Per Freud, la storia dell’umanità
è incominciata con l’uccisione del padre. Gli uomini del clan hanno ucciso il
padre e l’hanno mangiato. Tutto è male quel che finisce male.
Voto 7,5. Questa citazione è
tratta da L’istinto del sangue, l'ottavo romanzo in ordine cronologico di
Jean Christophe Grangè.
Come al solito lo scrittore
francese confeziona un thriller impeccabile, in cui sono presenti alcuni
elementi caratteristici dei suoi libri. Si tratta di un racconto violento, a
tratti horror, in cui si parla di antropologia, trasformazione e mutamento
dell’umanità.
Il tema del cambiamento sembra
forse quello principale ne L’istinto del sangue. Mutamento generale
dell’umanità a cui fa da contraltare la trasformazione della protagonista del
romanzo.
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Julianne Moore, più volte citata come
sosia di Jeanne. |
Personaggio principale è infatti
Jeanne Korowa, giudice istruttore presso il TGI di Nanterre. Alla rapida ascesa
lavorativa si contrappone l’altrettanto discesa sociale. Trentacinque anni,
zitella, senza figli e senza una relazione stabile; soldi spesi prima dell’arrivo
del successivo stipendio.
Simile fisicamente all’attrice
Julianne Moore, cerca di salvare una relazione con un certo Thomas, dal quale
attende un invito a cena.
Spazientita di questa carenza di
attenzioni del suo presunto partner decide di sfruttare un’indagine su cui
lavora, per carpire i suoi segreti. In particolare mette sotto intercettazione
lo studio di uno psicologo che tiene in cura Thomas.
Sotto l’abito moderno e la vita
mondana, Jeanne nasconde un passato oscuro e segreto. La sua anima è infatti
rabbuiata dalla morte di sua sorella Marie.
A risvegliare questo orribile
ricordo, è la strana morte di un’infermiera brutalmente ammazzata da un
assassino assetato di sangue: un cannibale. Casualmente Jeanne si ritroverà
coinvolta nel caso, assistendo ad un sopralluogo del suo collega Taine,
responsabile della vicenda.
Naturalmente una volta
invischiata in questo caso, Jeanne non lo abbandonerà fino alla sua conclusione.
Si tratterà di una vicenda che coinvolgerà ancestralmente il giudice, che
dimenticherà i suoi problemi iniziali.
Avremo quindi una completa
trasformazione della protagonista che da donna di classe e con piccoli problemi
sociali diverrà eroina coraggiosa disposta a camminare nel fango e nelle
foreste paludose pur di venire a capo della situazione.
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Immagine classica dell'evoluzione dell'uomo. |
Accanto alla trasformazione
psicologica e comportamentale della protagonista, uno dei temi sarà quello
antropologico, del mutamento fisico degli uomini. Quindi, il modo in cui l’uomo
si è evoluto fisicamente e intellettualmente, sino ad avere una postura eretta
e un’intelligenza elevata.
L’approccio antropologico è
dovuto alle vittime di questo famelico assassino. Si tratta di tre donne simili
per caratteristiche fisiche e soprattutto per posizione lavorativa. Anche se
svolgevano professioni diverse, la base dei loro mestieri sembra avere un qualche
rapporto con la preistoria. Marion era un’infermiera presso un istituto
artistico; Nelly operava in un studio di genetica molecolare; Francesca
lavorava in un laboratorio in cui si fabbricavano uomini preistorici.
Come sono legate le tre vittime?
Perché l’assassino ha scelto proprio loro? Genetica, uomini primitivi e autismo
cosa hanno in comune?
Un terzo tipo di trasformazione
si ha nella struttura del romanzo. Il primo capitolo intitolato Prede, si basa
sulla situazione classica del thriller. Un assassino brutale che uccide le sue
vittime come bestie. Due giudici che indagano sul caso, scoprendo piccoli
indizi che ancora non fanno giungere alla soluzione.
La seconda parte Il bambino, è
invece un’abile thriller psicologico, in cui si comincia ad indagare sulla
personalità del killer.
Si finisce con un vero e proprio
viaggio culturale nel capitolo intitolato Il popolo. Assieme ai protagonisti
infatti saremo scaraventati prima in Nicaragua ed infine in Argentina, viaggio
conclusivo e rivelatore.
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Dipinto di Egon Schiele,
artista nominato nel romanzo. |
L’istinto del sangue è un romanzo
davvero interessante; un thriller con nozioni di antropologia e di geografia.
Grangè riesce a donare ai suoi romanzi un marchio di fabbrica, in cui oltre
all’esaltazione del male, c’è alla base un forte lavoro sulla psicologia
contorta di alcuni protagonisti.
Chi come me ha imparato a
conoscere le modalità di narrazione e di scrittura di Grangè, non avrà
moltissime difficoltà a trovare l’assassino in questo romanzo. Un cannibale
comunque perfetto che come tutto il romanzo seguirà la linea della
trasformazione….
TRAMA ORIGINALE: Parigi. Nel parcheggio sotterraneo di una casa di cura, le fioche luci al neon illuminano il corpo orribilmente dilaniato di Marion Cantelau, un'infermiera. Intorno al cadavere fatto a pezzi, impronte di mani e piedi nudi. Sulle pareti, vergati con sangue misto a polvere d'ocra, disegni simili a graffiti preistorici. Jeanne Korowa, giovane giudice istruttore di Nanterre, non dovrebbe nemmeno trovarsi lì, vi è capitata per caso, solo per aiutare un suo collega. Eppure la scena del delitto le è tristemente familiare e risveglia un dolore sconvolgente: la morte della sorella, uccisa nello stesso modo. E quella di molte altre donne, assassinate come lei. Un macabro rituale, perpetrato più e più volte nel corso degli anni. Per questo non può fare a meno di gettarsi a capofitto in un'indagine parallela. Un'indagine illegale e molto pericolosa, visto che il numero delle vittime continua a salire. Tutte donne, tutte collegate in qualche modo allo studio di uno psicoanalista, Antoine Féraud, e a un suo giovane e psicotico paziente. Jeanne è più che mai determinata a seguire fino in fondo questa pista, un sentiero accidentato di sangue e paura che la conduce fino in Nicaragua, in Guatemala, nelle paludi argentine e infine a Campo Alegre, nella terrificante Foresta delle Anime. Un luogo dove i misteri di un'antica civiltà gettano un'ombra crudele e inquietante su tutti coloro che vi si avventurano.
AUTORE: Jean Christophe Grangè
EDITORE: Garzanti libri
NAZIONE: Francia
ANNO: 2010
PAGINE: 510
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Sento parlare talmente bene di questo grangè che dovrò cominciare a darci una letta. Mi hanno consigliato il giuramento, cosa dici?
RispondiEliminaGrangè è in assoluto uno dei miei scrittori preferiti. Quanto a Il Giuramento hanno fatto benissimo a consigliartelo. Lo sto leggendo in questi giorni e mi sta prendendo moltissimo. Quindi ti consiglio di aspettare un altro paio di giorni (tempo di finire le ultime pagine e di pubblicare la recensione) e poi di correre a comprarlo;)
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