Foresta nera, terzo romanzo letto in ordine non cronologico di Franck Thilliez, è sicuramente in linea con i precedenti romanzi: L'osservatore e La stanza dei morti. Lo scrittore francese riesce infatti ad imprimere un marchio alle sue opere, cariche di atmosfere inquietanti, in cui il genere thriller riesce a confondersi con quello horror. Racconti scorrevoli, che non annoiano, con idee originali e colpi di scena interessanti.
Voto 7. Foresta nera parte anch'esso da uno spunto interessante e che potrebbe ingolosire molti scrittori.
In questo romanzo si parla infatti di David Miller, un giovane scrittore che con la sua prima opera: Dalla parte dei morti, non ha di certo sfondato.
David infatti continua a svolgere il suo umilissimo lavoro, ovvero quello di rendere accettabili e presentabili i morti ai parenti, in sintesi l'imbalsamatore. Ha una moglie Cathy ed una figlia piccola: Clara.
Nonostante la sua carente popolarità, David può contare su una fan incallita: Miss Hyde, che lo corteggia con numerose lettere alle volte troppo invasive.
Ma il suo fan di prestigio è Arthur Doffre, un signore su sedia a rotelle a cui mancano le gambe e il braccio destro. Nonostante la sua apparenza inquietante, Doffre crede nel lavoro da scrittore di David, e gli offre una proposta indecente.
David dovrà scrivere un libro commissionato da Doffre in 28 giorni, dieci pagine al giorno. Per stimolare al massimo la fantasia, David lavorerà in un luogo appartato e isolato: la Foresta nera. Naturalmente non sarà solo, ma potrà portare con se la famiglia, e con loro ci sarà anche Doffre che valuterà giorno per giorno il lavoro dello scrittore. Il tema di cui tratterà il libro sarà: il Boia 125 uno spietato serial killer, quindi un thriller.
La proposta sebbene misteriosa, enigmatica, sarebbe ascoltata di buon grado da molti scrittori e aspiranti tali, che vedrebbero aumentare vorticosamente la loro popolarità ed il loro conto in banca, profumatamente accresciuto dai versamenti dell'editore paraplegico.
Interessante anche il punto di vista del ricco editore, che immobile vivrebbe nuovamente su carta stampata, per provare ancora una volta le emozioni di un tempo.
L'editore Doffre rappresenta anche il lettore thriller sempre più esigente e voglioso di essere sconvolto, da racconti violenti, reali, ma al contempo inimmaginabili.
Luogo isolato e editore opprimente sono di certo un connubio che richiamano due famosi racconti di Stephen King, divenuti poi film: Shining e Misery non deve morire. Le atmosfere di Foresta nera, ricordano un attimino con le dovute distanze queste due opere. Lo scrittore costretto in un luogo isolato insieme alla famiglia, alle prese con un racconto che stimola fantasie perverse.
Un editore fisicamente disagiato che cerca di indirizzare uno scrittore verso i suoi gusti personali, dietro minaccia e ricompensa, esaltando e opprimendo il suo burattino.
Il romanzo di Thilliez però, cerca di non plagiare le due opere citate, prendendo altre direzioni e cominciando a giocare con l'enigma della camera chiusa. Strani episodi infatti cominciano a succedere nell'inquietante ed isolato posto, che da fonte di ispirazione si trasforma in luogo di perdizione ed incubi terreni.
Dopo un inizio galoppante ed una parte centrale un pochino più ferma ed ancorata; si arriva ad un finale molto thriller che chiude perfettamente tutti i pezzi del puzzle.
TRAMA ORIGINALE: L'offerta è una di quelle che non si possono rifiutare: un sacco di soldi per un lavoro che non prenderà più di un mese. E a David Miller non importa se le condizioni sono quantomeno singolari: rimanere chiuso in una villa nella Foresta Nera, insieme con Arthur Doffre, il facoltoso committente, per scrivere un libro su un serial killer - tristemente noto col soprannome "Boia 125" - responsabile della morte di sette coppie e suicidatosi quasi trent'anni or sono. Raggiunta la casa, David si trova subito immerso in un'atmosfera surreale: la villa, lontanissima dal villaggio, è stata costruita intorno a una quercia secolare e le grandi vetrate che la caratterizzano sono prive di ante e di tapparelle. In più, la neve copre ogni cosa. Ciò che lo aspetta, poi, non è meno inquietante: lo studio in cui dovrà produrre almeno dieci pagine ai giorno si affaccia su una sorta di mattatoio; la presenza di Doffre è costante e implacabile; i racconti sul Boia 125 sono raccapriccianti. Ma soltanto con l'arrivo allo chalet di una donna terrorizzata e gravemente ferita quell'incubo claustrofobico giungerà al culmine, esplodendo in un'imprevedibile e agghiacciante follia...
AUTORE: Franck Thilliez
EDITORE: Narrativa Nord
NAZIONE: Francia
ANNO: 2008
PAGINE: 360
Mi manca e me lo vado a comprare di corsa !
RispondiEliminaFai bene;) un romanzo che non deluderà i fans di Thilliez. A me manca soltanto La macchia del peccato, anche se mi pare sia in uscita un nuovo romanzo dello scrittore francese....
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