Voto 7,5. Dolci colline di sangue è il
libro di
Mario Spezi e Douglas Preston sul celebre caso de
Il Mostro di
Firenze. Un romanzo che si distingue da tutti gli altri scritti su questo
terribile caso in quanto i suoi diritti sono stati acquistati dalla casa di produzione
cinematografica di George Clooney, la sceneggiatura è stata affidata a Christopher McQuarrie, sceneggiatore de
I soliti sospetti.
La bellezza di questo romanzo
risiede proprio nel punto di vista personale e professionale del protagonista
del racconto: Mario Spezi, giornalista de La Nazione ed uno dei maggiori
esperti sulla storia del Mostro di Firenze, termine quest’ultimo coniato
proprio da lui.
Questa storia è infarcita dunque
dalle convinzioni del giornalista Spezi, tutte comunque ben documentate e comprovate
da documenti ufficiali. Ne esce fuori una teoria degna, razionale, giustificata
e plausibile che tuttavia si scontra con le considerazioni e conclusioni fatte
dagli inquirenti nell’ultimo filone del caso. Mario Spezi come si può leggere
online e anche nel romanzo, fu preso di mira e perquisito dagli organi
inquisitori nell’ultima parte di questa storia.
Leggendo il romanzo, verrebbe da dire senza
nessun dubbio: Io sto con Mario Spezi, la sua versione è quella corretta e più
veritiera rispetto a quella seguita dai poliziotti.
Facciamo un passo indietro.
Chi è
Il Mostro di Firenze?
Credo che l’immaginario
collettivo a questa domanda risponderebbe: Pietro Pacciani ed i suoi “Compagni
di merenda”, o almeno io qualche giorno fa avrei risposto così. A quei tempi
ero ancora un bambino e onestamente non ho approfondito più di tanto questa
storia.
La mia risposta e forse quella di
tanti altri, scaturisce proprio dall'ultima parte di questa lunga storia che va
dal 1968 a data indefinita. Ultima parte che vede coinvolto Pacciani (assolto e
morto) e una pista esoterica ed occulta mai totalmente chiarita, nonostante il
coinvolgimento di numerosi nomi e cognomi.
La memoria attinge al materiale
più fresco che stampa e tv ci hanno offerto, dimenticando tutta la prima parte
invece fondamentale secondo la visione di Mario Spezi. E non solo per lui, in
quanto molti membri di quelli che fu definita “la pista sarda” furono arrestati
per poi essere rilasciati dopo alcuni anni.
A non lasciare mai questa pista
invece è stato Spezi, in quanto notevole importanza assume l’arma del delitto:
una Beretta calibro 22 con pallottole Winchester serie H. Se si segue il
percorso dell’arma, sempre presente nelle scene del delitto si arriva al giusto
colpevole.
Un identikit specifico comprovato
anche dai criminologi americani: Assassino solitario, impotente, con problemi
con una donna matura del passato, che evita il rapporto fisico con le vittime
uccidendole appunto con pistola e usando un coltello per i vari feticci.
Una pista come si può notare
lineare valida per tutti gli omicidi che partono dal 1974, quello del 1968
appare invece più contorto ed imputabile a più persone.
Ma queste sono solo alcune delle
intuizioni avute da Mario Spezi in questo caso; per il resto vi consiglio di
leggere il romanzo. Una storia poco romanzata e molto giornalistica a mio modo
di vedere. Spezi e Preston si servono dell’espediente del racconto di una
storia già avvenuta: Spezi infatti racconta alla regista Cinzia Th Torrini, la
prima parte del caso del Mostro; con Preston invece si ritroveranno nell’ultima
parte, quella relativa alla costruzione del libro ed alla loro conclusione del
caso.
TRAMA: Sabato 9 settembre 1983. In una calda notte di fine estate, una coppia di turisti tedeschi viene massacrata sulle colline intorno a Firenze. È la quinta volta che il Mostro colpisce. Stesse modalità, stessa ferocia. Un solo problema: da tredici mesi, c'è un uomo rinchiuso in carcere, accusato di essere il mostro di Firenze... Uno dei capitoli più bui e sconvolgenti della cronaca giudiziaria italiana ricostruito in un "real thriller", nato dalla penna dello scrittore Douglas Preston e dalla testimonianza di Mario Spezi, giornalista considerato tra i massimi esperti del caso, cui ha dedicato il libro "Il Mostro di Firenze" (Sonzogno, 1983).
AUTORE: Mario Spezi, Douglas Preston
EDITORE: BUR (Biblioteca Univ. Rizzoli)
NAZIONE: Italia
ANNO: 2009
PAGINE: 345
Cavoli, adesso lo vogliooooooooooooooooooo!!!! *__*
RispondiEliminaTe lo consiglio, il genere true crime mi affascina molto. In questo caso considero la versione di Spezi molto valida...
EliminaRicordo anch'io di quest'uomo che anche da bambina non era difficile coglierne il dolore e la disperazione. Pacciani, è un mostro, è lui o non o non è lui? A casa se ne parlava qualche volta, come quando si parla di tutte quelle storie sconvolgenti e italiane, dietro l'angolo insomma. Mi piacerebbe dedicarmi a una lettura simile.
RispondiEliminaPacciani resta un mostro per quel che ha fatto sulla moglie e le figlie, ma in questo caso appare abbastanza sempliciotto per essere imputato come colpevole e maggiore indiziato. Onestamente l'ho sempre associato a questo caso, dopo questa lettura un po' meno...
EliminaChe strano binomio di scrittori...sembra davvero interessante! Soprattutto, tra l'altro, in considerazione degli ultimi fatti di cronaca in cui sembra che la zona di Scandicci sia un ricettacolo di criminali..
RispondiEliminaGià strana coincidenza. Giuro di averlo letto prima del nuovo caso di Firenze :D
EliminaCi credo :)
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