In sintesi definirei A.C.A.B. un film reale, che mostra
scenari di violenza della nostra società, cercando di non schierarsi con
nessuna delle fazioni; ma dimostrando che con la prepotenza si vince la prima
battaglia, ma si perde la guerra finale.
Voto 7. A.C.A.B. di Stefano Sollima, è un film che fa aprire
senza ombra di dubbio dei dibattiti.
Il tema portante credo che sia quello della giustizia o
ingiustizia, che in teoria nella nostra società dovrebbe essere garantita per
le strade dai poliziotti.
In questo caso si tratta dei celerini, impegnati a garantire
ordine pubblico nelle manifestazioni più imponenti che vedono coinvolta tanta
gente, vedi gli stadi.
Come qualsiasi altro lavoro, anche questo però è fatto da
persone che hanno il loro carattere, ed i loro problemi quotidiani.
Quattro sono i protagonisti principali che vengono
approfonditi:
Cobra, interpretato da Pierfrancesco Favino, è un uomo
dedito alla causa del suo lavoro. La sua vita privata non ci viene pressoché
mostrata, o meglio coincide perfettamente con quella lavorativa. Sicuramente
uno dei leader nel suo gruppo dei fratelli, affronta una causa in tribunale per
pestaggio ad un ragazzo allo stadio.
Attraverso questo primo personaggio, regista e sceneggiatori
danno vita al primo dibattito. Lo spettatore infatti non conosce bene la
questione e si trova già dentro la causa processuale. Non ha visto se ha
iniziato il celerino a picchiare, o se è stato istigato dal giovane tifoso. In
questo processo si riversano anni di violenza negli stadi, di accoltellamenti.
Non c’è da sorprendersi che il film A.C.A.B., racconti degli
episodi più tragici avvenuti realmente in Italia, che hanno visto lo scontro
tra poliziotti e tifosi. Esempi ne sono la morte dell’ispettore Raciti, o
quella del tifoso Gabriele Sandri.
Come nel processo di Cobra lo spettatore, si trova già
dentro la notizia abbastanza confusa e distorta e difficilmente saprà chi ha
causato tra le due fazioni l’avvenimento.
Ad esserne certi saranno i fantomatici tifosi che si
schiereranno con il tifoso sventurato; o i poliziotti che faranno di tutto per
“giustiziare” il loro “fratello”.
Adriano, interpretato da Domenico Diele, è una nuova recluta che entra nel
team dei celerini. Anche questo personaggio è una chiave per il racconto di Sollima.
Lo spettatore infatti comincia con lui il viaggio negli “inferi” della
violenza. Attraverso Adriano impariamo a conoscere questo mondo e a capire cosa c’è
di realmente distorto. Cose non comunicate, giustizie private, ma anche
solidarietà, fraternità tra colleghi. Spirito di squadra esaltato nella partita
a football.
Essendo vergini a questo mondo, però sarà difficile
abituarsi del tutto, e riuscire a comprendere la distorsione di una giustizia
inesistente, e creata ad hoc dagli uomini.
Mazinga, interpretato da Marco Giallini, è il capo della squadra dei
celerini. Attraverso il suo personaggio, lo spettatore può meglio comprendere
il pericolo del loro lavoro. Bastardi devono essere per difendersi da altri
bastardi; ma alle volte la "bastardaggine" diventa una malattia cronica dal quale
è difficile guarire. Mazinga infatti viene ferito ad una gamba durante una
manifestazione, e da allora resterà zoppo.
Lo scontro tra polizia e violenti, per Mazinga non finisce
sul lavoro ma continua anche in casa. Suo figlio infatti sposa la causa dei
naziskin, rifiutando la prepotenza dei cosiddetti servi.
Negro, interpretato da Filippo Negri, è un membro attivo del
gruppo. Sposa appieno la causa dei fratelli, sposando meno la sua famiglia.
Dimentica ovunque la povera figlia, tanto da costringere sua moglie cubana a
divorziare.
Il suo personaggio dovrà quindi lottare anche in famiglia, e
contro le istituzioni che gli negano la sua paternità. A nulla vale il suo
distintivo e il lavoro protettivo nei confronti dei politici che con una
semplice legge gli vietano i suoi diritti più intimi.
Carletto, interpretato da Andrea Sartoretti, si può dire che è il celerino più
furbo. Nonostante odi gli extra-comunitari, ha deciso di abbandonare il lavoro
su strada, dedicandosi ad una mansione più tranquilla, che pone fine al
percorso di violenza.
A.C.A.B. è come detto un film imparziale e reale che ci
mostra la stupidità della violenza, a volte mossa da nessuna causa specifica e
intelligente. Un film documentario direi, in cui l’elemento narrativo è
semplice ma efficace, ed in cui i fatti parlano più delle parole. Storie di
uomini che combattono una guerra futile, evitabile ma purtroppo reale come
mostrano le immagini dei telegiornali.
USCITA CINEMA: 27/01/2012
REGIA: Stefano Sollima
SCENEGGIATURA: Daniele Cesarano, Barbara Petronio, Leonardo Valenti
ATTORI: Pierfrancesco Favino, Marco Giallini, Filippo Nigro, Domenico Diele, Andrea Sartoretti, Roberta Spagnuolo, Eugenio Mastrandrea, Eradis Josende Oberto
è vero, non è una semplice apologia del celerino.E' un film dignitosissimo che dimostra che noi in Italia il cinema lo sappiamo fare...ancora...
RispondiEliminaMi ero fermato al film La peggior settimana della mia vita con i film italiani, quindi Acab per me è stat una bella scossa;)
EliminaACAB non è un brutto film. Tuttavia, ho come l'impressione che resti un pò in superficie e si esprima molto per stereotipi.Comunque, ce ne fossero di pellicole così in Italia.
RispondiEliminaLe storie in effetti non sono molto approfondite, prediligendo secondo me il dibattito sulla giustizia e sulla difficoltà di torvare una vera giustizia...
EliminaDevo assolutamente vedere questo film...perché il cast attoriale credo rientri nei nomi più validi italiani e perché il tema della giustizia soprattutto in Italia ha bisogno di essere affrontato, anche senza schieramenti, anche solo puntando al dibattito. Spero di vederlo presto, poi Ho un gran debole per Pierfrancesco...;-)
RispondiEliminaTe lo consiglio, infatti è un film che fa aprire sicuramente un dibattito, anche se non si schiera apertamente...
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