse il suo ultimo paziente è stato proprio il Collezionista…
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