Si tratta di un thriller sui generis, con forti venature umoristiche e quale elemento di mistery, ambientato nel mondo della piccola editoria , quella, per intenderci, frequentata da molti dei lettori/aspiranti scrittori di oggi…
Ad animare la storia un gruppo di scrittori o aspiranti tali che fanno capo all’Asqueri Editori, una piccola casa editrice gestita con entusiasmo decrescente dal figlio del fondatore, costretto dai tempi e dalle contingenze a seguire le orme paterne. Quando uno dei suoi membri scompare e alcuni dei personaggi che gravitano attorno al mondo dei libri cominciano a morire, il gruppo si troverà non del tutto volontariamente coinvolto nelle indagini, che sembrano portare alla luce un’incredibile e inquietante verità…
L’autore del libro, Luigi Lo Forti, che lavora nel campo dell’editoria da tempo, e da cinque anni gestisce una piccola casa editrice, la stessa dbooks.it, spiega così la genesi del suo libro:
“Quando ho iniziato a scrivere La Musa, la mia intenzione era solo quella di dedicarmi a un piccolo passatempo terapeutico: dopo cinque anni trascorsi nell’improbabile mondo dell’editoria, sentivo che avevo bisogno di uccidere qualche scrittore. Si trattava solo di decidere se farlo davvero oppure sublimare questo impulso trasponendolo nelle pagine di un libro. Consigliato dal mio avvocato, ho optato per la seconda soluzione. A tutt’oggi non sono affatto convinto di avere fatto la scelta giusta.
In ogni caso, mentre procedevo mi sono accorto che la storia si stava sviluppando in maniera indipendente dalle mie intenzioni iniziali. Certo, alcuni personaggi rimangono ancora ricamati sul modello fornitomi da conoscenze personali: per esempio, Steven Renard - molti appassionati di letteratura d’azione non faranno fatica a riconoscerlo, a partire dal nome - deve moltissimo al suo modello reale, Stefano Di Marino, uno degli scrittori di genere più letti e apprezzati nel panorama italiano, mentre Eugenio Asqueri è un abbozzo autobiografico, il che a ben pensarci dovrebbe preoccuparmi un po’, ma in fondo per buttare via i soldi andando in analisi c’è sempre tempo. Per tutti gli altri, non nascondo che lo spunto iniziale è reale, ma solo in forma contingente: esso infatti mi è stato fornito da amici e autori - alcuni famosi, altri meno - con i quali sono venuto a contatto in questi anni, alcuni solamente per il tempo di una presentazione o di una chiacchierata senza seguito. Da ognuno di loro ho rubato un tratto, un’espressione, un atteggiamento, ma nessuno di loro è il personaggio che poi si ritrova effettivamente nella storia.”
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