Una realtà dell'Italia è sicuramente quella dei Bar della piazza: centri di passaggio, di chiacchiericcio, di conversazione su argomenti sportivi, sessuali, amorosi e di cronaca.
Recandovi presso uno di essi, ritroverete sicuramente dei vecchi pensionati intenti a giocare a carte o a discutere su questo o quello. Standoci un pò conoscerete dettagliatamente tutte le notizie del paese.
In questo scenario Marco Malvaldi decide di ambientare il suo primo thriller: La briscola in cinque.
Voto 5. La briscola in cinque mi ha dato l'impressione di essere un romanzo controverso.
Se da un lato infatti l'autore usa come scenari quelli quotidiani; dall'altro narra una storia d'indagine poco veritiera e riscontrabile nella realtà.
Nonostante La briscola in cinque sia ambientato in luogo di fantasia: Pineta, l'impressione iniziale è quella che questo romanzo racconti scorci di realtà.
Esempio portante e principale è quello del Bar Lume, punto di ritrovo di vecchietti intenti a giocare a carte e spettegolare sulle novità del paese.
Malvaldi per dare un senso di maggiore concretezza alla situazione, fa parlare gli anziani, nei discorsi diretti in dialetto.
Lo scenario dunque è alquanto realistico, con il bar della piazza centro del chiacchiericcio a 360 gradi. Da vicende amorose e di tradimenti a quello di cronaca.
Tutto questo lavoro realistico e tangibile in migliaia di piccoli paesi, si scontra con la parte thriller o d'indagine.
Pineta infatti è "sconvolta" dall'omicidio di una giovane ragazza, ritrovata morta in un cassonetto.
A dare l'allarme sono un giovane ubriaco e Massimo, il "barrista dei vecchietti". Nulla di strano fino a questo punto, tutto purtroppo riscontrabile nella realtà. Giovani donne uccise, brutalmente occultate, casi di difficile risoluzione.
La parte poco realistica e a mio avviso un tantino esagerata, è quella dell'indagine. Ad accollarsi fortuitamente questo caso è Massimo, umile e semplice barista che riesce a cogliere indizi risolutivi che sfuggono allo stolto poliziotto.
Massimo nel corso del tempo, a scapito della legge, diventa il punto portante e di riferimento per le indagini, a cui si rivolgono tutti: poliziotti, avvocati, medici e curiosi.
La trama è abbastanza piatta e poco intrigante. L'omicidio a tratti sembra soltanto un diversivo, in cui far muovere i protagonisti del romanzo. Nessun dispiacere per la morte della giovane ragazza, che dopo alcune piccoli indagini si viene a scoprire essere una di facili costumi. Motivazione che fa dispiacere ancor meno per una morte neanche minimamente approfondita.
Sulla base di ciò il punto forte dovrebbero essere i protagonisti, ma anche qui c'è qualche carenza.
Massimo sicuramente spicca su tutti, a differenza degli anziani da cui ci si aspetta di più. Questi ultimi rimangono infatti "antipatici" spettatori, saccenti e pettegoli che sviscerano il caso più dal punto di vista gossip che da quello di cronaca.
La parte più convincente secondo me, è la parte iniziale, in cui Malvaldi apre un dibattito generazionale, tra i nuovi costumi dei giovani rispetto a quello dei più vecchi. Discoteche pericolose versus bar tranquilli è sicuramente l'esempio più lampante.
L'epilogo un tantino sbrigativo, rispetta appieno le regole del gioco de La briscola in cinque, in cui non si conoscono le squadre dal principio e non ci si può fidare di nessuno.
Un libro in sintesi, maggiormente consigliabile agli amanti della sociologia e del cambiamento sociale, piuttosto che a lettori in cerca di thriller appassionanti e di difficile risoluzione.
TRAMA ORIGINALE: La rivalsa dei pensionati. Da un cassonetto dell'immondizia in un parcheggio periferico, sporge il cadavere di una ragazza giovanissima. Siamo in un paese della costa intorno a Livorno, l'immaginaria Pineta, "diventata località balneare di moda a tutti gli effetti, e quindi la Pro Loco sta inesorabilmente estinguendo le categorie dei vecchietti rivoltandogli contro l'architettura del paese: dove c'era il bar con le bocce hanno messo un discopub all'aperto, in pineta al posto del parco giochi per i nipoti si è materializzata una palestra da body-building all'aperto, e non si trova più una panchina, solo rastrelliere per le moto". L'omicidio ha l'ovvio aspetto di un brutto affare tra droga e sesso, anche a causa della licenziosa condotta che teneva la vittima, viziata figlia di buona famiglia. E i sospetti cadono su due amici della ragazzina nel giro delle discoteche. Ma caso vuole che, per amor di maldicenza e per ammazzare il tempo, sul delitto cominci a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare il gruppo dei vecchietti del BarLume e il suo barista. In realtà è quest'ultimo il vero svogliato investigatore. I pensionati fanno da apparato all'indagine, la discutono, la spogliano, la raffinano, passandola a un comico setaccio di irriverenze. Sicché, sotto all'intrigo giallo, spunta la vita di una provincia ricca, civile, dai modi spicci e dallo spirito iperbolico, che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico modellato dalla televisione.
AUTORE: Marco Malvaldi
EDITORE: Sellerio Editore Palermo
NAZIONE: Italia
ANNO: 2007
PAGINE: 163
questo libro mi ispira proprio un sacco!
RispondiEliminaSe ti piacciono i thriller un pochino soft allora andrà benissimo. Se cerchi invece un libro più complesso ed enigmatico, La briscola in cinque non fa al caso tuo. Dipende sempre dai gusti:)
Eliminadaiii, classificare i libri di Marco Malvaldi come thriller!
RispondiEliminaNe ho letti tre o quattro, piuttosto è da criticare la relativa ripetitività delle trame, ma non sono assolutamente dei thriller.
Diciamo che da un certo punto di vista è un clone toscano del Montalbano di camilleri, con la differenza che non c'è un commissario risolvitutto ma un poliziotto imbranato che necessita delle intuizioni di un gruppo di amici da bar.
E' in definitiva una lettura da consigliare per staccare un po' fra un thriller e l'altro