Recensione Prima e seconda stagione
Voto 7. Gli americani vanno matti per i remake. Basta che qualche prodotto straniero, sia esso film o serie televisiva, abbia uno spunto interessante e l'idea di rifarlo con più soldi nasce spontanea.
E' accaduto anche a Forbrydelsen, serie tv danese che unisce il genere thriller a quello drammatico andata in onda in patria nel 2007.
Nel 2011 Fox Television e Fuse Entertainment partoriscono per la rete via cavo AMC: The Killing, remake appunto di Forbrydelsen.
Non ho visto la serie originale, comunque in The Killing le origini scandinave appaiono evidenti nonostante sia Made in Usa.
Dalla Danimarca oltre che storia/sceneggiatura importano le atmosfere glaciali e piovose ed il carattere cupo, quasi insensibile dei protagonisti.
La cosa strana è che il plot di
Forbrydelsen/The Killing è di natura prettamente americana, andando a ricordare in maniera più composta la serie
Twin Peaks. Riassumendo verrebbe da chiedersi dato
Twin Peaks, gli americani non potevano realizzare da soli
The Killing?
Mettendo da parte le disquisizioni di carattere commerciale, passerei all'analisi di storia e strutturazione della serie.
The Killing per chi non lo sapesse è un prodotto seriale composto da quattro stagioni, che vanno dal 2011 al 2014. Tredici puntate le prime due stagioni da una durata di circa 43 minuti, mentre la terza stagione si compone di dodici puntate e la quarta soltanto di sei.
Le prime due stagioni sono direttamente collegate in quanto il primo blocco si conclude con il classico cliffhanger che rimanda alla visione della seconda serie, la quale per fortuna ha un finale.
Anche qui Twin Peaks fa da maestro, insegnando alle giovani serie come diluire in più puntate una serie vincente.
The Killing gira intorno alla morte di Rosie Larsen, il cui corpo viene rinvenuto in una delle macchine del candidato sindaco Darren Richmond (Billy Cambell).
Proprio per questo la serie va esplorare tre macro-mondi: quello della famiglia di Rosie che piano piano comincia a sfaldarsi; il mondo politico sotto gli occhi dei riflettori anche per l'eventuale coinvolgimento nell'omicidio; ed il mondo dei due poliziotti che indagano sul caso.
Sarah Linden (Mireille Enos) è l'emblema della matrice scandinava di questa serie. Sarah è un poliziotto freddo, glaciale, capace di mettere in secondo piano gli interessi del figlio adolescente per risolvere il caso di Rosie. A sostenerla c'è il nuovo arrivato Stephen Holder (Joel Kinnaman) detective proveniente dalla narcotici che si mimetizza facilmente con i criminali su cui indaga.
Una coppia assortita in stile Seven: Holder deve prendere il posto di Linden ma i due finiscono per indagare insieme; Linden esperta e razionale; Holder istintivo.
Veniamo al modo in cui è strutturata l'indagine da parte degli autori e come sono distribuiti i colpi di scena. Da sottolineare come alcune puntate siano state scritte da
Nic Pizzolato autore di
True Detective e dirette da
Brad Anderson.
L'errore più grosso è stato il tentativo di strafare, secondo me. In ogni puntata gli autori cercano il colpo di scena, cambiando nel corso di due stagioni numerosissimi imputati. In ogni episodio il colpevole pare essere un soggetto diverso, rischiando di rendere incapaci i due detective.
Questo alternarsi dei presunti killer se da un lato toglie credibilità, dall'altro lato rende imprevedibile ogni puntata e le prime due stagioni, fattore non da poco per una storia thriller.
Dal punto di vista della suspense The Killing regge comunque bene, nonostante l'elemento melodrammatico a volte stucchevole in alcuni personaggi, vedi la madre di Rosie.
Sicuramente le due stagioni potevano essere compresse, cancellando qualche puntata e qualche falsa pista, ciò avrebbe reso più scorrevole questa interessante serie caratterizzata comunque da un ottimo colpo di scena finale che completa alla perfezione il quadro propostoci nel corso dei primi 26 episodi.
Ho seguito pure io la prima stagione anni fa, convinto si trattasse di una serie autoconclusiva. Non mi dispiaceva, ma poi mi sembrava troppo tirata per le lunghe e ho detto addio. :)
RispondiEliminaEheh, dovresti finire le prime due stagioni per arrivare alla soluzione del caso, alla fine non è malaccio...
EliminaIl caso me lo sono spoilerato da solo, tanto per curiosità.
EliminaPosso dire di sapere il colpevole lo stesso, dai!
Eheh ti piace vincere facile :P
EliminaUn thriller molto classico ma anche molto ben fatto, che non poteva proprio mancare da queste parti. ;)
RispondiEliminaTi consiglio di proseguire, visto che la terza stagione secondo me è stata la migliore...
Ho già cominciato la terza stagione, promette bene in effetti...
EliminaUna serie che malgrado qualche pecca, ben descritta nel post, mi è piaciuta molto. E concordo con Marco Goi, la terza stagione è probabilmente la migliore (personaggi meglio caratterizzati e meno stucchevoli e ritmo decisamente in crescendo). Io sto guardando la quarta stagione ora!
RispondiEliminaPenso di fare insieme terza e quarta. I personaggi principali non sono male neanche alla prima, solo che a volte si perde in situazioni che allungano la storia
EliminaCome mi mancano Holder e Linden!
RispondiEliminaSe la prima stagione mi aveva colpito e avvinto, la seconda con appunto quelle false piste, quei continui colpevoli diversi, mi aveva fatto perdere le speranze e capire che sì, quella che sembrava una chiusura potevo anche accettarla.
Fortuna che poi si è cambiato idea!
Ah, di Pizzolato proprio non lo sapevo, hai capito..
Un paio di puntate se non sbaglio son state scritte da Pizzolato. I due protagonisti son fantastici, ma in effetti le prime due stagioni potevano essere compresse :)
EliminaHo da poco finito la seconda stagione, che mi è parsa molto valida.
RispondiEliminaUn prodotto solido e testo che non vedo l'ora di continuare.
Io ho cominciato la terza. Buona serie grazie ad ottimi protagonisti ed atmosfere, non è comunque perfetta...
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