Con grande piacere
ritorna su questo blog
Wulf Dorn con un’intervista dedicata al suo
nuovo romanzo:
Incubo.
1) Domanda scontata: Qual
è il tuo incubo più grande? Sia reale che quello che ti perseguita
nel mondo dei sogni.
W.D.: Il peggior incubo che io
abbia mai fatto è quello per cui a un certo punto mi sveglio e
scopro di essere rimasto l’unico uomo sulla faccia della terra.
Credo sia correlato con la mia maggior paura che è quella della
perdita
2) Nella mia recensione,
ho sottolineato i diversi punti di contatto tra Incubo ed Il mio
cuore cattivo. Come mai hai deciso di puntare nuovamente su un
protagonista adolescente?
W.D: La scelta di un ragazzo
adolescente è determinata dal fatto che a 15 anni non conosci ancora
l’esperienza della perdita. Non pensi alla morte anzi hai tutto il
futuro davanti. Questo conferisce maggior profondità e maggior
pregnanza alla storia.
3) Il thriller
psicologico ti dà la possibilità di raccontare di protagonisti
complessi e appunto molto curati dal punto di vista mentale. Come
nasce Simon?
W.D: La mia storia può
risultare particolarmente efficace per la presenza di questo
personaggio ancora molto giovane, senza tante esperienze della vita e
impreparato ad affrontare le esperienze negative della vita che
all’improvviso si ritrova a dover gestire. Essendo questa storia
incentrata intorno al tema della perdita delle persone care mi
sembrava interessante che la figura principale fosse un ragazzo
ancora all’inizio della vita proiettato verso il futuro e che non
avesse ancora conosciuto la morte.
4) La figura del lupo è
molto ricorrente in questo romanzo. Cosa rappresenta per te?
W.D: Il lupo delle favole
rappresenta qualcosa di pericoloso e minaccioso. Per la psicanalisi
secondo Jung e Freud rappresenta il lato bestiale e incontrollabile
che si cela in ognuno di noi. Io ho tentato di combinare i due
aspetti per rappresentare la minaccia che grava su Simeon.
5) In alcuni tratti
Incubo sembra una storia più horror che thriller. Come nasce la
costruzione di questo mondo sempre in bilico tra realtà e fantasia?
W.D: L’horror è sempre
stato il genere che mi ha interessato di più. Tento di creare un
horror realistico. Tutto ruota intorno alla paura e per renderla
comprensibile è importante darle un volto. Non bastano le parole
serve un’immagine. E’ così che mantengo fluido questo continuo
passare dalla realtà alla fantasia.
6) Uno dei temi forti del
romanzo è quello dello scorrere del tempo e dell’immodificabilità
del passato. Se potessi tornare indietro cambieresti qualcosa nella
tua vita?
W.D: Non cambierei niente.
Lascerei tutto come è perché i fatti del passato hanno fatto di me
ciò che sono oggi e questo vale sia per i fatti positivi sia per i
quelli negativi
7) Modificheresti qualche
tuo romanzo?
W.D: Se leggessi oggi i miei
vecchi romanzi penso troverei qualcosa da cambiare. D’altra parte
penso anche che delle correzioni tardive non migliorerebbero
necessariamente la storia.
8) Proiettandoci per il
futuro: Prossimi lavori in cantiere?
W.D: Sull’aereo in viaggio
per Milano ho finito il 23° capitolo del mio nuovo romanzo.
9) Hai mai pensato che un
tuo romanzo potesse diventare un film o una serie televisiva?
W.D: Se ne parla con alcuni
produttori interessati. Finora però non ci sono stati contratti. E’
una cosa che mi interesserebbe ma mi interessa di più che il
risultato sia conforme alle aspettative del lettore
Grazie mille per il tempo
concessomi, è stato un grande piacere.
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