Voto 5. Dopo la bella iniziativa
dell’e-book gratis per i blogger thriller, la Marsilio tempo fa ha indetto
un’altra bella iniziativa legata sempre al mondo dei blog e dei thriller.
Il nuovo progetto è stato quello
di creare un gruppo di lettura on line, in cui i vari lettori dovevano
presentare il loro punto di vista sul libro selezionato.
Ovviamente il libro era identico
per tutti, ed era La verità del serpente di Gianni Farinetti.
Il libro è stato diviso in tre
parti, scandendo i punti cruciali del racconto. Al termine di ogni percorso, i
partecipanti sollecitati da alcune domande del moderatore, esprimevano il loro punto di vista. Al termine della lettura, si potevano poi rivolgere domande e
chiarimenti, direttamente all’autore.
In questa recensione cercherò di
seguire le tappe fondamentali del
gruppo di lettura, indicando chiaramente il
mio giudizio, ma presentandovi anche le opinioni degli altri lettori, in modo
da dare un quadro più generale e meno soggettivo del romanzo in questione.
Il Male si insinua
Questa è stata la prima tappa del
percorso, volta all’introduzione dei personaggi, della storia e del luogo di
ambientazione.
I personaggi sono presentati
brevemente nella pagina iniziale, a mò di titoli di testa cinematografici; per
poi essere raccontati minuziosamente attraverso le loro parole e comportamenti.
A ben vedere il personaggio che
spicca su tutti è Sebastiano Guarienti, uno sceneggiatore, omosessuale, che si
caratterizza per essere il “buono” della situazione, secondo il mio punto di
vista.
Tra gli altri protagonisti
abbiamo: Lorenza Leonelli, Giorgio Leonelli e Tiziana. Questi tre compongono
una “famiglia moderna”. Giorgio e Tiziana sono infatti separati, entrambi hanno
amanti. La figlia Lorenza gestisce una casa di famiglia, adatta per
l’occorrenza a pensione di lusso.
Si tratta della Leonella, situata
sul Lido di Venezia, luogo quindi abbastanza turistico, soprattutto nel periodo
del Festival del Cinema.
A essere ospitati, oltre a
Sebastiano; sono anche l’avvocato Renata Lequio; due sorelle torinesi: Marisi,
vedova Boffa e Anita; Jurgens e la fidanzata Ramona.
A completare la casa ci sono la
tuttofare Berta, il giardiniere Erminio e suo nipote Sandro.
A dispetto del titolo, dal mio
punto di vista, il Male si insinua davvero poco. O meglio il thriller si
insinua abbastanza poco. Per chi infatti volesse leggere il classico thriller
con omicidi, azione, enigmi, etc. questo romanzo, lo sconsiglierei.
Per tutta questa parte, infatti,
non succede un granchè se non vari pettegolezzi, e cattiverie gratuite,
caratteristiche delle vecchie zitelle.
Farinetti usa una terminologia a
volte sofisticata, e si sofferma molto sulla descrizione turistica e non, di
Venezia. Confesso di non essere rimasto entusiasta di questa prima parte.
Molti degli altri lettori, hanno
invece trovato gradibilissimo l’inizio del romanzo, entusiasti soprattutto
della bella Venezia considerata una vera e propria protagonista, al pari degli
altri personaggi.
Un suicidio perfetto.
Questo il titolo della seconda
parte. Se una persona si irrita nella prima di un romanzo, difficilmente
affronterà con voglia lo svolgimento del racconto. La stessa cosa è capitata a me, continuando
a leggere a sprazzi La verità del serpente, e non con accanimento, come capita
con i thriller più “attraenti”.
Già il titolo farebbe capire
chiaramente come di suicidio non si tratterebbe, quello di Marisi Boffa (tra
l’altro uno dei migliori personaggi). Essendo un libro thriller,
una minima complicazione ci dovrebbe pur essere.
I protagonisti più che sul
suicidio dato abbastanza per scontato, “lottano verbalmente” sulla proprietà e
sul futuro della casa. Il vero intrigo è che la Leonella, Tiziana
(proprietaria) l’abbia venduta a Jurgens, il quale è restio a comprarla.
Riflettendoci sopra, non è
neanche male questa situazione, dando un tocco originale e realistico al
romanzo.
Infatti di norma nei classici
thriller, dopo una morte c’è il commissario che indaga sul fatto, con i
successivi risvolti sul caso.
Il Gruppo di Lettura invece si è focalizzato in questa tappa, sui protagonisti.Ciascuno ha indicato il suo preferito, con le annesse motivazioni.
La verità del serpente
Arriviamo alla fine del libro, in
cui Farinetti fa uso di una terminologia più scorrevole e fluida, risolvendo
finalmente l’enigma della Boffa.
La trovata è buona e plausibile,
ma il finale per me non salva un libro poco thriller.
Sul Blog Marsilio si è discusso se il libro parlasse del male o della sofferenza, ciascun partecipante ha anche detto la sua sul complesso dell'opera, in netto contrasto con il mio giudizio alquanto negativo...
Nell'ultimissima tappa invece è intervenuto l'autore Gianni Farinetti, che ha risposto di proprio pugno alle domande generali che scaturivano durante il gruppo di lettura. Per leggere di più, cliccate
qui...
ottima recensione..molto dettagliata..credevo che fosse un pò meglio il libro
RispondiEliminaSinceramente non mi ha appassionato molto. La parte iniziale troppo concentrata su Venezia ed i suoi protagonisti....
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