Oggi potrebbe essere considerata una "giornata storica" per 50/50 Thriller. Per la prima volta sul sito c'è una firma diversa rispetto alla mia, quella di Oscar Francioso un giovane esperto di cinema diplomato all'Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni già sceneggiatore e regista di diversi lavori.
Il suo primo approfondimento è dedicato al cinema di Clive Barker...
Clive
Barker (classe ’52) è uno scrittore e regista britannico.
Sconosciuto in Italia se non da una piccola nicchia di cultori,
Barker è un uomo che ha dato al genere horror più di quanto si
possa immaginare.
Barker
inizia la propria carriera scrivendo per il teatro, poi passa alla
letteratura e alla pittura. Successivamente si interessa
all'adattamento per il cinema delle proprie opere. Ha scritto,
inoltre, una notevole quantità di fumetti. Barker ha fatto un sacco
di roba. Non tutta bella, non tutta interessante, ma ha fatto un
sacco di roba. Tra i migliori film tratti dai suoi racconti:
“Candyman – terrore dietro lo specchio” (Candyman,
di Bernard Rose, 1992)
e il notevole “Prossima fermata: l'inferno” (The
Midnight Meat Train, di Ryūhei Kitamura, 2009).
Come regista, ovviamente, “Hellraiser” (Clive
Barker's Hellraiser, 1987)
e il successivo “Cabal” (Nightbreed,
1990).
Hellraiser
lo conoscono più o meno tutti. O per sentito dire o perché da
qualche parte hanno visto Pinhead, il “cattivo” del film.
Velocemente, ecco la trama. Dovreste vederlo, questo film, quindi non
mi dilungo più di tanto.
Larry
(Andrew Robinson) e la seconda moglie Julia (Clare Higgins) si
trasferiscono nella casa di famiglia di Larry, abitata abusivamente
da Frank (Sean Chapman), cognato e amante di Julia. Quello che
l’allegra famigliola non sa è che Frank è venuto in possesso
della cosiddetta “Scatola di Lemarchand”, un mistico “rompicapo”
che, se risolto, apre le porte su un’altra dimensione. Frank,
essendo un poco
di buono,
ha aperto la scatola, attirando a sé i Cenobiti, degli angeli (o
demòni, a seconda dei punti di vista) torturatori. Frank torna
dall’oltretomba e chiede aiuto a Julia per continuare a ricomporsi:
ha bisogno di cadaveri da succhiare (letteralmente, il suono che
emette è quello) per rimettere muscoli sulle ossa, come dice lui.
Kristy (Ashley Laurence), la figlia di Larry e della sua prima
moglie, scopre tutto: che Frank è “ancora vivo”, che Julia è
un’assassina e che il cubo apre la porta ai Cenobiti – con i
quali fa un patto per salvarsi la pelle.
Due
parole sullo splatter. Lo splatter deve essere fastidioso, è questo
il punto. Ma c’è una sottile differenza tra lo splatter necessario
e quello non necessario. Splatter significa sì esagerazione, ma
fatta con un certo criterio. Criterio che, in questo caso, è
riassunto nella seguente domanda: La
trama è abbastanza forte da “giustificare” quello che sto
guardando?
Sembra una domanda idiota, se messa in relazione col genere, ma
fidatevi che non lo è. Vi faccio un esempio.
“Grotesque”
(Gurotesuku,
2009)
è un film di Kôji Shiraishi. Bandito dalle sale di tutto il mondo
per il proprio contenuto sadico eccetera. È un bruttissimo film,
anche se le premesse erano buone (medico che tortura la gente per
ricevere gratificazione sessuale). Quello che rende orribile il film
è proprio la trama, che non è sufficientemente forte da tenere
assieme i vari chiodi negli scroti – davvero, succede questo – e
budella appese. Alla lunga, Grotesque diventa noioso e cade nel
ridicolo, fallendo nell’intento dello splatter stesso: essere
disgustoso.
Barker
elabora una storia in cui tutto quello che vediamo ci infastidisce.
Il motivo? Ha creato un mondo in cui quel tipo di tortura ha senso.
Il mondo e la figura del Cenobita così per come sono costruiti sono
in grado di rendere “logica” ed effettivamente fastidiosa la
tortura, nonostante la ristrettezza di fondi di cui ha sofferto il
primo film. Questo dimostra che se c’è fantasia, una buona idea o
una sceneggiatura abbastanza forte, ci si può arrangiare con poco
denaro.
La regia è
incredibilmente pulita. In alcune sequenze ricorda Cronenberg –
che, non a caso, sarà il cattivo del suo film successivo. Si vede
che Barker è inglese, anche se i lenti movimenti di macchina e i
primi piani sono stati realizzati più per motivi tecnici che altro
(il set era una casa vera, con evidenti limitazioni nel
posizionamento della macchina da presa). Hellraiser resta comunque un
film europeo, sia per la storia, sia per la regia. La storia è
troppo negativa per essere americana. Di fatto, la figura del
“cattivo” in questo film non esiste. I cenobiti non sono meno
cattivi di Julia, le cui azioni non sono neppure mosse dall’amore
per Frank, ma dalla voglia di fare sesso. Non c’è redenzione per
nessuno. Larry, unico personaggio “puro” della pellicola, è
fondamentalmente un idiota. E muore. Kristy, se prima era pura, resta
marchiata a fuoco dall’incontro con i cenobiti. Quel poco “vero
amore” che contiene la pellicola (ad esempio: il rapporto
Kristy-Larry) non viene distrutto dai Cenobiti, ma dagli essere umani
che richiamano i cenobiti.
L’universo
di Hellraiser è fenomenale, tant’è che ha ispirato molti film e
videogiochi. “Silent Hill” vi dice nulla? Unico consiglio: non
mangiate roba pesante prima di guardarlo.
Oscar Francioso
Complimenti e auguri al nuovo arrivato e a te Nico per queste interessanti novità'!!! Un saluto!!!
RispondiEliminaViviana :-)