Salve Piergiorgio e benvenuto su 50/50 Thriller. È la prima “intervista” che ti faccio e dunque partirei dall’inizio. Come nasce la tua passione per la scrittura?
R. Grazie mille per quest’invito, è un piacere essere qui… Come sempre accade, è nata prima la passione per la lettura. Ho avuto la fortuna di avere sempre a disposizione una marea di libri, sin da quando ero solo un bambino, e tutti quei tomi hanno sempre esercitato un certo fascino su di me. Poi le mie letture si sono contaminate ai fumetti, ai Dylan Dog che prendevo in prestito ai miei cugini più grandi, graphic novel, romanzi d’appendice, e così via. La scrittura è arrivata parecchio dopo. Sono stato e rimango un grande lettore.
D. Passando dal generale al particolare, ti chiedo: Com’è nata la saga di Biagio Mazzeo?
R. Volevo creare un romanzo di ampio respiro, corale, con tanti personaggi. E’ stato un esperimento: mischiare la serialità narrativa di stampo classico e ottocentesco (Dumas, Hugo, Dickens) con quella televisiva (I Soprano, The Shield, Sons of anarchy), tutto in una cornice noir con un taglio fortemente drammatico. Sapevo che volevo raccontare il mondo della legge da un’angolazione diversa, e alcuni fatti di cronaca mi hanno spinto verso il problema della corruzione nelle forze dell’ordine, sebbene poi il problema della corruzione – nella saga e nella vita reale – si sia esteso a tutti gli apparati.
D. Nonostante ci siano numerosi personaggi importanti, Biagio Mazzeo è la star delle tue storie. Com’è nato? Prende spunto da qualche personaggio che conosci?
R. In una piccola parte sì, ma ho giurato di tenerne segreta l’identità. Biagio è il protagonista di cui avevo bisogno: un uomo molto intelligente e scaltro, complesso, in guerra con se stesso. Un uomo forte e marmoreo, ma con una fragilità legata agli affetti che per lui costituiscono una debolezza. E’ un personaggio drammatico, che ama e odia con una violenza brutale. E’ carismatico, e ha un magnetismo animale, così come tutte le persone estremamente determinate. Ma è anche un uomo che sta cambiando. L’incontro con Sergej Ivankov ha innescato una mutazione in lui; Mazzeo vorrebbe diventare come il mafioso ceceno, ma sa che per farlo deve rinunciare a qualcosa di molto prezioso. Questo è grande fonte di conflitto per lui. E’affamato di amore, ma sa che quel frutto prelibato potrebbe essere avvelenato… In questo momento lo vedo come un uomo ossessionato, circondato da fantasmi e sensi di colpa.
D. Corruzione, illegalità, brutalità, crudeltà. Queste alcune caratteristiche dei tuoi romanzi, quante appartengono alla realtà del nostro paese? Quanto attingi dal contesto in cui viviamo?
R. La filosofia che sta alla base della Collana narrativa che mi ospita, la Sabot-Age, è quella di attingere a piene mani dalla realtà, dalla melma oscura che noi incuranti calpestiamo. A differenza di alcuni miei bravissimi colleghi di Collana, io comunque rimango un romanziere più che uno scrittore. Cerco di scrivere romanzi di evasione e intrattenimento puri, quindi molta della loro riuscita si basa sul sapere miscelare con cura dosi di realtà con fiction. E’ naturale che per necessità narrative alcune componenti come quelle da te citate vengono esasperate – brutalità, violenza – perché funzionali alla storia e ai personaggi. Ma la gran parte purtroppo sono realtà quotidiane. La ‘ndrangheta, la corruzione della politica, l’esasperazione della violenza in alcune grandi città, sono sotto gli occhi di tutti. Alcune, invece no, o quantomeno c’è ancora qualche riserva a parlarne. Nel mio piccolo ho cercato di affrontarle (soprattutto ne La notte delle pantere) innestandole in un contesto narrativo noir, ma sono sicuro che il messaggio, tra le righe, arriverà a chi di dovere…
D. Nel corso delle tue storie hai sacrificato alcuni personaggi importanti. È doloroso privarsi di essi?
R. Molto. Però appartengo a quella cerchia di romanzieri che ritiene la storia il punto di cardine di tutte le decisioni. La storia è la mia regina, e farei qualsiasi cosa pur di servirla. Anche sacrificare personaggi, se lo scopo è più alto… Ma se ciò mi è utile per portare avanti la storia e mostrare sfaccettature psicologiche diverse dei personaggi principali, innescandone l’evoluzione, creando ulteriori conflitti, allora penso di diventare uno dei romanzieri più spietati in circolazione.
D. Leggendo i tuoi romanzi, confesso di essermi molto affezionato ai tuoi personaggi principali, considerandoli quasi miei “amici” in quanto mi hanno accompagnato per diversi giorni. Una volta che li regali al tuo pubblico, sei un po’ geloso?
R. Mai. Anzi, a volte dagli scambi con i lettori, dalle recensioni, o da una semplice commento sui romanzi, riesci a cogliere delle sfaccettature dei tuoi personaggi che non pensavi di aver dato loro. In questo i lettori sono molto sensibili, e ti aiutano a completare il mosaico che hai costruito. Io credo che i romanzieri non consegnino mai al lettore un mosaico completo: danno un’opera di massima, grezza. E’ il lettore poi a lavorare di fino, miscelando le tonalità, inserendo le tessere negli spazi giusti… E spesso sono loro a finire di costruire i personaggi con la loro immaginazione. E’ qualcosa di molto particolare, che sfiora la telepatia.
D. Leonardo Valenti (sceneggiatore di Romanzo Criminale la serie) in un’intervista che gli feci qualche tempo fa mi confessò che un romanzo che gli piacerebbe sceneggiare sarebbe Una brutta storia. Quando avremo il piacere di vedere Biagio Mazzeo ed i suoi, sul grande schermo?
R. Sono un grande fan di Leonardo e ammiro i suoi lavori, e quindi le sue parole mi onorano particolarmente. Credimi, non ne ho idea. Nessuno ha ancora comprato i diritti cinematografici della serie, e purtroppo, per via della crisi, cinema e tv di qualità hanno subìto un empasse più economica che creativa, e quindi operazioni di questo genere sono parecchio rare. Molti lettori vorrebbero vedere Mazzeo e i suoi sullo schermo, soprattutto visto il taglio cinematografico della serie, e Leonardo e il suo team sono sicuro che farebbero un lavoro pazzesco... Incrociamo le dita.
D. Quale attore italiano e straniero vedresti bene per Biagio e quale per gli altri personaggi?
R. Uhm… Filippo Nigro sarebbe sicuramente un ottimo Mazzeo, così come Jason Statham. Per Sergej Ivankov vedrei benissimo Ray Stevenson, che ha interpretato un mafioso russo, Isaac Sirko, nella serie Dexter.
D. I tuoi romanzi sono infarciti di canzoni e hai un canale youtube con le tracce che accompagnano le tue storie. Quanto è importante la musica per la “composizione” dei tuoi romanzi?
R. Tantissimo. Adoro la musica, in tutti i suoi generi, ed è parte fondamentale del processo creativo, in tutte le sue fasi.
D. Concluderei, parlando di progetti futuri. La notte delle pantere si chiude con un’apertura: è pronto il suo sequel? Quando leggeremo nuovamente di Biagio Mazzeo?
R. Sto finendo di scrivere in queste settimane il terzo romanzo della serie, sì. Inoltre a fine Maggio uscirà per Rizzoli un romanzo noir intitolato “Padre Nostro”, ambientato in Spagna, scritto insieme a Ciro Auriemma e Stefano Cosmo del Collettivo Sabot di cui faccio parte. E’ un noir corposo e tragico, che sicuramente piacerà a chi ha amato Il Potere del Cane di Don Winslow… a Novembre invece pubblicherò un’altra storia extra-serie, ma è ancora presto per parlarne.
Grazie Piergiorgio è stato davvero un piacere approfondire la tua conoscenza. A presto e salutaci Biagio.
Grazie mille a voi, Biagio vi fa l’occhiolino.
wow, non conoscevo questi libri ma ora sono curiosissima! Leggendo l'intervista Biagio Mazzeo mi piace già, se poi me lo immagino con la faccia di Filippo Nigro ancora di più! ;)
RispondiEliminaSe ti piace il noir/poliziesco con Pulixi vai sul sicuro, continui colpi di scena, crudezza e tanto altro. Mazzeo è un grande personaggio, io l'avevo immaginato con i capelli però, tipo Gerard Butler :D
EliminaPosso applaudire? :)
RispondiEliminaAvevo già letto le recensioni, poi ho scoperto che è "allievo" di Carlotto, che è l'unico scrittore italiano che compro a scatola chiusa, quindi, se tanto mi dà tanto dovrei andare sul sicuro.
Poi. La notte delle pantere già di per sé è un titolo splendido. E lo so che non si giudica un libro né dal titolo né dalla copertina, ma io ogni tanto lo faccio.
E, per finire, l'idea di Filippo Nigro, che io adoro, mi piace particolarmente.
Quindi a breve scatterà il recupero di Pulixi.
Certo che puoi applaudire :D grazie mille ;) Con Carlotto sto un po' indietro, lessi L'oscura immensità della morte che è un capolavoro. Pulixi fa parte del Collebivo Sabot, scuola di Carlotto appunto.
EliminaAnch'io ogni tanto mi faccio attrarre dalle copertine, ma in questo caso a belle copertine corrispondono bellissimi romanzi :) poi nella nota biografica dell'autore viene citato anche il mio blog perchè nel 2012 attribuì il "premio" di miglior thriller ad Una brutta storia, quindi un motivo in più per leggerlo ;)