Prima
che il mondo scoprisse la vera identità di JT Leroy, venne dato alle
stampe “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa” (The
Heart Is Deceitful Above All Things,
2000). A livello di trama è sicuramente il più complesso.
Ripercorre la vita di Jeremiah dai tre anni fino ai quattordici. Da
quando viene “ripreso” dalla madre fino al suo definitivo
abbandono. I viaggi in macchina, l’alcol, la prostituzione, la
droga e così via. Non è un libro adatto a tutti. I contenuti sono
molto espliciti, anche se non scadono mai nel disgustoso - come
spesso e volentieri accade nei romanzi di Dennis Cooper, fonte
d’ispirazione per la Albert.
La
trama propone un’accurata evoluzione psicologica del piccolo
protagonista. Un primo momento di odio verso la “nuova” mamma, la
successiva completa identificazione con lei e l’inevitabile
masochismo finale.
Di
storie sul sado-masochismo se ne sono scritte e se ne scriveranno
ancora, purtroppo. Scrivo “purtroppo” perché l’argomento
raramente viene trattato nel modo giusto. Sì, prenderò ad esempio
“50 sfumature di Grigio”. Sia il film (Fifty
Shades of Grey, di Sam
Taylor-Johnson, 2015) sia il libro. È uguale, i problemi sono gli
stessi. In “50 sfumature” il rapporto “schiavo-padrone”
sembra una cosa divertente. Non credo che le cose stiano così.
Suppongo sia il frutto di una vita non esattamente facile, in cui il
solo modo per provare o dare amore è soffrire o dare sofferenza. È
questo che prodotti tipo “50 sfumature” dimenticano di dire. Ecco
perché nel finale del libro il masochismo di Jeremiah è
inevitabile. Tutti quelli che avrebbero dovuto amarlo lo hanno sempre
o violentato o ammazzato di botte.
Nel
2004 Asia Argento dirige l’adattamento del libro. La storia
ripercorre tutte le tappe fondamentali del libro, “alleggerendolo”
delle parti che sarebbe stato illegale realizzare. Resta comunque uno
dei film più violenti che abbia mai visto. È più quello che non
viene mostrato a fare paura. Esempio: la prima volta che Jeremiah
viene violentato, la sequenza si gioca tutta su primi piani. Non si
vede nulla ma si capisce tutto. La regia è molto sperimentale.
Ricorda quel cinema “indie-sessuale” degli anni ’90 portato
avanti da Larry Clarke e Gregg Araki. Interessante anche l’uso
dello stop-motion. Per tutto il film è presente un corvo rosso che
divora il piccolo Jeremiah, metafora della violenza che subisce e,
per estensione, dei danni mentali che ne derivano. “Ingannevole è
il cuore” vanta un cast notevole. Peter Fonda, Marilyn Manson,
Ornella Muti, Michael Pitt, Winona Ryder. Qui Asia Argento interpreta
Sarah. La sua recitazione non è male: l’andamento delle frasi
stentato, le parole biascicate suggeriscono che la protagonista sia
sempre sotto droghe pesanti. Geniale l’idea di ingaggiare Dylan e
Cole Sprouse per interpretare Geremia quando cresce. I due erano
appena usciti da quell’abominio di “Zack e Cody al Grand Hotel”.
Personalmente ci ho letto una velata critica al mondo rose &
fiori con cui la Disney tenta di intrattenere i giovanissimi.
L’ultimo
libro pubblicato sotto lo pseudonimo di “J.T. Leroy” è “La
Fine di Harold”. Si tratta di un romanzo breve ed è probabilmente
il meno bello tra i tre libri dell’autrice. L’ambientazione si
sposta nella periferia di una città. È la prima volta che succede.
Ne primo libro si stava nelle stazioni di servizio e nelle tavole
calde. Nel secondo si variava, saltando da un posto all'altro. Qui,
invece, l’ambientazione è stabile nella periferia. Se proprio
volessimo dare un ordine cronologico alle opere, potremmo dire che
“La Fine di Harold” si ambienta prima del capitolo finale di
“Ingannevole è il cuore”. Ma non si può fare perché i Jeremiah
dei tre libri sono leggermente diversi l’uno dall’altro. Non solo
lo stesso personaggio. Il primo è ingenuo, il secondo è disperato,
il terzo è indifferente.
La
storia è questa: Jeremiah è una prostituta. Sembra che Larry, un
ricco signore, voglia prendersi cura di lui. Invece vuole
qualcos’altro. Non quello che pensate.
La
trama è un po’ scontata. Nei libri precedenti non sapevi mai cosa
sarebbe successo al giovane protagonista. Quale persona malata
avrebbe incontrato, quale cosa orrenda gli sarebbe successa. Qui,
invece, non appena arriva Larry, tutto è già chiaro. La Albert
riesce comunque a sorprendere rendendo Larry ridicolo nella sua
perversione. Potremmo immaginare chissà quale personaggio violento.
Invece vuole solamente “stare sotto” mentre il ragazzino evacua
un clistere da due litri.
Il
finale è, come sempre, drammatico. Jeremiah ha paura di aver perso
il proprio animaletto da compagnia, una piccola lumaca regalatagli da
Larry. Circondato dalla spazzatura, il ragazzino se ne sta immobile a
fissare la lumaca. Niente potrà mai cambiare perché il suo mondo è
quello. Dico “il suo mondo” perché non si tratta di “tutto il
mondo”. Nei romanzi precedenti, tutti sono “strani” – almeno,
per noi lettori. Chiunque voglia un assurdo favore sessuale lo
ottiene senza troppi giri di parole e senza destare troppa sorpresa.
In “la fine di Harold”, il protagonista si vergogna a chiedere
quello che vuole. Quindi si esce dal discorso che rendeva “grandi”
i libri precedenti, dato che il protagonista condivide le nostre
stesse regole morali. L’effetto scioccante è inferiore. Inoltre,
questa versione di Jeremiah è meno “innocente” rispetto alle
precedenti e non colpisce particolarmente. Quella di Leroy è stata
un’“avventura” che la Albert è riuscita a sfruttare solo per
due romanzi.
Chiunque
ami un libro scandalistico ben scritto, non gratuito e che regga
psicologicamente parlando, deve assolutamente leggere i primi due
libri della Albert e vedere il film della Argento. Se invece volete
qualcosa di gratuito e nauseante, date un occhio a “Frisk” di
Dennis Cooper. Di roba forte ne ho letta, ma nulla mi ha disgustato
quanto “Frisk”.
Oscar Francioso
quando lessi il libro mi disgustò invece... debbo ammetterlo
RispondiEliminama ero parecchio giovane, e mi lasciavo scandalizzare da meno rispetto ad ora
il film non l'ho visto proprio, non sono una fan di Daria Argento, però creò non poco scalpore al momento dell'uscita