Voto 7,5. Un thriller duro, cruento, agghiacciante, con ritmo
incalzante. Una vera e propria partita a scacchi con il lettore, il quale
cercherà di scoprire il killer tra molti personaggi principali, fino al colpo
di scena finale.
Tutto questo è L’ombra
del falco, primo romanzo di Pierluigi
Porazzi.
TRAMA. Alla semplice vista dell'ombra del falco, i piccoli animali che ne sono prede si immobilizzano o scappano terrorizzati. Anche se sono appena nati, già sanno che è un predatore, è un'informazione scritta nel loro DNA. L'ombra di un predatore umano sconvolge una tranquilla cittadina della provincia friulana. In una discarica viene ritrovato il corpo sventrato di una ragazza. Pochi giorni dopo, alla questura arriva una busta, che contiene una lettera e un DVD, con cui l'assassino sfida la polizia, e in particolare l'ex agente Alex Nero, che viene richiamato in servizio per tentare di catturare il serial killer. La strada per arrivare alla soluzione del caso sarà tortuosa e irta di insidie e pericoli, fino alla sconvolgente rivelazione finale.
Quando vedono l’ombra del falco, i piccoli animali che ne sono prede si
immobilizzano o scappano terrorizzati. Anche se sono appena nati e non hanno
idea di cosa sia un falco, sanno che è un predatore, è un’informazione scritta
nel loro dna. E allora possono tentare di fuggire, o immobilizzarsi, sperando
di passare inosservati.
Prima di colpire, anche i predatori umani distendono la loro ombra
sulle vittime. Le individuano, poi le studiano, le seguono. Difficile che
colpiscano a caso, scegliendo la prima persona che incontrano. Ma, a differenza
degli animali, gli esseri umani non hanno più queste informazioni nel loro
codice genetico, o forse non prestano ascolto alle loro sensazioni. E non hanno
scampo.
Ne L’ombra del falco si ritorna alla figura del serial killer spietato
e violento. Un perfetto predatore che caccia meticolosamente la sua preda,
prima di ammazzarla. Un killer che si diverte a sfidare la
polizia.
Il libro si apre subito con una
preda ammazzata, la cui carcassa viene buttata come carne morta tra i rifiuti della
spazzatura. Ci troviamo già dentro il caso.
Restando fermi sul tema animale,
verrebbe da dire che Porazzi mette un sacco di carne al fuoco, presentando
molti personaggi nella parte introduttiva, rischiando di stordire il lettore.
Ciascuno di essi, però, si
rivelerà funzionale alla storia, insinuando dubbi e supposizioni errate, nel
lettore volto alla caccia del serial killer.
Andrea Caputo è un agente scelto senza grandi speranze.
Il commissario Carmine Santoruvo ci viene presentato
invece come un approfittatore sociale, che in cambio di favori e
raccomandazioni chiede prestazioni sessuali a Gisella.
L’ispettore Nicola Scaffidi è un tipo come Santoruvo: raccomandazioni, belle
donne, voglia di lavorare poca.
L’ispettore Cristiano Barone è invece uno attivo. Negli anni ha lavorato sotto
copertura e il lavoro sulla strada è ciò che più gli piace.
Questi primi personaggi
presentati in rapida successione lavorano a stretto contatto, rappresentano la
legge del Nord-Est e per forza di cose saranno coinvolti ad indagare sul caso
in questione.
Coinvolto direttamente dal serial
killer, attraverso dei messaggi, sarà invece Alex Nero: un ex-poliziotto solitario, con un oscuro passato alle
sue spalle. Personaggio a dire il vero abbastanza stereotipato che sa già di
visto, anche se presenterà ottimi spunti nel corso del racconto.
Aristide Gonano invece è il Presidente della Regione del Friuli,
Uomo di potere, che può comprare tutto: voti politici, droga, donne, favori,
alleanze. Il suo motto è Meglio comandare
che fottere.
Erri Martello è un giovane magistrato appena trasferito dalla
Sicilia al Friuli, anch’esso dovrà indagare su quanto accade nel tranquillo Nord-Est.
Il Profeta (nomignolo con il quale viene riconosciuto per strada) è
il classico barbone vagabondo, che grida frasi sconnesse per strada. Anche lui
nel corso del romanzo mostrerà la sua vera forza ed identità.
Capitolo vittime. Si tratta di giovani ragazze che non superano
neanche i 18 anni. Vengono adescate in vari modi dal killer per poi essere
rapite e sottoposte a torture, riprese da una telecamera ben visibile.
La prima è Alessia, una ragazza
di buona famiglia, la cui sparizione fa attirare immediatamente i media sul
caso.
Quando si accorge che l’incubo è la realtà, le sue palpebre si aprono
ancora di più. Dalla bocca esce solo un verso soffocato. Muove lo sguardo come
un animale in gabbia, in cerca di una via d’uscita. Poi lo vede e i suoi occhi
si fermano. Le si ferma anche il respiro.
L’uomo ha il volto coperto da una maschera che raffigura il teschio. (Questo
passo del romanzo non si riferisce alla prima vittima, ma è alquanto
significativo e simbolico nel definire il rapporto vittima-killer)
Il finale è teso e capovolge completamente la situazione. Porazzi è davvero bravo a giocare come un prestigiatore con i suoi personaggi. L'epilogo ricorda vagamente Il silenzo degli Innocenti e lascia i cosiddetti puntini di sospensione.
Lo sfondo di questo romanzo è
l’Italia, tutte le notizie che ormai troneggiano nelle nostre tv. Preti
pedofili; politici accattoni, ricchi e potenti; Grande Fratello; giornalisti
spietati, cinici ed a caccia di scoop; profanazione dei luoghi del delitto;
ragazzine disposte a tutto per apparire in Tv; favori in cambio di
raccomandazioni; lavoro per raccomandazione.
Prede e predatori della società di oggi…
interessante..bella recensione
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