Voto 6,5. Jussi Adler Olsen dal 2012 è ospite fisso di questo blog. Il merito va dato alla sua bravura di scrittore ed anche al suo romanzo d'esordio
La donna in gabbia. Si, perché se il libro in questione non mi avesse convinto, dubito che avrei continuato a leggere altre opere dell'autore danese. Per completezza d'informazione vi cito i successivi romanzi che compongono la serie di Carl Morck ed il collaboratore arabo Assad:
Battuta di caccia,
Il messaggio nella bottiglia e
Paziente n. 64.
Se La donna in gabbia e Jussi Adler Olsen stazionano in Italia come una delle tante voci scandinave della letteratura thriller, una considerazione migliore l'autore la ha in patria dove i suoi romanzi vengono trasposti al cinema con buon successo.
Chissà se un giorno almeno in dvd questi film saranno disponibili per il mercato italiano, per ora se siete interessati alla loro visione vi dovrete accontentare dell'originale recitato in danese con sottotitoli in italiano.
Sotto consiglio del blog
Viaggiando meno di Poison, ho deciso di ritornare sul caso della Donna in gabbia, che molto mi aveva convinto nella sua forma romanzata.
The Keeper of Lost Causes diretto da
Mikkel Norgaard è sicuramente molto simile al romanzo di Olsen, nonostante il titolo sia differente. Nel romanzo si poneva l'attenzione sulla donna, in questo caso su Carl Mork definito
Il custode delle cause perse.
Carl infatti dopo una sparatoria in cui ha perso diversi membri della sua squadra, è stato dirottato nella Sezione Q della Omicidi Danese, tra vecchie scartoffie ed aiutanti poco accreditati.
Il primo caso su cui dovranno far luce sarà quello della parlamentare Merete Lynggaard, sospetta suicida durante un viaggio via mare.
Carl insieme ad Assad provano a rimettere insieme i pezzi di questo caso impolverato, scoprendo incongruenze che mettono in dubbio le tesi fatte in passato dagli altri poliziotti.
Proprio come accadeva nel romanzo, il film procede su due binari alternando l'indagine dei detective al rapimento passato di Merete.
La messa in scena del romanzo è molto scandinava, fatta perciò di ritmi bassi e minuzia nei dettagli. A mancare forse sono alcune battute "comiche" dei protagonisti presenti nel romanzo che giocavano molto sui misteri di Assad.
The Keeper of Lost Causes è comunque un buon thriller che sarà apprezzato maggiormente se non si conosce la storia...
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