Voto 6,5. Omicidio a luci rosse di
Brian De Palma del
1984 visto oggi sembra un thriller un pò naif, un pò metacinema e un pò commedia italiana anni 70-80.
Protagonista della storia è Jake Scully (Craig Wasson) attore cinematografico alle prese con un ruolo da vampiro. Improvvisamente viene fuori la sua claustrofobia, che lo rende immobile e inutile all'interno della pellicola. Jake, liquidato in anticipo dal regista, torna a casa dove scopre la sua compagna che lo tradisce beatamente.
Senza un lavoro certo, una compagna e un tetto, Jake è fortunato almeno sul fronte amicizia. Il suo collega e amico Sam Bouchard (Gregg Henry) gli offre un luogo in cui stare per un pò.
Luogo che si rivelerà magico e fatato, un pò ufo e un pò sala cinematografica per adulti: con un binocolo l'abitante della casa ogni sera potrà assistere allo spettacolino a luci rosse di un'avvenente vicina.
Niente misteri, niente omicidi, nessuna scena terrorizzante nelle prime scene di questo Omicidio a luci rosse, conosciuto in patria come Body Double (titolo pertinente e molto significativo per la comprensione finale), a meno che non abbiate paura di un vampiro palesemente finto o di una donna che balla mezza nuda vicino la sua finestra.
Un inizio a tratti comico e grottesco, molto vicino alle commedie nostrane con Banfi e Vitali che dal buco della serratura osservavano le varie Fenech e G. Guida, intente a spogliarsi o lavarsi.
De Palma sembra anticipare i tempi moderni, caratterizzati dalla curiosità nel guardare la vita degli altri e la ossessione per il sesso/sessualità (elemento che non tramonta mai).
Il guardone di turno in questo caso è Jake, stregato dagli spettacolini della sua dirimpettaia e incuriosito da uno strano indiano che sembra seguire la donna.
L'identità della donna e dell'indiano saranno i veri enigmi che dovrà risolvere Jake, per risolvere un intreccio perverso ed enigmatico.
Omicidio a luci rosse è un film che gioca almeno su due livelli. Da un lato abbiamo quello più semplice, caratterizzato da una storia "strana" in cui un attore guardone si infatua di una donna avvenente, finchè uno strambo indiano non rompe le "uova nel paniere".
L'aspetto più interessante è sicuramente il secondo livello, quello simbolico e meta-cinematografico. Quello in cui si gioca con il corpo degli attori, mascherandoli, modificandoli, facendoli diventare persino dei vampiri coraggiosi; molto significativa la scena finale in cui scorrono già i titoli di coda...
GENERE: Giallo, Thriller
REGIA: Brian De Palma
SCENEGGIATURA: Brian De Palma, Robert J. Avrech
ATTORI: Craig Wasson, Melanie Griffith, Gregg Henry, Deborah Shelton, Guy Boyd, Barbara Crampton, Lane Davies, Dennis Franz, David Haskell, B.J. Jones, Monte Landis, Russ Marin, Al Israel, Douglas Warhit,Rebecca Stanley, Linda Shaw
ma questo è uno dei migliori thriller di sempre!
RispondiEliminaBello però un pò strano, ottima soprattutto la chiave simbolica e metacinematografica a mio avviso...
EliminaNon è un pò pochino 6,5 ? Stranamente d'accordo con il Cannibale, qui siamo di fronte a un capolavoro.
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