Dal 14 febbraio è in libreria il nuovo romanzo di Gianluca Arrighi, intitolato: Vincolo di sangue, edito da Baldini Castoldi Dalai editore.
Il libro parla di un caso realmente accaduto in Italia, che all'epoca sconvolse il nostro paese.
Il caso in questione è quello di Rosalia Quartararo, che uccise la giovane figlia per motivi sentimentali.
I casi di cronaca invadono sempre più le nostre vite, grazie o per colpa delle tv e dei giornali, che danno notevole attenzione mediatica a morti violente. Tanto più il caso è complicato, maggiore sarà l'attenzione.
Si pensi ai casi di Cogne, Erba, Novi Ligure, Garlasco, Avetrana, e molti altri ancora. Luoghi e persone che non riusciranno più a estraniarsi dal caso, mostri e vittime che rimarranno impressi nelle memorie della massa.
Nonostante il numero di romanzi thriller è in costante crescita, quello che terrorizza di più è sempre la realtà.
I casi reali nella loro crudezza e violenza credo spaventino maggiormente il lettore, rispetto a morti stratosferiche ma inventate.
Il caso che viene trattato da Gianluca Arrighi è veramente forte. Credo che neanche il più spietato degli scrittori possa essere capace di architettare ed inscenare l'omicidio di una madre nei confronti di una figlia. Ad aggravare la situazione ci sono le opere di messa in scena dell'assassina, con le relative conseguenze.
"A un certo momento, mentre eravamo sole in casa, io e mia figlia
abbiamo litigato per quell' uomo che aveva appena trascorso la notte con
lei" Corriere della sera
Ad approfondire in maniera scrupolosa l'argomento è appunto lo scrittore-avvocato romano.
Ecco la trama.
Nel 1993 l'Italia fu sconvolta da un caso di omicidio familiare senza
precedenti: Rosalia Quartararo uccise la figlia diciottenne e ne occultò
il cadavere in una roggia della Bassa lodigiana. Per gli inquirenti il
movente fu passionale: la donna si sarebbe innamorata del fidanzato
della giovane e, in preda a un furioso attacco di gelosia, avrebbe
eliminato la "rivale" con ferocia inaudita. Rosalia fu condannata
all'ergastolo e inserita nei trattati di criminologia tra le assassine
più spietate. Per cancellare l'etichetta di mostro attribuitale dai
media, Gianluca Arrighi ne ha ricostruito la complessa vicenda
processuale cercando di rispondere a una domanda cruciale: cosa scatta
nella mente di una madre che uccide la figlia? Con una prosa secca e
incisiva Arrighi accompagna il lettore nella difficile esistenza di
Rosalia, tra Palermo e Milano, costellata di drammi e violenze,
fornendoci uno spaccato della vita carceraria femminile, segnata dai
soprusi e dall'indelebile marchio d'infamia che bolla le detenute
figlicide. Questo doloroso viaggio ci obbliga a fare i conti con la
sofferenza di una donna che in vent'anni di reclusione è morta giorno
dopo giorno schiacciata da strazianti sensi di colpa, ma che è tuttavia
riuscita a trovare una speranza e una possibilità di redenzione in un
luogo dove vige una legge primordiale e inviolabile: quella del vincolo
di sangue.
L'autore del libro è appunto Gianluca Arrighi, avvoicato penalista che nasce a Roma il 3 ottobre del 1972, è sposato e ha due figlie.
Nel 2009 Arrighi esordisce come scrittore con la crime novel Crimina romana, i cui diritti sono già stati ceduti per realizzare una fiction tv.
Tra il 2010 e il 2011 Arrighi scrive diversi racconti noir per alcune note testate online.
I racconti riscuotono sul web un successo straordinario e appassionano milioni di lettori.
Io ho già letto i racconti (se volete potete leggere le recensioni nel prossimo post), ora tocca a voi!!
mi sembra un titolo interessante
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