Sapete, l’uomo tende a non
pensarci troppo, ma sarebbe bastato che un’infima porzione della popolazione
aracnea avesse raggiunto anche solo le dimensioni di un gatto, per far sì che
la nostra specie sparisse, interamente divorata da questi predatori.
Voto 6,5. Questa frase, che
sicuramente non rallegrerà chi soffre di aracnofobia, racchiude l’anima del
romanzo: Il veleno del ragno di Maxime Chattam.
Una storia dunque che incuterà
molto timore a chi teme a dismisura quegli strani insetti che con la loro tela
incastrano inconsapevoli vittime. Ragni che tuttavia non vengono percepiti come
pericoli mortali dalle nostre parti, in quanto si tratta di aracnidi dalle
dimensioni ridotte, rispetto a quelli ben più pericolosi trovabili in
Australia.
Fauna che sarà ritrovabile anche
ne
Il veleno del ragno: terzo e ultimo romanzo della trilogia del male, come
affermato dallo stesso scrittore nelle note di chiusura, preceduto da
L’anima del male e
In tenebris, già recensiti su questo blog.
Essendo il fanalino di coda di
questo trittico oscuro e violento, non potranno non mancare paragoni e rimandi
ai vecchi romanzi, sebbene Chattam in appendice indichi come questa storia sia
leggibile separatamente dalle altre.
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Latrodectus menavodi. |
Il veleno del ragno, a mio
avviso, è qualche gradino sotto alla precedente produzione di Chattam. Quest’ultimo
aveva assuefatto i suoi lettori, che nelle prime pagine di questo romanzo si
trovano un po’ spaesati. Ambientazioni naturali e pacifiche che diventano
scenari di morte a causa di ragni malvagi e velenosi.
Il fratello di Larry Salhindro
viene infatti rinvenuto morto in una foresta, sul suo braccio una puntura di un
ragno. A spaventare è soprattutto la sua espressione terrorizzata,
caratterizzata da una bocca spalancata.
L’episodio non è isolato, altre
persone sono già state morse dai ragni, i quali hanno trovato la loro
ambientazione ideale a Portland.
Questo piccolo scorcio potrebbe
avere un duplice effetto: spaventare tantissimo gli aracnofobi e terrorizzare
gli amanti del thriller puro, che scarterebbero a priori questa pseudo-indagine
su dei ragni assassini.
Una trama molto horror-fantasy
che avrei scartato anch’io a priori, se non avessi letto i due precedenti
romanzi di Chattam.
Tuttavia la mano umana,
precisamente di un serial killer umano, è visibile. Una strana figura aleggia
nei luoghi infestati dai ragni, il cui scopo è quello di seminare morte e
terrore.
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Atrax Robustus: il ragno di Sidney. |
Per scoprire la sua identità
naturalmente dovrete aspettare le battute conclusive del romanzo e dovrete
affidarvi agli investigatori: Joshua Brolin e Annabel O'Donnel.
Sebbene Joshua sia diventato un
investigatore privato, la morte del fratello di Salhindro lo posiziona sulla
scena del crimine. Al suo fianco Annabel, capitata “per caso” a Portland.
I due si confermeranno una coppia affiatata
nell’ambito investigativo, mostrando qualche frizione nella vita privata.
Due eroi che confermano la loro
forza morale, la loro sagacia e astuzia investigativa, il loro saper affrontare
il male e immergersi nelle tenebre. Due personaggi che i più critici
definiranno senz’altro stereotipizzati, in cui manca ironia e voglia di vivere.
Dati questi ingredienti, il mix
finale è abbastanza positivo. Dopo una partenza diesel, Il veleno del ragno
comincia a crescere di ritmo e interesse. Chattam si rivela un ottimo
giallista, abile nel nascondere il volto del serial killer e le sue
motivazioni.
Un romanzo dal sapore anche
scientifico, che ci farà scoprire il potenziale di questi “aracnidi” che molto
spesso consideriamo innocui “insetti” fastidiosi….
TRAMA ORIGINALE: Da qualche tempo, inspiegabilmente, tra i cittadini di Portland, nel “tranquillo” Oregon, si sono diffusi casi di punture di ragni, spesso con esito mortale, come nell’uomo trovato cadavere nella National Forest con in corpo una spropositata dose di veleno e sul viso una smorfia di puro orrore. Nelle indagini vengono coinvolti Joshua Brolin, ex profiler dell’FBI e ora investigatore privato, e la detective newyorkese Annabel O’Donnel, in visita a Brolin. Dopo una telefonata anonima, nella stessa foresta viene scoperto il cadavere di una donna: appeso tra i rami di un albero, pare mummificato, avvolto in quello che sembra il gigantesco bozzolo di una tela di ragno. L’autopsia rivela che la vittima è stata eviscerata: sul corpo nessuna traccia di apertura, come se i suoi organi fossero stati aspirati, proprio la tecnica che usano i ragni iniettando il veleno nelle loro prede. Nel frattempo alcune donne vengono rapite, strappate di notte dal letto in cui dormono accanto ai mariti. Finché lo stesso Brolin viene punto da un ragno, e risulta clinicamente morto…
Complimenti per l'impegno e la celerità. Avevo anche sentito che l'ultimo era il migliore, e tu dici che è un pelino sotto le aspettative. Vedrò di compiere il miracolo e chiudere questa trilogia.
RispondiEliminaGrazie ;) Il veleno del ragno non mi ha convinto soprattutto nella prima parte, poi si evolve abbastanza bene...il migliore per me resta L'anima del male. Aspetto le tue recensioni sulla trilogia ;)
EliminaOK. Allora le rece te le leggerai in casa di riposo... ;)
EliminaNon amo particolarmente i ragni e non so bene cosa aspettarmi..ma mi sa che rimando per un po' l'ultimo capitolo della trilogia per non rovinare il giudizio complessivo e mi dedicherò ad altro :)
RispondiEliminaL'inizio è molto ragno :D secondo me questo è il meno bello della trilogia, abbandono anch'io per un pò Chattam, con la promessa di dedicarmi in futuro ad altri suoi romanzi :)
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