Quella
che voglio proporvi oggi è un'intervista doppia a due scrittori
noir/thriller. Ok, l'idea non è proprio delle più originali, lo
fanno da sempre Le iene e ultimamente ho letto di un'intervista
multipla della rivista Fralerighe.
Dopo
questo doveroso bagno di umiltà, posso svelarvi il perchè di questa
formula e soprattutto chi saranno i due intervistati.
Le
due cose sono strettamente collegate, e l'intervista doppia è dovuta
al fatto che i due scrittori pubblicano con la stessa casa editrice.
Essi sono: Massimo Rossi e Francesca Battistella.
Benvenuti
sul mio blog. Dato che questa formula particolare di intervista
dipende dalla vostra “appartenenza” alla stessa casa editrice è
doveroso cominciare con una domanda su questo tema.
1)
Come vi trovate con la Scrittura & Scritture, case editrice
napoletana? Come è nata la vostra collaborazione?
FB
Grazie per il tuo invito, prima di tutto, e poi risponderei subito
alla seconda parte della tua domanda. Direi che l’incontro con le
sorelle Corrado di Scrittura&Scritture era quasi predestinato. A
maggio 2010 – se non ricordo male – avevo spedito via mail anche
a loro il sommario di un romanzo terminato da poco. Mi rispondono che
gli piace e mi chiedono se non sia io l’autrice di Re di bastoni,
in piedi. Stupita, rispondo di sì. Avevano ricevuto il mio noir
mesi, prima per un’altra via. Cose che capitano, ma non di meno
appaiono come segni del destino. La nostra collaborazione è iniziata
così e continua, credo di poter affermare, con reciproca stima,
rispetto e affetto. Con loro mi trovo benissimo. Sono molto attente e
protettive con noi autori e bravissime nell’editing, non gli scappa
alcunché – con i gialli e i noir è una gran fatica, credetemi. Ho
ribattezzato il gruppo della casa editrice – le sorelle Corrado,
Vincenza Curcio dell’ufficio stampa, i grafici ecc. – Dream Team.
E questo la dice lunga, immagino.
MR Mi
sono affacciato al mondo editoriale, col mio bel manoscritto in mano,
senza conoscere praticamente nulla del suo funzionamento; allora mi
sono affidato a un'agente, Astrid Pesarino di Tempi Irregolari, e
quando mi ha proposto di pubblicare il mio romanzo con
Scrittura&Scritture, mi sono fidato della sua esperienza e
competenza. Non ho elementi di paragone, ma posso serenamente
affermare che è stata una scelta fortunata, in quanto l'impostazione
aziendale che le due sorelle Corrado hanno voluto dare e mantenere
con caparbietà, nonostante tutti gli enormi problemi che una piccola
casa editrice incontra ogni giorno, è la più vantaggiosa per uno
scrittore che ha ancora tutto da imparare. Loro, editrici ed editor,
danno massima importanza al rapporto umano, stimolano continuamente
gli scambi epistolari e i colloqui telefonici, non si sottraggono mai
a richieste di consigli, e da brave napoletane quali sono, non
disdegnano le battute e i momenti gioiosi. Certamente sono anche
parecchio rigorose ed esigenti, e le discussioni e i chiarimenti, a
volte anche caldi, non sono infrequenti.
2)
Con grande piacere, ho notato che questa casa editrice nuova e
temeraria, ama il contatto con i blogger e dunque con i lettori,
puntando forte sulle recensioni. Cosa ne pensate dei blog in generale
e di questa forma di comunicazione?
FB
Tutto il bene possibile. Nonostante in Italia la percentuale di
persone che usano Internet sia piuttosto bassa rispetto agli altri
paesi europei, i blog letterari rimangono un ottimo strumento di
diffusione delle informazioni e di scambi culturali. Un essenziale
luogo di incontro.
MR Quella
dei blog, e dei forum tecnici, è una forma di comunicazione
democratica che ha il grande pregio di mettere in contatto, e sullo
stesso livello, attori e pubblico, a costo praticamente zero. C'è,
invero, un costo latente ed è il tempo che uno deve quotidianamente
dedicare per non perdersi nel grande oceano delle opportunità e
delle proposte. Restando ai blog letterari, per un lettore poter
interloquire col suo scrittore preferito è un sogno, come pure per
uno scrittore sentire da lettori sconosciuti cosa hanno apprezzato
del suo romanzo e cosa invece non è piaciuto, è di grande utilità.
Tuttavia solo le persone sprovvedute possono ignorare che non è
tutto oro ciò che luccica: penso ad esempio a problemi derivanti
dall'anonimato, o a pressioni e condizionamenti commerciali. Non
dimentichiamo mai che chi produce libri deve prima di tutto produrre
utili per la sua azienda.
Avete
letto il romanzo dell'altro? Se si, cosa ne pensate?
FB
Certo che l’ho letto e mi è piaciuto molto. Massimo ha un grande
talento, un vero rispetto della lingua italiana e un uso veramente
straordinario delle parole. Mai una di più o di meno, mai qualcuna
fuori posto. Precisione e accuratezza nelle descrizioni sia dei
paesaggi, che delle situazioni, che delle persone. Leggendo si ha la
netta sensazione di essere su quella montagna, di vedere quei prati,
quegli alberi, di sentire il profumo dei boschi e udire la voce dei
protagonisti. Massimo ha costruito una storia complessa dotandola di
un meccanismo perfetto. Chapeau!
MR Certamente,
ho letto "La stretta del lupo" e prima ancora avevo letto,
sempre di Francesca, "Re di bastoni, in piedi." La prima
impressione che ho avuto immergendomi nella lettura delle sue pagine
è che Francesca, magari inconsciamente, fosse stata in grado di
"creare" un genere che ancora non esisteva, una sorta di
thriller rosa realistico definito dalla veracità dei suoi
personaggi. I colloqui tra di loro ti portano con semplicità e
leggerezza direttamente nel set della storia. Se poi sono colloqui
tra napoletani, il set è la città stessa, la confusione grottesca e
variopinta delle sue strade, il trambusto popolare, e la genuinità
disillusa della gente comune, spesso caricatura di se stessa.
Francesca ha vissuto in molti luoghi, ha fatto tante esperienze, e ha
attinto da molte relazioni umane. Adesso, con facilità e
immediatezza, ce le fa ritrovare tutte, spargendole nelle sue pagine.
Ho l'impressione che Francesca, mentre scrive le sue storie, si
diverta un mondo.
4)
Una delle caratteristiche che ruberesti all'altro nel modo di
scrivere.
FB
Forse proprio il suo modo di raccontare così preciso e tranquillo.
In una recensione sul Bosco qualcuno ha scritto ‘non sembra il
romanzo di un esordiente’ ed è vero. Non ha incertezze o
sbavature. Ecco cosa provo: invidia e ammirazione.
MR La
naturalezza dei colloqui. Non è facile inserire in una descrizione
un colloquio che risulti realistico. Bisogna spogliarsi dell'abito
del narratore e vestire quello dei personaggi. Poi bisogna sapersi
ascoltare: se non si sa fare bene, il colloquio risulterà forzato,
fastidioso come uno scalino, qualcosa di estraneo e irreale nel
contesto della pagina. Per il resto, mi è difficile estrarre un
particolare dai romanzi di Francesca. Essi mi fanno pensare a quei
grandi quadri di Bruegel, ricchi di personaggi e di ironia, che vanno
visti nella loro meravigliosa interezza, più che nel dettaglio.
5)
Un consiglio che daresti all'altro per un'ulteriore crescita.
FB
Veramente non saprei. ‘Dare consigli’ non è nelle mie corde.
Credo che ognuno abbia la sua cifra narrativa, una cifra che cresce e
si sviluppa proprio scrivendo. In altre parole, più scrivi più
impari a scrivere; anche se il tuo primo lavoro è molto buono ci
sono sempre margini per superarsi. Sono curiosa di leggere il suo
prossimo libro.
MR Non
penso di poter dare consigli a una scrittrice come Francesca.
Parlando con lei, una volta, le chiesi se non si sentisse pronta per
scrivere un romanzo incentrato sulle relazioni umane, quelle
problematiche dei giorni nostri (tipo Acciaio, per intenderci). A mio
parere, potrebbe mettere in campo tutta la sua grande capacità di
penetrare psicologicamente personaggi anche molto differenti tra di
loro e sono sicuro che, dosando ironia e levità, saprebbe comporre
una indimenticabile e umanissima commedia, un affresco multicolore di
questa nostra sfibrata società, riuscendo a sdrammatizzarne anche
gli aspetti più dolorosi.
6)
Entrambi puntate su un cast ricco di personaggi, ma anche su un’icona
femminile che indaga sui casi principali. Come nascono questi personaggi,
prendono spunto da persone che conoscete realmente oppure da film,
altri libri, tv?
FB
Per quanto mi riguarda direi che i miei personaggi sono di pura
fantasia. Certo, dentro di loro c’è tutto quello che ho visto,
letto, ascoltato e osservato nel corso della mia vita. Una specie di
torta ‘maison’ come direbbe il mio compagno, fatta con tutto
quello che è rimasto nel frigo. Nei miei libri i personaggi sono
frutto della fantasia e dei ricordi che riesco a rievocare.
MR I
personaggi dell'Ombra del bosco scarno sono frutto della storia e del
messaggio che mi ero proposto di comunicare prima di mettermi a
scrivere questo romanzo. Tutti a parte uno, il bambino Aron, che
rappresenta il germe iniziale di tutto. Aron, l'innocenza violata dal
male, come un neonato non ha bisogno di parole per esprimersi. Lo fa
con lo sguardo e attraverso i disegni. E' un altro ragazzo che gli
insegna a dipingere, e ha un handicap mentale: l'arte richiede cuore
non cervello. E così, collegando un personaggio all'altro, ho
composto il cast, occupando i nodi della trama, per cercare di
renderla solida. Pur avendo struttura simile al thriller, io
preferisco definire il romanzo un noir, dove l'ambientazione fa parte
della storia e i personaggi sono funzionali al messaggio da
comunicare. Qualcuno ha scritto che alla fine della lettura si resta
con più domande che risposte. Penso allora di aver raggiunto un
risultato, che non è quello di imporre una mia visione su alcuni
problemi tipici di questa nostra età, ma quello di aver provato a
sollevare dei dubbi, a smuovere lo stagno dove galleggiano i luoghi
comuni, a passare il dito sul vetro ed evidenziare la patina di
ipocrisia, a far sì che il lettore, chiuso il libro, si faccia delle
domande e si dia le risposte che ritiene più giuste.
7)
Quale personaggio vi somiglia di più del vostro libro?
FB
Alfredo Filangieri c’est moi …parafrasando Flaubert …
MR Helena,
il personaggio principale, psicologa ed ex-poliziotta, ha un
carattere volitivo, indipendente, tenace, ma è anche una donna che
si emoziona facilmente e ha una scala di valori che la rendono molto
umana. Ci sono tratti nella sua personalità in cui mi riconosco,
anche se conoscere se stessi, fino in fondo, è un'impresa a volte
molto complicata.
8)
Come è nata la passione per la scrittura e come nascono i vostri
romanzi?
FB
Per me la passione per la scrittura è passione del racconto e del
raccontare. Da bambina amavo le favole, le grandi opere come
l’Odissea o la Divina Commedia o le tragedie di Shakespeare che mia
madre era costretta a narrare nella speranza di farmi mangiare. E poi
le storie di guerra dei miei genitori e dei miei nonni, le loro vite
e quelle dei loro amici. E dopo questa scorpacciata, giovanissima, ho
provato a scrivere con esiti disastrosi. Ho smesso, ho ripreso, ho
letto molto, sono cresciuta o forse invecchiata. I ricordi, tutti,
sedimentano e poi arrivano improvvisi, si mescolano e diventano una
storia compiuta. I miei libri nascono così.
MR Quando
un bimbo impara a scrivere la sua prima parola, è un giorno di
festa. Perché saper scrivere spalanca davanti a sé un mondo nuovo.
Scrivere, raccontare per iscritto, narrare: sembrano conseguenti,
eppure c'è un abisso tra il saper scrivere e il saper narrare. Ho
cominciato da piccolo, con le poesie e i raccontini, letti alle
feste, coi parenti che battevano le mani. Poi la curiosità per le
scienze e la passione per la tecnologia mi hanno impegnato a fondo
negli anni universitari e non mi sono più dedicato seriamente alla
narrativa. Per fortuna non ho mai smesso di leggere, e questo da una
parte ha funzionato da training, dall'altra ha sempre tenuto vivo il
desiderio di scrivere un romanzo tutto mio. Uno effettivamente lo
scrissi negli anni in cui internet era agli albori e dopo averlo
spedito a due case editrici senza risposta, andò perso. Due anni fa,
la scintilla: partecipai con un racconto a un concorso a tema
sportivo, arrivando secondo. Grandi apprezzamenti via email, e da qui
la spinta a scrivere il mio primo romanzo.
9)
Romanzo unico o personaggi seriali?
FB
Proprio adesso sto terminando il seguito de La stretta del lupo. Ho
sempre detto che non ero in grado di scrivere ‘sequel’ e invece …
mai dire mai!
MR Personalmente,
e intimamente, sono per il romanzo unico. Perché a me piacciono le
grandi storie, emozionanti, commoventi, coinvolgenti. In queste
storie, sono i personaggi che si adattano a loro, che si devono
"inginocchiare" davanti al fluire degli eventi narrati. I
personaggi sono organi concatenati di una macchina perfetta che è la
storia. A mio parere, i personaggi seriali sono forzature che
costringono l'autore a creare la storia attorno al personaggio,
quindi a capovolgere la mia visione di romanzo. I personaggi seriali
sono qualcosa di molto simile a un'operazione commerciale che sfrutta
fino all'osso il successo di una grande storia e spesso capita di
leggere repliche senza consistenza e senza passione. E la stessa cosa
capita coi film. I personaggi seriali, come i killer seriali,
rischiano di essere molto poco verosimili, e d'accordo che la
narrativa è finzione, ma la rappresentazione della realtà dovrebbe
essere perlomeno cercata.
10)
I vostri romanzi preferiti quali sono?
FB
Da ragazza ero un’appassionata di fantascienza. Oggi, da lettrice
bulimica, divoro un po’ di tutto dal thriller sanguinolento al
romanzo classico al saggio di storia alla biografia. Mi manca solo
l’elenco del telefono, ma prima o poi ci arriverò …
MR Ho
amato, nei vari periodi della mia vita, autori e generi differenti,
cosicché mi è difficile estrarre titoli senza dilungarmi in un
elenco interminabile. Allora ne ricorderò uno per ogni decennio
della mia vita. Fino ai dieci anni, Cuore, che in casa abbiamo
consumato, la piccola vedetta lombarda mi faceva piangere ogni volta.
A vent'anni Solgenitsin, col suo tremendo Arcipelago Goulag, che ogni
tanto riprendo in mano per leggere qualche capitolo. A trent'anni lo
stupendo Il male oscuro di Giuseppe Berto, un autore che mi ha
insegnato a scrivere, e del quale ho adorato lo stile personalissimo.
A quaranta Il nome della rosa, successo planetario di uno strepitoso
Eco, che mi aveva fatto tornare la voglia di scrivere. A cinquanta
Richler, con la sua Versione di Barney, un libro straordinario,
l'unico nella mia vita ad aver letto tre volte. E adesso, passati i
cinquanta? Prima di arrivare alla prossima scadenza, manca ancora
qualche anno, quindi ho ancora un po’ di tempo per pensarci.
11)
Progetti futuri?
FB
Continuare a scrivere sperando che l’ispirazione non venga meno e
che il livello dei miei scritti migliori e non deluda, mai. E poi
leggere ancora, c’è così tanto da leggere e da imparare.
MR Rimanendo
in ambito letterario, il mio progetto più ambizioso è quello di
narrare una Storia con la esse maiuscola, quella che mi coinvolga
nella testa e nel cuore, che mi faccia soffrire e piangere, che mi
prenda per la gola fino a togliermi il fiato, che prosciughi tutta la
mia passione in modo da poterla riversare sulle pagine e consegnarla
ai lettori, la Storia Totale dal finale straordinario che metta a
posto tutto. O quasi tutto. Forse questo è il sogno di ogni
scrittore. Ma non ho fretta, se me la merito, questa storia arriverà,
e allora comincerò a scriverla. Intanto, però, molto umilmente ma
con molto entusiasmo, ho scritto altri due romanzi, e un altro ancora
è a metà della stesura. Ancora non so se diventeranno libri: io li
ho scritti pensando ai lettori, e spero che loro un giorno potranno
tenerli tra le mani.
12)
Non solo di thriller è fatta la vostra vita. Di cosa vi occupate
nella vita quotidiana?
FB
Da anni non lavoro più in senso stretto. In compenso, visto che
abbiamo una casa piuttosto grande e molti amici, quasi tutte le mie
attività sono legate a questo: cura della magione, pranzi e cene per
gli amici. Poi ci sono i nipotini: quando arrivano, stare con loro è
un lavoro a tempo pieno. Ogni tanto un viaggio, soprattutto a Massa
Lubrense, dopo Sorrento, dove ho una piccola casa che adoro. Finito!
MR Seguendo
le mie inclinazioni scientifiche, ho studiato da ingegnere, e la
laurea mi ha dato la possibilità di lavorare in aziende meccaniche
dell'ex mitico nordest. Attualmente la gravissima crisi economica ha
spazzato via impietosamente parecchie realtà storiche di questa
regione, altre sembrano frastornate e incapaci di reagire. La crisi è
un'ossessione che colpisce le persone non solo a livello economico ma
anche psicologico, e quando si occupano posti di responsabilità la
sofferenza è ancora maggiore. Riuscire ancora a scrivere, con
serenità, in pausa pranzo, o nelle ore notturne, non è proprio
semplice. Erigere barriere per impedire alle preoccupazioni di
monopolizzare i tuoi pensieri è sempre più complicato. Ma queste
sono terre bagnate dal Piave e i nostri vecchi ci hanno insegnato col
sangue cosa significa resistere.
Bene,
possiamo dire che questo piccolo esperimento è concluso. Grazie
mille per la disponibilità e la partecipazione e in bocca al lupo
per i vostri prossimi progetti.
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