Un brutta storia è un noir
italiano ben realizzato, un mix perfetto tra Romanzo Criminale e le classiche
tragedie greche. Un romanzo che ha il suo punto di forza nei suoi protagonisti
e nelle loro storie. Un racconto nero che parla di una guerra moderna in cui
due malvagi predatori si sfidano, senza nessuna possibilità di tregua.
Voto 8,5. Le regole del mondo vogliono che
in ogni habitat ci sia un predatore dominante. I leoni in Africa, le tigri in
Asia, i lupi in Europa, tanto per generalizzare. Entrando nello specifico
sappiamo ad esempio che i coccodrilli o gli squali sono predatori d’acqua che
cacciano prede differenti. Molto spesso però alcuni predatori dividono il loro
territorio con altri, ad esempio pantere/leopardi con i leoni in Africa. In
questo caso vige una sorta di legge del rispetto o del più forte, in cui i
predatori di taglia più piccola (leopardi) cedono il passo e le loro prede, ai
predatori di caccia più grande (in questo caso i leoni).
Questa lunga introduzione
“animalesca”, a mio avviso può essere pertinente con il libro di Piergiorgio
Pulixi: Una brutta storia.
In primis per la bellissima
copertina che vede confrontarsi e sfidarsi con lo sguardo, un lupo in abiti
eleganti ed una pantera col giubbino. Due predatori dunque di mondi differenti
di taglia quasi simile. Difficile immaginare chi vincerebbe in un ipotetico
scontro, tra le due razze.
Questa specie di metafora a mio
avviso, sintetizza appieno l’animo del romanzo di Pulixi. Romanzo che vede
infatti protagonisti, due grossi predatori in abiti umani che dovranno lottare
su un territorio in cui a cacciare c’è già uno di essi.
Nello specifico si parla della
banda di Biagio Mazzeo, composta da numerosi sbirri corrotti, che negli anni
hanno saputo conquistare il mondo della droga, della prostituzione, dei permessi
di soggiorno, delle intercettazioni, delle bische clandestine. In sintesi tutte
le attività illecite “consentite” su un territorio.
I predatori capitanati da Mazzeo
sono la taglia più grossa presente sul territorio, gli altri di misura più
piccola gli lasciano il passo, cedendogli a malincuore le loro prede. Prede che
nel mondo umano, si trasformano oltre che nell’attività in precedenza elencate,
soprattutto in soldi.
Un predatore che è il male minore
per l’ecosistema, governato dalle altre istituzioni, nonostante la piccola ribellione condotta dal vicequestore aggiunto Valerio Bucciarelli. Queste sono le parole ad esempio, di
Antonello Verri, primo dirigente della polizia di Stato, in sintesi la
giustizia:
“Mazzeo e la sua squadra sono l’unico baluardo tra le mafie straniere e
questa città. Senza Mazzeo la città sarebbe da tempo nelle mani della
criminalità organizzata, nazionale ed estera”.
Sfortuna vuole che durante una
loro battuta di caccia, uccideranno un “grosso lupo ceceno”: Goran Ivankov,
fratello di Sergej Ivankov, il mafioso ceceno per eccellenza.
Questo errore costerà parecchio alla
banda di Mazzeo, portando sul loro territorio il grande predatore ceceno, che
con il suo imponente branco cercherà vendetta e di mettere fine al dominio
degli sbirri corrotti.
Ritornando alla cover di
Una
brutta storia, lo scontro faccia a faccia tra il lupo e la pantera, ricorda
molto il primo incontro tra i due re:
Biagio Mazzeo e Sergej Ivankov. Dove il
primo a mio avviso interpreta la pantera, per abiti sportivi e per velocità
d’azione. Il secondo per eleganza e soprannome (Ivankov viene rinominato Il
Lupo) chiaramente interpreta il lupo in giacca e cravatta. Naturalmente se
Piergiorgio Pulixi volesse smentire questa interpretazione, sono a sua completa
disposizione.
Un incontro tutt’altro che
risolutivo, che da vita ad una serie di azioni e reazioni che molto ricordano
le classiche tragedie greche.
Oltre che per la dea moneta,
tutti i protagonisti “combattono” per le loro famiglie. Tutti hanno qualcosa da
perdere e/o preservare.
L’entrata in scena dei personaggi
è suggestiva e quasi teatrale. Nelle pagine iniziali infatti ci sorbiamo una
sfilza di nomi, che difficilmente riusciremo a memorizzare. Personaggi che
resterebbero morti e abulici, se lo scrittore Pulixi non fosse riuscito a dar
loro un’anima. Anima che si forma capitolo dopo capitolo, in cui conosciamo ciascuno
dei protagonisti, raccontato meticolosamente e con dovizia. Tutto ciò influisce
nella corposità del romanzo, che in totale conta 439 pagine.
Uno dei pochi romanzi, però, in
cui la lunghezza è funzionale e indispensabile per la costruzione
dei personaggi. Protagonisti che pagina dopo pagina, attraverso le loro azioni
presenti, ed i loro flashback passati si materializzano agli occhi del lettore,
diventando quasi vere entità.
Il mattino seguente ti svegli e
pensi chissà cosa farà oggi Biagio Mazzeo, in quale altro casino lui e la sua
banda si cacceranno.
Personaggi che risultano vivi,
senza che ci sia il bisogno di attori reali che molto spesso con il loro
linguaggio non verbale riescono a dare quel tocco in più a “personaggi di
carta”, ovvero dei romanzi.
Un'altra caratteristica da sottolineare riguardante lo stile di Pulixi, è la capacità di sorprendere. Ogni "micro-storia presenta al suo interno quel piccolo/grande colpo di scena, che di certo non punta al classico lieto fine, anzi apre spirali di violenza irreparabili.
Una brutta storia è un hard
boiled, frutto di un lavoro meticoloso di Piergiorgio Pulixi durato circa tre
anni. Lo scrittore di origine sarda, residente a Padova, “nasce artisticamente”
dalla scuola di Massimo Carlotto.
Per concludere, ironizzando si
potrebbe dire che di sbagliato in questo libro c’è solo il titolo, in quanto
non si tratta di Una brutta storia, ma di Una bella storia…
TRAMA ORIGINALE: Una saga che ha per protagonisti una banda di poliziotti che si muovono ai confini della legge; un romanzo che getta coraggiosamente luce su un argomento tabù come quello della corruzione nelle forze di polizia. "Una brutta storia" è un dramma poliziesco corale che trasuda passioni, richiamando il pathos delle tragedie unito all'epica narrativa delle serie tv americane. Quella dell'ispettore Biagio Mazzeo non è una famiglia normale. E una famiglia composta solo da poliziotti. Un clan molto unito. Un branco dove si combatte insieme contro il crimine. Ma Mazzeo e i suoi ragazzi non sono poliziotti comuni: sono una banda di sbirri corrotti in seno alla Narcotici, che hanno preso il controllo delle strade col pugno di ferro. Mazzeo guida i suoi come se fosse un patriarca mafioso e farebbe qualsiasi cosa pur di salvaguardare l'integrità della sua famiglia: anche andare contro i suoi superiori o uccidere. Quando si presenta loro il colpo della vita, quello che potrebbe renderli tutti dei milionari, Mazzeo e la sua squadra non si tirano indietro. Ma il caso vuole che sulla loro strada spunti il cadavere di un criminale ceceno, non un delinquente qualsiasi, bensì il fratello di Sergej Ivankov, un potente mafioso ex leader della guerriglia di liberazione della Cecenia. Ivankov e il suo clan si recano in Italia in cerca di vendetta: quella che scateneranno contro Mazzeo e i suoi uomini sarà una guerra senza pietà.
AUTORE: Piergiorgio Pulixi
EDITORE: E/O (Collana Sabot/age)
NAZIONE: Italia
ANNO: 2012
PAGINE: 439
Bella recensione Nico, e naturalmente, bel libro.
RispondiEliminaGrazie Diego, detto da te che sei un esperto del genere fa molto piacere:)Poi il merito di questa lettura va data al tuo gruppo Facebook, in cui ho notato che è stato molto consigliato, giustamente aggiungerei, dopo la lettura:)
EliminaUna copertina da brivido e un libro da non perdere...
RispondiEliminaGià molto bella la copertina; riguardo il libro, finora per i miei gusti il più bello del 2012:)
EliminaL'ho scritto anche sul mio blog, sono d'accordo quando parli di un buon romanzo..l'ho trovato forse un po' troppo violento - e te lo dice una che ama i romanzi "forti" - e con qualche scena di sesso di troppo :)
RispondiEliminaSi si ho letto la tua recensione, io invece ho ben tollerato queste caratteristiche, trovandolo gradevole in tutto e veloce nonostante le 400 pagine:)
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