Recensione Il passato di Sara
Voto 6,5. Nella nostra "carriera" di lettori di romanzi thriller siamo stati detective, assassini, avvocati, dottori etc, etc.
In questo libro di Chevy Stevens avremo il compito di essere psicoterapeuti ed ascoltare le confessioni di Sara, protagonista del racconto. Saremo Nadine, psicologa e personaggio sullo sfondo di questo romanzo che dovrà ascoltare la storia di Sara, appunto.
Chevy Stevens infatti sceglie un metodo narrativo originale per il suo thriller: ogni capitolo corrisponde ad una seduta terapeutica di Sara, pronta a vomitare tutti i suoi problemi a noi e a Nadine. Idea interessante non fosse per la difficoltà di coniugare il tempo del racconto alla psicoterapeuta con il tempo della storia. Ovvero, nonostante il racconto venga spacciato tutto al tempo presente si ha la sensazione che Sara racconti a Nadine un episodio già avvenuto, anche perché risulterebbe difficile fare tutto quello che farà la protagonista quotidianamente e consecutivamente.
Ammetto che questa sia un'obiezione scrupolosa, in quanto l'intento dell'autrice era quello di presentare il romanzo in maniera più originale.
Lasciando da parte la struttura narrativa, mi concentrerei sull'essenza de Il passato di Sara. Protagonista assoluta è Sara appunto, narratrice in prima persona, mamma di Ally, futura moglie di Evan e restauratrice di mobili.
Sara è una figlia adottiva, non conosce i suoi genitori naturali. Un tarlo quest'ultimo che alimenta la sua emicrania, fino a quando una sera non decide di aprire un varco verso il suo passato. Una volta aperta questa porta simbolica, la vita per Sara cambierà irrimediabilmente, dovendo affrontare una realtà terribile.
Sara è figlia naturale di Julia LaRoche professoressa universitaria che sembra nascondere un grande segreto, tanto da non voler comunicare affatto con Sara.
Per non rovinare la sorpresa a nessuno, credo di non potermi spingere oltre nel racconto della trama, anche se il succo della storia è molto polposo ed è un altro.
Gran parte della storia si fonda sulle origini di Sara e non sul suo passato che noi lettori conosceremo attraverso il racconto della protagonista.
Vi posso rivelare però che Il passato di Sara punta sulla carta della manipolazione, dello scontro a due, del gioco di abilità tra protagonista principale ed antagonista. Non siamo in presenza di un thriller psicologico ma di una "sfida" tra buono vs cattivo.
Il racconto è avvolgente ed intenso. Insieme a Sara dovremo difendere famiglia ed affetti cari che faticosamente abbiamo conquistato.
L'identità del braccatore non ve la svelo, ma la conoscerete non troppo tardi anzi abbastanza presto. Si tratta di una figura che potrebbe ricordare Il mostro di Firenze per il suo modus operandi.
Il romanzo in sintesi si rivela una buona sorpresa, in alcuni punti l'autrice forza un po' la mano, rischiando di perdere in credibilità e nel tenere uniti tutti i fili della storia. "Telefonato" il colpo di scena finale.
TRAMA: "Il passato" ha come protagonista una giovane donna di trentaquattro anni, Sara Gallagher, restauratrice di mobili antichi, fidanzata con Evan e madre di una bambina di sei anni, Ally, nata da una relazione precedente. Sara non conosce i genitori biologici perché è stata adottata da piccolissima. Ma la sua famiglia adottiva non è perfetta, il padre è un uomo molto severo che l'ha sempre trattata con disprezzo, soprattutto dalla nascita delle sorelle minori, Lauren e Melanie. La madre adottiva è invece una persona molto dolce. Sara ha un ottimo rapporto con Lauren e suo marito Greg, ma non si può dire lo stesso di Melanie, la cocca di casa, la viziata, attualmente fidanzata con un'aspirante rock star, Kyle. Melanie e Sara sono rivali da sempre. È da tempo che Sara pensa ai suoi veri genitori e un giorno trova il coraggio di andare a fondo. Scopre che sua madre è una donna di nome Julia Laroche e si mette a cercarla. La strada verso la verità è però un sentiero cosparso di pericoli, da cui sarà molto difficile uscir fuori.
AUTORE: Chevy Stevens
EDITORE: Fazi
NAZIONE: Canada
ANNO: 2014
PAGINE: 350
Scomparsa mi era piaciuto. Ridimensiono le mie aspettative?
RispondiEliminaTutti mi stanno parlando bene di Scomparsa, devo recuperarlo :) Quanto alle tue aspettative non so, ultimamente non sto trovano romanzi davvero sconvolgenti da mettere un 8, non so se son diventato troppo esigente o se i romanzi non valgono tanto :)
EliminaPuò anche essere che ci si abitui un po' a tutto e non si riesca ad apprezzare un buon romanzo, a me capita, ma poi leggo un libro meraviglioso e allora mi dico che la colpa non è mia, ma degli autori ^^
EliminaMettici pure che nei thriller alla fine i colpi di scena son più o meno gli stessi e/o simili e allora il livello di stupore si abbassa vertiginosamente. E come dicevi tu ieri nella tua recensione thriller, il colpo di scena in questo genere ha un peso abbastanza elevato per la riuscita del romanzo...
EliminaA me questo è piaciuto più di scomparsa! Sicuramente il tuo leggere sempre thriller credo ti porti a pretendere sempre di più e sempre diverso...
RispondiEliminaAnche a me in passato capitava, infatti ho staccato per un po' ed ho letto altro!
Ultimamente sto riscoprendo dei thriller più coinvolgenti! :)
Si in effetti sono assuefatto e sempre più esigente :D questo senza dubbio ha spunti carini ma nel complesso qualcosa stonava secondo me, cmq un buon thriller :)
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