Voto 7,5. Il metodo del
coccodrillo di
Maurizio De Giovanni, è un romanzo che mi ha convinto per
diversi aspetti.
Realismo. Il primo aspetto
positivo che si nota cronologicamente nel romanzo Il metodo del coccodrillo, è
l’attinenza alla realtà. I primi personaggi che ci vengono presentati: Giuffrè
e Locajono, quest’ultimo importante ai fini della storia, sono due poliziotti
alle prese con problemi quotidiani.
Rispetto ai classici eroi
solitari che la letteratura thriller ci presenta, i due sopra citati sono alle
prese con una donna che odia i gatti dei vicini, e con una partita a scopa
contro il pc. Niente di eccezionale dunque, ma che da una dimensione più vera
del lavoro di poliziotto/ispettore alle prese spesso con casi di routine poco
adrenalinici e spericolati. Ovviamente la difficoltà per essi aumenterà nel
corso del romanzo, altrimenti il rischio noia diventerebbe alto per i lettori.
Anche il gergo popolare
utilizzato nei dialoghi diretti, da un tocco di concretezza ai personaggi.
Vittime. De Giovanni è abile ad
allestire un “cast” ampio e variegato. Il metodo del coccodrillo è infatti un
romanzo composto da tanti personaggi, molti dei quali vittime del killer.
De Giovanni infatti rispetto a
molti altri scrittori, decide di dedicare spazio e tempo alle vittime, che
molto spesso vengono relegate a meri oggetti, utilizzati a volte come elementi
utili per aumentare la forza del killer.
In questo thriller invece
impareremo a conoscere dei personaggi quasi vivi, che includono i sogni e le
speranze di molti degli adolescenti.
Giovani come Mirko, Giada e
Donato che hanno tanti sogni davanti e piccole difficoltà da affrontare. De
Giovanni ce li presenta nella loro crescita, raccontandoci i loro nuovi
obiettivi. Mirko per esempio vuole migliorare economicamente, comprarsi il
motorino nuovo per far colpo su Giada.
Giada vorrebbe cominciare a
conoscere l’altro sesso, in maniera dolce e romantica.
Donato, un po’ più grande dei
primi, desidererebbe laurearsi e far conoscere la sua fidanzata al papà. Sogni
piccoli e realizzabili, riscontrabili in migliaia di ragazzi normali, che
parlano di un futuro prossimo; unico futuro che i giovani sono in grado di
programmare.
Tutte queste piccole virtù fanno
entrare il lettore in empatia con le vittime. Una volta brutalmente ammazzate,
infatti il fastidio sarà maggiore.
Ammetto infatti di parteggiare
per quei thriller in cui ci sono grandi serial killer, furbi ed enigmatici, non
provando mai rabbia per i loro atti malvagi. De Giovanni invece per i motivi
sopra elencati è stato abile a creare uno sfondo emotivo che emerge fortemente
al funerale di Giada (per quanto riguarda la mia esperienza); costringendo il
lettore a odiare profondamente il killer rinominato: Coccodrillo.
Protagonisti. La scelta positiva
di parlare delle vittime, si sarebbe potuta rivelare un clamoroso boomerang.
Mettere troppa carne al fuoco, potrebbe infatti appesantire troppo il romanzo,
confondendo il lettore che non individuerebbe più il personaggio guida del
racconto.
Questo rischio De Giovanni decide
di affrontarlo, investendo Giuseppe Locajono del ruolo di protagonista
principale. Lojacono è un ispettore trasferito forzatamente dalla Sicilia alla
Campania.
Solo e con problemi familiari,
dopo molte partite a scopa contro il computer; si ritrova invischiato in una
sfida più complessa con uno spietato serial killer.
Accanto ad esso avremmo
differenti personaggi secondari, quali Letizia, Giuffrè, Laura Piras, i
genitori delle vittime.
Nonostante il romanzo non sia
composto da tantissime pagine, De Giovanni è bravo a descrivere in maniera
completa tutti i personaggi .
L’unico difetto a mio avviso, è
quello che molti di essi hanno problemi familiari alle spalle, rendendoli quasi
tutti malinconici e simili.
Il Killer. Personaggio chiave è
sicuramente quello del killer. Un vecchio che si muove invisibile, che dedica
le sue poco nobili azioni ad una amata. Il suo ingresso in scena lo apprendiamo
dalle parole: Amore, Amore mio…..
Questa dolcezza d’animo, si
scontra però con la sua precisione e cattiveria di killer, tanto da essere
soprannominato per modi: Il Coccodrillo.
Come il temutissimo rettile, il
killer inventato da De Giovanni, si muove silenzioso e paziente, attendendo
senza essere notato le sue vittime. Nel momento in cui può sfoggiare l’attacco,
lo fa in maniera brutale e veloce senza la possibilità di nessuna replica o
divincolamento.
Così come il grosso rettile, a
cui la tradizione affibbia le lacrime dopo la caccia killer; anche il
protagonista di questo romanzo lascerà dei fazzoletti di carta contenenti lacrime
sul luogo del delitto.
La parte finale del libro ci
spiegherà poi perfettamente ed in maniera interessante, le motivazioni che
hanno spinto il Coccodrillo a questa carneficina, che ha reso gli uomini ancora
una volta simili a degli animali….
TRAMA ORIGINALE: Napoli, così, non l'avevamo vista mai. Una
città borghese, inospitale e caotica, cupa e distratta, dove ognuno
sembra preso dai propri affari e pronto a defilarsi. È esattamente
questo che permette a un killer freddo e metodico di agire indisturbato,
di mischiarsi alla folla come fosse invisibile. "Il Coccodrillo" lo
chiamano i giornali: perché, come il coccodrillo quando divora i propri
figli, piange. E del resto, come il coccodrillo, è una perfetta macchina
di morte: si apposta, osserva, aspetta. E quando la preda è a tiro,
colpisce. Tre giovani, di età e provenienza sociale diverse, vengono
trovati morti in tre differenti quartieri, freddati dal colpo di
un'unica pistola. L'ispettore Giuseppe Lojacono è l'unico che non si
ferma alle apparenze, sorretto dal suo fiuto e dalla sua stessa storia
triste. È appena stato trasferito a Napoli dalla Sicilia. Un
collaboratore di giustizia lo ha accusato di passare informazioni alla
mafia e lui, stimato segugio della squadra mobile di Agrigento, ha perso
tutto, a cominciare dall'affetto della moglie e della figlia. È il
giovane sostituto procuratore incaricato delle indagini, la bella e
scontrosa Laura Piras, a decidere di dargli un'occasione, colpita dal
suo spirito di osservazione. E così Lojacono, a dispetto di gerarchie e
punizioni, l'aiuterà a trovare il collegamento, apparentemente
inesistente, tra i delitti. A scorgere il filo rosso che conduce a un
dolore bruciante, a una colpa non redimibile, a un amore assoluto e
struggente.
AUTORE: Maurizio De Giovanni
EDITORE: Mondadori
NAZIONE: Italia
ANNO: 2012
PAGINE: 247
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