Chiunque si metta in condizione
di far dipendere la propria vita dagli altri è destinato a essere schiavo e non
merita di vivere. In fondo, forse, sto facendo loro un favore.
Viviamo una vita reale in cui
ciascuno di noi è responsabile delle proprie scelte ed azioni, in cui ognuno è
libero di fare tutto ciò che desidera nel rispetto della legge, senza nessun
tipo di condizionamento prestabilito.
E se questa teoria non fosse
corretta? Se vivessimo in una sorta di Gabbia invisibile in cui le nostre
scelte sono in qualche modo condizionate e manipolate?
Queste domande che potrebbero
essere considerate un po’ troppo pretenziose e/o fantascientifiche, hanno una
sapiente risposta e/o interpretazione nel romanzo di Stefano Baldoni: La gabbia
invisibile.
Si tratta del primo romanzo dello
scrittore veneziano. Nonostante il debutto, Stefano Baldoni dimostra di sapersi
destreggiare abilmente nel genere thriller, intessendo una trama originale,
coraggiosa e che cerca di esplorare aspetti della società quotidiana.
Elementi che tutti noi, giorno per giorno diamo per scontati, senza rifletterci
su e che accettiamo senza la volontà di cercare alternative. Esempio banale può
essere la moda del momento, sia intesa come abbigliamento che come consuetudini
sociali.
Questa realtà concreta ma al tempo stesso illusoria che fa
da base al romanzo è affiancata dal suo alter ego: “la realtà simulata”.
Quest’ultima si manifesta pienamente nella virtualità o nei sogni. Sogno in questo caso non inteso come desiderio, ma come fase REM, in cui i sognatori percepiscono suoni e immagini come reali.
All'interno del sogno crediamo di vivere una realtà concreta, molto spesso diversa da quella reale.
In un certo senso similare al
sogno sono i videogame. All’interno di questi giochi
possiamo essere chi vogliamo (calciatori, killer, manager, guerriglieri,
cuochi, musicisti) e vivere un mondo diverso ma percepito in quel contesto come reale.
Simulazione che come il sogno
dura poco tempo; entrambi però percepiti diversamente e più intensamente.
Questa sicuramente è una delle
chiavi interpretative de La gabbia invisibile, che si esplica concretamente in
personaggi e situazioni intriganti ed interessanti.
Il romanzo di Baldoni lo si
potrebbe definire un thriller corale, nel quale non c’è un protagonista che
spicca sugli altri, ma in cui ogni personaggio è funzionale al sistema.
Strutturalmente il romanzo lo si
può scindere in due grossi blocchi, al cui interno ci sono distinti
protagonisti.
Il primo è sicuramente attinente
al filone investigativo e classico del genere giallo. Una sospetta morte per
suicidio di un uomo: Fabio. Una moglie disperata e scossa, la psicologa Elena che non accetta questa realtà propinatagli dagli altri e decide di volerci vedere
più chiaro. Ad affiancarla sarà
il commissario Fegiz, entrato in polizia per alti ideali e divenuto nel corso
del tempo un’altra vittima del sistema, lasciando scorrere la sua vita nel modo
meno fastidioso per gli altri ma meno affine ai propri sogni.
Questa sicuramente la parte più
reale, più tangibile.
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Immagine degli Ignavi descritti ne La Divina Commedia da
Dante Alighieri. Gli Ignavi solo coloro che nella
loro vita non hanno mai preso nessuna posizione.
Per questo motivo sono destinati a restare nel limbo
ed essere perseguitati da vespe, seguendo una bandiera.
Gli Ignavi sono più volte citati ne La gabbia invisibile. |
A fare da contraltare a questa
parte, c’è quella della Simulazione. Un gruppo di individui, tra cui spiccano
Adriano, Alessandro, Luca, Monica, Walter e Paolo, decide di partecipare ad una
sorta di esperimento. Una simulazione virtuale, in cui attraverso potenti
macchine ognuno può vivere un’esistenza parallela; una sorta di videogame, in
cui protagonisti sono gli stessi giocatori.
La scelta ludica iniziale,
nasconderà oscuri misteri incastonati come un sapiente puzzle. Un gioco di
scatole cinesi, in cui ogni enigma ne conterrà all’interno un altro altrettanto
complicato.
Ovviamente le due parti sono
collegate tra di esse e Baldoni non sembra voglia neanche nasconderlo, evitando
un colpo di scena prevedibile.
Infatti sin dal principio sapremo
che Fabio, l’uomo che si è suicidato, era un membro di questo gruppo di
Simulatori.
Suicidio, omicidio? Cosa si
nasconde dietro questo gioco ultra-tecnologico?
TRAMA ORIGINALE: Un futuristico esperimento di realtà
virtuale che avrebbe dovuto rivoluzionare il mondo dei videogiochi si tinge di
giallo in seguito alla misteriosa morte di uno dei protagonisti. Elena Paci,
psicoterapeuta e moglie della vittima, non crede alle motivazioni poco
credibili della polizia e delle istituzioni che cercano con tutti i mezzi di
insabbiare l’accaduto. Dietro al gioco di ruolo si nasconde, infatti, un
progetto delirante di manipolazione mentale, orchestrato da mani abili e
influenti.
Elena, in un percorso doloroso e contorto, scoprirà che in
questa strana realtà parallela, fatta di elettrodi, reti neurali, computer,
farmaci proibiti, codici e sogni che si confondono con la realtà, nulla è ciò
che sembra essere.
“Aveva bisogno di dare un senso a tutto quello che aveva
visto e letto. Ancora non capiva, era lì a due passi, a due parole, ma non
riusciva ad afferrarlo. Non aveva altra scelta, le serviva qualche altra
informazione per capire. E si era spinta troppo oltre per tornare indietro
senza un perché”.
Titolo: La gabbia invisibile
Autore: Stefano Baldoni
Genere: Thriller
Case editrice: Greco & Greco
Collana: Nargre
Numero pagine: 316
ISBN: 978-88-7980-697-8
Anno di pubblicazione: 2012
Ciao Nico,
RispondiEliminaGrazie per la bella recensione, l'ho appena postata nel mio sito
www.stefanobaldoni.it
Originale, intrigante e coraggioso sono tre tra i più lusinghieri aggettivi che si possono desiderare per un romanzo. Hai colto molti degli aspetti che volevo trasmettere.
Stefano Baldoni