Nu sacc d' vot aggj pnzat d lascià la fatij p ddcarm sultant allu blog, ch dvntà nu junr nu giurnalist famos.
Ch frtun u saccj che na' strunzat, sno rischiev d fè la fin d Luciano d Reality.
Voto 7,5. In questo napoletano maccheronico (misto al pugliese) comincia la mia recensione del nuovo film di Garrone: Reality. Chi ha già visto il film, capirà il perchè di questa mia introduzione, chi ancora no, lo capirà guardandolo.
Nella sua breve carriera cinematografica, Matteo Garrone ha già dimostrato di avere personalità e di sapere dare un'impronta ai suoi film.
Gomorra e Reality sono due film che seppure con tematiche diverse, mostrano una visione del mondo abbastanza cruda e senza fronzoli.
Oltre che sui contenuti, la mano di Garrone è ben visibile nella regia. Inquadrature in movimento che riprendono i protagonisti alle spalle sono un marchio di fabbrica, utili anche a dare un forte senso di realtà alle sue pellicole.
Reality in realtà comincia in maniera favolistica con una imperiosa carrozza che trasporta due sposi in una sala matrimonio.
Matrimonio simbolo della favola classica ma anche di quella napoletana e di tutta l'Italia meridionale. Un sogno troppo reale e realizzabile soppiantato negli ultimi anni da sogni più gloriosi e meno sfarzosi. Uno di questi sogni è quello dell'apparire a tutti i costi, del diventare protagonisti e popolari. Il mezzo più sfruttato è stato quello televisivo, che con i reality show ha permesso a centinaia/migliaia di persone di "entrare" nella tv.
Perfetti sconosciuti divenuti celebrità grazie a programmi come il Grande Fratello, che a furia di illudere protagonisti improvvisati si è a sua volta illuso di essere una grande trasmissione. Gf che ha sedotto e abbandonato tantissime nuove celebrità e che a sua volta è stato sedotto e abbandonato dal grande pubblico.
Garrone colloca il suo film nel momento in cui Il Grande Fratello seduceva e abbandonava i suoi concorrenti e aspiranti tali. Uno di questi diventa Luciano, un umile commerciante di pesce che vive la sua vita con la sua famiglia e tutti i suoi familiari a Napoli.
L'inizio di Reality ci mostra un protagonista tranquillo che vive serenamente la sua vita. Nonostante alcune velleità artistiche mostrate in alcuni matrimoni in cui si esibisce, Luciano non ha aspirazioni egocentriche.
Spinto dai suoi figli Luciano decide di fare un provino, all'interno di un centro commerciale, per entrare nella casa del Grande Fratello.
Il provino va bene, così Luciano viene convocato a Roma per un secondo provino.
Da qui comincia un gioco paranoico del protagonista all'esterno della casa del Grande Fratello. Un eterno aspirante illuso e auto-illuso che non riesce più a sopravvivere alla vita normale.
Attraverso una maschera goliardica e divertente, Matteo Garrone regala al pubblico un film fortemente drammatico che ci mostra come gli individui siano disposti a tutto pur di apparire. Da tale concetto credo di non essere esente nemmeno io, mettendomi in "luce" attraverso recensioni e considerazioni personali.
Ma se il web è uno strumento più vasto, la tv è un mezzo generalista che veicola grandi masse.
Il bello di Reality sta proprio nell'accostamento tra vita reale e presunta vita nel mondo dello spettacolo di Luciano.
Nell'esprimere il senso di realtà, Napoli è sicuramente il luogo più adatto. A rendere ancora più veritiero questo racconto, oltre l'uso costante del dialetto napoletano, sono i protagonisti del film di Garrone. Un esempio su tutti è lo stesso Luciano, interpretato magistralmente da Aniello Arena, un detenuto che esibisce un volto e una teatralità alla De Niro.
Il rischio paradossale di Reality è quello di diventare a sua volta un donatore di false speranze come il Grande Fratello. L'esempio lampante è quello del buon Ciro, protagonista di Gomorra, riciclato oggi in alcuni reality e utilizzato in ruolo marginale in questo film.
tipico slang meridionale :P diciamo che inizia molto molto bene, la seconda parte si ferma un pò troppo sullo stesso tema...ottimo prodotto italiano cmq:)
mi dicono che la frase d'apertura l'ho capita eheh :)
RispondiEliminauno dei migliori film italiani degli ultimi anni, e non è che ci vada molto, però poteva essere ancora più grande e originale...
tipico slang meridionale :P
Eliminadiciamo che inizia molto molto bene, la seconda parte si ferma un pò troppo sullo stesso tema...ottimo prodotto italiano cmq:)