Oggi vi posto l'intervista fatta a Fabio Chiesa, autore del romanzo
Sangue Cattivo, già recensito su questo blog.
1) Com’è nata la voglia di raccontare
questa storia?
F. C. Era da parecchio
tempo che cullavo l'idea di scrivere un romanzo. Negli ultimi anni ho
realizzato che la strada da percorrere poteva essere quella di
raccontare una vicenda a tinte forti ambientata nei luoghi dove sono
nato e cresciuto. Da una parte c'era la volontà di proporre un certo
tipo di narrativa che da lettore amo particolarmente, dall'altra la
voglia di raccontare un territorio al quale sono molto legato.
2) Sangue cattivo affronta il difficile
problema della convivenza tra cattolici e musulmani in Italia. Perché
hai scelto per il tuo primo romanzo questo tema delicato?
F. C. E' un problema
che, quando ho scritto il romanzo, era forse un po' meno sentito.
Certo, quanto successo negli ultimi mesi ha sicuramente riportato in
primissimo piano la questione. Ciò che a me interessava era
raccontare alcuni meccanismi della provincia e questo tema me ne dava
l'opportunità. Un volta, nel nord, certi atteggiamenti non
propriamente accoglienti erano riservati a chi veniva dal sud Italia.
E non parlo certo di un secolo fa. Poi, col tempo, c'è stato un
processo di integrazione, velocizzato soprattutto dall'arrivo di
extracomunitari, prima dall'Africa, poi in massa dall'Est Europa. La
sensibilità di molte persone è cambiata, ma la tensione su queste
tematiche rimane forte. La provincia è per sua natura restia e lenta
ad assimilare i cambiamenti. La componente religiosa è stata
furbescamente utilizzata da alcune forze politiche per accrescere il
proprio consenso, alimentando spesso sentimenti di odio ed
intolleranza che possono diventare pericolosi.
3) Il protagonista è un giornalista
pronto a battersi per la verità. Quanto ti assomiglia Damiano Morin?
F. C. E' una domanda
che mi è stata rivolta spesso. Sicuramente in Damiano c'è qualcosa
di me, ma non so quantificare. Lui è di certo più sarcastico ed
idealista. E' spericolato e non ci pensa due volte a cacciarsi nei
guai a differenza di me, che sono più tranquillo e riflessivo. Ma
abbiamo diversi punti in comune, uno su tutti non arrendersi.
4) Nel romanzo sposi il principio del realismo
ambientando la storia a Mossano e privilegiando un racconto ad
incastri piuttosto che l’azione. Quanto è
stato difficile rendere credibile la tua storia e i tuoi personaggi?
F. C. Per quanto riguarda la
storia ho dovuto documentarmi su diversi aspetti. Ci sono tante
tematiche che hanno necessitato un approfondimento. Dalla descrizione
della componente islamica al traffico internazionale di rifiuti
tossici. Dal dilagare della 'Ndrangheta nel nord Italia alle
procedure della forze di polizia. Per i personaggi è stato
relativamente più semplice. Alla fine puoi attingere più facilmente
alla tua esperienza. E' certamente più rapido.
5) Data la situazione italiana attuale è
impossibile non farsi del Sangue Cattivo. Quanto ti fa incazzare il
nostro paese?
F. C. Siamo il paese
che sta cambiando la costituzione in piena notte. Quello dei
privilegi che dovrebbero sparire ma che rimangono sempre lì, magari
sotto altra forma. Quello dove il malaffare, nonostante tutto,
continua a farla da padrone. Il nostro paese non mi fa incazzare, mi
fa imbestialire. Un motivo in più per cercare di cambiarlo.
6) Scrivi per il sito Sugarpulp, quali
sono i tuoi scrittori di riferimento e quali romanzi consiglieresti?
F. C. Sono un lettore
onnivoro e la lista potrebbe essere infinita, perciò mi limito a
qualche nome imprescindibile legato ai generi in cui mi sono
cimentato con "Sangue cattivo": Elmore Leonard, Joe
Lansdale, Victor Gischler, Massimo Carlotto, Tim Willocks, Don
Winslow, James Ellroy, James Lee Burke, Raymond Chandler. Tra i
romanzi letti negli ultimi tempi ho trovato davvero notevole la
Trilogia del Male di Roberto Costantini.
F. C. Sono tanti. Forse
troppi. Mi piacerebbe continuare su questo filone ma anche
sperimentare, in futuro, percorsi totalmente diversi e legati ad
altri tipi di narrativa. Al momento sto lavorando ad un nuovo romanzo
ambientato nel Roero. Non è una continuazione di "Sangue
cattivo" ma certi personaggi ritornano brevemente. Quello che ti
posso dire è che il lato pulp prende prepotentemente il sopravvento.
Sangue, violenza e situazioni grottesche a volontà. Insomma, sto
spingendo sull'acceleratore.
Grazie di tutto, è stato un vero piacere alla prossima.
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