Lars
Kepler è lo pseudonimo dietro cui si celano due autori svedesi,
marito e moglie.Vivono a Stoccolma con le loro tre figlie, a pochi
metri dalla centrale di polizia. Sono appassionatissimi di cinema e
da quando si conoscono guardano almeno un film al giorno. Entrambi
sono scrittori, ma nel 2009 hanno deciso di sospendere
momentaneamente le loro carriere separate per provare a scrivere un
romanzo insieme. Ne è nato il caso editoriale europeo del 2010,
"L'ipnotista" (Longanesi), che ha scalzato dalla vetta
delle classifiche svedesi la trilogia di Larsson. "L'ipnotista"
è ora un film diretto da Lasse Hallström.
Questa
la nota più diffusa che compare dietro i romanzi di Lars Kepler.
Come al solito io cercherò di ricostruire la bibliografia della
coppia di scrittori, in base alla mia esperienza di lettore.
Il
mio percorso con Alexander
Ahndoril (Upplands Väsby, 20 gennaio 1967)
e Alexandra Coelho Ahndoril (Helsingborg, 1966)
comincia in maniera particolare, una specie di colpo di fulmine
libresco, un'attrazione epidermica. Si perchè, ammetto che ai tempi
(nel 2010) non ero ancora un lettore onnivoro e compulsivo di
thriller, cibandomene solo spasmodicamente. Inoltre non ero un
assiduo frequentatore di siti di letteratura thriller e nemmeno un
blogger, da qui si spiega anche l'assenza della recensione su
L'ipnotista.
La
mia attenzione dunque fu attratta dagli elementi di base del
marketing letterario: copertina e trama; ovviamente riguarda il primo
romanzo di Lars Kepler: L'ipnotista.
La
bellezza estetica è corrisposta per fortuna ad una "bellezza
interiore", tanto da far finire L'ipnotista (voto 7,5) nella
Classifica dei miei romanzi thriller preferiti. Una storia ben
congegnata, impostata soprattutto su Erik Maria Bark, un celebre
ipnotista. La forza di questo romanzo è stata anche notata dal mondo
del cinema, che in questo 2013 ha dato vita a L'ipnotista di Lasse
Hallstrom.
Sempre
del 2010 nasce L'esecutore (voto 5), il romanzo meno riuscito della
saga. Il maggior difetto risiede nell'onnipotenza e nell'eccessiva
perfezione del commissario Joona Linna. L'esecutore è comunque utile
nel presentare il vero protagonista degli scrittori svedesi.
Nel
2012 è il momento de La testimone del fuoco (voto 6,5), un thriller abbastanza
classico incentrato su un college ed una strana veggente. Immancabile
sarà l'intervento del commissario Joona Linna.
Il
nuovo arrivato della saga è L'uomo della sabbia (voto 7,5), forse il
romanzo che per qualità si avvicina maggiormente a L'ipnotista. Come
sottolineato nella recensione, un thriller incentrato sulla
figura dell'antagonista: lo spietato serial killer Jurek Walter.
Nonostante
i personaggi siano quasi sempre gli stessi, grosso modo i romanzi di
Lars Kepler possono anche essere letti non in ordine cronologico.
Una
delle qualità che apprezzo in maniera particolare di questo duo di
scrittori svedesi è la capacità di non dipendere dal protagonista
principale. Joona Linna sebbene risulti sempre uno dei pilastri dei
loro thriller viene alternato sapientemente ad altri personaggi, vedi
Erik Maria Bark o Jurek Walter.
Come la maggior parte dei thriller scandinavi, anche gli scritti di Lars Kepler hanno un ritmo non velocissimo, che a lungo andare potrebbero scoraggiare il lettore.
La mia media voto personale, che si aggira intorno al 6,62, non colloca Lars Kepler nel gradino più alto dei miei scrittori preferiti, tuttavia continuerò a seguire la saga che sicuramente si arricchirà di nuovi episodi e personaggi.
Qual'è il vostro rapporto con Lars Kepler?
Aggiornamento: Nel 2015 è la volta di Nella mente dell'ipnotista, in cui Lars Kepler rimette in scena Erik Maria Bark, l'ipnotista.
Non abbiamo ancora un rapporto :P
RispondiEliminaSenza dubbio prediligo i romanzi che non ripropongono gli stessi personaggi, soprattutto nei thriller, mi piace avventurarmi in terreni totalmente inesplorati in questo genere e ritrovare anche solo lo stesso detective a volte mi frena (e annoia).
Poi ci sono ovviamente le eccezioni (vedi Il Suggeritore/L'Ipotesi del Male di Carrisi) e potrebbe diventarlo anche Kepler...
Sono d'accordo con te, anche perchè se l'autore si basa su un "detective buono" il colpo di scena finale non potrà essere grandissimo, dovendo preservare il protagonista.
EliminaCon il tempo cmq ho cominciato ad apprezzare anche i thriller seriali, vedi Jo Nesbo e Carrisi.
Con Kepler secondo me potresti procedere anche a saltelli, evitando L'esecutore :)