Un film difficile. Difficile da interpretare, vedi ad esempio l'enigmatico finale. Difficile da classificare, in molti l'hanno definito un thriller, ma in realtà è molto più un film drammatico. Difficile capire le motivazioni che spingono la protagonista a fuggire, anche se sulla carta sembrerebbero abbastanza semplici.
Voto 6,5. Come accennato in apertura di post, T. Sean Durkin per la sua prima opera punta su un'opera abbastanza complicata: Martha Marcy May Marlene. Il titolo originale composto da tre nomi, indica chiaramente la complessità dell'opera, che ruota attorno ad una protagonista con problemi psichici dovuti ad un passato difficile. Per rendere più semplice, intuibile e alla portata di tutti, in Italia si è deciso di rinominarlo: La fuga di Martha. Ancora una volta si tratta di un titolo riassuntivo, pertinente ma sicuramente meno chic dell'originale.
Dato questo titolo verrebbe da chiedersi: da cosa fugge Martha? Ritornando al titolo originale, verrebbe da rispondersi: da se stessa, dati i tre nomi per un'unica persona.
L'enigma all'interno del film non dura poi neanche tanto, e forse neanche esiste. La fuga di Martha si apre infatti con la fuga, appunto, di quest'ultima da una strana comunità.
Da chi è composta e perchè Martha (Elizabeth Olsen) scappi, ci viene mostrato in alcuni flashback successivi; quando la giovane ragazza è ormai al sicuro a casa di sua sorella.
Martha infatti non si sa come e ancor meno il perchè, ad un certo punto della sua vita si ritrova a soggiornare in un casolare in campagna. Naturalmente non è di sua proprietà, e la fortuna di non dover pagare l'Imu, collide e coincide con la sfortuna di condividerlo con strani tizi, che però soggiornavano in questo luogo prima di lei.
Si tratta di un gruppo eterogeneo composto da uomini e donne abbastanza naif. In teoria, vivono di quel che gli offre la natura, con il loro orto e le loro piantagioni. In pratica sono degli avvoltoi della società.
Che questo gruppo abbia qualcosa che non va si evince subito. Visto da fuori appare una sorta di strana setta, in cui tutti pendono dalle labbra del loro leader saputello: Patrick (John Hawkes).
Come ogni buona "setta" che si rispetti, i nuovi membri, come nel caso di Martha, devono seguire una severa e precisa iniziazione. Questa consiste nel fare del sesso volontario o involontario con il guru, appunto Patrick.
Ora le domande che verrebbero da porgersi sono tante, fra cui: Come mai Martha si sia trovata in questo luogo, perchè non sia scappata prima, perchè questi tizi "esistono" in questa maniera.
Ad un certo punto però, Martha scappa da questo luogo e cerca accoglienza nel tranquillo mondo di sua sorella Lucy (Sarah Paulson). Questa vive un'esistenza completamente contrapposta a quella della comunità. Mentre loro condividono dei piccoli spazi angusti; lei insieme a suo marito Ted (Hugh Dancy) si gode un'abitazione abbastanza grande per due persone. Ma la loro coppia e società è fondata sui valori classici che si scontrano con quelli della citata comunità: ovvero il lavoro ed il sacrificio.
Le contrapposizioni tra le due "famiglie" non si limita soltanto agli spazi a disposizione ed allo stile di vita adottato; ma prosegue con argomenti più profondi che culminano con i valori della vita e il motivo dell'esistenza.
Le due famiglie hanno in comune comunque due cose: l'ospitalità ed il difficile adattamento di Martha.
Quest'ultima "forse" stanca dei soprusi, degli abusi, della cattiveria di questa gente chiede aiuto a sua sorella, che accoglie di buon grado la richiesta.
Il soggiorno di Martha nonostante gli agi e le comodità, non si dimostrerà rilassato e rigenerante. Martha sempre abbastanza sonnolenta, farà continui tuffi nel passato, mostrando a noi spettatori attraverso flashback, i difficili giorni nella comunità.
Il passato si farà sempre più pressante nella mente di Martha, cominciando a percepire la sua ombra anche nel suo presente, donandole instabilità ed insicurezza. Queste sensazioni incideranno naturalmente nella sua nuova vita, mettendo a forte rischio i rapporti con i nuovi coinquilini.
La fuga di Martha è un film che presenta ritmi abbastanza blandi anche se non noiosi, che raramente culminano in momenti che innalzano la tensione. La protagonista ottimamente interpretata da Elizabeth Olson contribuisce nel donare al film una sorta di freddezza generale, in cui tutto pare intrappolato dentro di essa. Diventa davvero difficile captare molte delle motivazioni che guidano Martha nel suo cammino. Oltre alla fuga, difficile capire il perchè la ragazza in fuga non comunichi i motivi di tale gesto a sua sorella.
Enigmatico anche il fatto che Martha venga chiamata con questo nome da sua sorella, mentre nella comunità Marcy May Marlene. L'epilogo lascia poi, un grosso punto interrogativo, in cui allo spettatore non resta che domandarsi: Martha è riuscita realmente a fuggire dal suo passato?
USCITA CINEMA: 25/05/2012
REGIA: Sean Durkin
SCENEGGIATURA: Sean Durkin
ATTORI: Elizabeth Olsen, Sarah Paulson, John Hawkes, Hugh Dancy, Christopher Abbott, Brady Corbet, Maria Dizzia, Julia Garner, Louisa Krause, Adam Thompson, Allen McCullough
toh, ne parlo pure io oggi. :)
RispondiEliminain effetti è un film enigmatico, però a me ha affascinato davvero parecchio.
quanto ai nomi: martha è il suo vero nome, il boss della setta la prima volta che la vede le dice "hai la faccia da marcy may" e quindi la chiama così. marlene invece è un nome che viene nominato ogni tanto, doveva essere la tizia che era nella setta prima di lei e di cui forse ha preso il posto, ma non ne sono sicuro.
Si un film affascinante difficile da decriptare che sicuramente fa maggior effetto con il passare del tempo, rispetto all'impatto subito dopo la visione. In effetti il nome Marlene non l'ho sentito, ma dato il titolo mi sembrava ci fosse:P
EliminaNe ho sentito parlare molto bene, spero di riuscire a vederlo presto.
RispondiEliminaCredo che il titolo originale sia più evocativo della ricerca di identità della protagonista. Una persona sostanzialmente debole, come tutti gli appartenenti alla comunità, pronti ad annullare se stessi in nome della "collettività", in realtà del proprio leader. Molto interessante anche l'angoscia successiva, dalla rievocazione mentale del passato alla paura del futuro. Un film, come ho scritto nella mia recensione, particolare.
RispondiEliminal'ho visto oggi e mi è piaciuto...solita vaccata di titolo italiano facevano meglio a questo punto a titolarlo Martha in fuga...
RispondiEliminaNon parte mai...abbastanza noioso direi
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