Tutte le strade portano a Roma. Proprio come le vite di ogni essere
vivente portano a un'unica e definitiva destinazione. Con un inevitabile
arrivo, non rimane che percorrere la propria strada, e magari cercare
di allungare il tragitto di qualche passo.
Ma poi accade, a nove anni, di morire. Tutto sommato, però, i postumi
della morte vengono subiti dai vivi.
È la scomparsa di un bambino innocente il motore di un rimestamento
morale ed etico di un paese qualunque dei nostri giorni. Un paese in
cui di morale e di etica non si vive di certo e dove un ironico cinismo è
il tratto distintivo di personaggi sanguigni, talmente realistici da poter
diventare reali. L'illusione della permanenza, l'incessante trascorrere
del tempo e l'evidente fatto che, in ogni caso, la vita va avanti fanno
maturare nei protagonisti un atteggiamento di rassegnata tolleranza.
Perché se è vero che la morte si subisce, allora forse tanto vale mettersi
comodi.
Un disincantato testo che rinnova e omaggia l'oscuro splendore del
Teatro dell'Assurdo, per chi ancora non smette di esplorare
l'inesorabile paradosso di non poter vivere senza morire.
Chiara Tangredi è nata a Benevento nel 1989. Nel 2013 ha pubblicato
la sua prima silloge lirica, Sono come il coccodrillo: piango sul latte
versato. Ha partecipato a diverse antologie, tra le quali Il Federiciano
2014. Libro Verde, con la poesia Non mi lasciare prima dei 100 anni, e
Nanoracconti a cura di Pietro Damiano (Homo Scrivens Edizioni).
Collabora con la rivista InStoria e con il sito di divulgazione
dell'informazione Italiagiusta. Il giorno in cui mi capitò di morire è il
suo primo testo teatrale.
Pubblicazione: 19/01/2016
ISBN: 978-88-99593-00-1
Collana: #dietrolequinte
Pagine: 90
Dimensioni in cm: 12,7 x 19,7
Formato: brossura con alette
Prezzo: € 10,00
Commenti
Posta un commento