Voto 6,5. True Detective 2 era sicuramente la serie televisiva più attesa della stagione, almeno per gli amanti del thriller/noir. Dopo l'indimenticabile season con Rust e Marthy le aspettative sul nuovo lavoro di
Nic Pizzolatto erano altissime e forse in molti proprio per questo motivo non sono rimasti soddisfatti al 100%.
Nella categoria degli "insoddisfatti" o "parzialmente soddisfatti" rientro anch'io e non solo per l'impietoso paragone tra le due stagioni.
L'aspetto meno convincente a mio avviso è la trama di base su cui si muovono i protagonisti principali. Siamo in presenza infatti di una sceneggiatura a tratti confusa, contorta e che per molte puntate sembra non portare in nessuna direzione. Numerosi i nomi di personaggi secondari che confondono le idee soprattutto se la serie non viene seguita in maniera consecutiva, per cui molto facile sarà perdersi alcuni passaggi base, utili per la risoluzione del caso.
Le vicende ruotano intorno alla morte di Ben Caspere, un imprenditore in affari tra gli altri con Frank Semyon (Vince Vaughn). Ad indagare sul caso saranno tre detective: Ray Velcoro (Colin Farrell), Ani Bezzerides (Rachel McAdams) e Paul Woodrugh (Taylor Kitsch).
La scrittura dei quattro protagonisti è ancora una volta il punto forte del lavoro di Pizzolatto che regala al pubblico dei charachter che reggono alla grande la scena. Proprio le vicende dei quattro saranno il vero fulcro di True Detective, proprio come fu per le vite di Rust e Marthy.
L'indagine "thriller" sarà utile per far emergere le personalità dei quattro protagonisti, tutti con macchie e pesanti fardelli del passato.
Le prime puntate volte alle presentazioni dei protagonisti saranno notevolmente macchinose e quasi prive di interesse, esclusi alcuni colpi di scena nelle battute conclusive delle puntate (poi rimangiati).
La serie acquisisce ritmo e spessore nelle puntate conclusive più movimentate e con più phatos. Latita comunque la comprensione totale delle varie vicende che possono meglio essere comprese con un ripassino online. Ottima comunque la messa in scena e l'interpretazione dei vari attori, esemplare ad esempio quella di Colin Farrell, che fa diventare Ray Velcoro il miglior personaggio della stagione.
Ancora una volta ottime le atmosfere cupe e malinconiche nonostante l'ambientazione si sposti dalla desolata Louisiana alla caotica California.
Il finale della stagione per alcuni versi potrebbe poi superare quello della prima stagione, che nel complesso per fascino e carisma resta diversi gradini sopra...
Io non l'ho trovata così contorta.
RispondiEliminaMi è parsa più che altro un escamotage per mostrare i lati oscuri e le speranze - spesso e volentieri disilluse - dei protagonisti.
Un approccio molto simile a quello di Mann.
Per me, ottima.
Sicuramente i protagonisti e le loro storie sono la parte più importante, una trama più semplice (come avvenne nella prima stagione) secondo me gli avrebbe dato maggior risalto...
EliminaMi sono annoiato parecchio.
RispondiEliminaDispersivo, confusionaria, verbosissima.
Resta ben fatta - ma quale serie televisiva, ormai, non è ben fatta? - e buono è il cast, tranne i belli e cani Kitsch e la Riley. Però il mio personaggio preferito rimane quello della McAdams, tosta e convincente.
All'inizio stava annoiando anche me, si riprende alla grande verso la fine. La storia non mi ha convinto molto, al contrario dei personaggi :)
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