Grazie mille L.K. Brass per essere
sul mio blog e complimenti per il tuo romanzo.
1. Sei un consulente di sistemi
informatici finanziari. Come mai hai deciso di cimentarti nella
letteratura?
LKB: Forse la passione c'è sempre stata. Ho scritto
il mio primo racconto in prima elementare. “Il gattino” era
stato pubblicato in tutta la scuola. Al liceo avevo preso
l'abitudine di svolgere i temi scrivendo un racconto che si
riallacciasse all'argomento. Non sempre apprezzata, forse è stata
accettata per il risultato. In seguito la passione si è sfogata
solo con la lettura. Gli impegni lavorativi erano tanti e la
convinzione che scrivere un romanzo fosse un'impresa difficile mi ha
tenuto lontano da sperimentazioni. Quando il bisogno è diventato
impellente, ho dedicato quattro mesi alla scrittura del primo
romanzo e sono rimasto sorpreso. Le parole fluivano senza fatica …
2. I mercanti dell’Apocalisse
rispecchia il mondo del tuo lavoro. Quanto c’è di reale in questa
storia?
LKB: Di reale spero niente, di possibile temo tutto. Forse
proprio l’esistenza di manipolatori su scala di miliardi
potrebbe essere difficile da accettare. I lettori potrebbero
chiedersi: Perché dovrebbe esser plausibile che i lupi girino
intorno ai programmi di sostegno economico della BCE? Come possono
osare tanto?
Per gli scettici, rigiro la domanda: perché i
programmi della BCE non dovrebbero essere stati attaccati?
Nel
passato recente c'è chi ha messo in ginocchio la Banca d'Italia e
ha costretto la Banca d'Inghilterra a gettare la spugna, attaccando
anche a faccia scoperta. In quello recentissimo è successa la
stessa cosa ai danni della Banca centrale Svizzera.
Quando ci
sono possibilità di guadagno per miliardi, uno scenario del genere
non è solo plausibile, ma quasi ovvio. L'ingordigia e l'inventiva
non hanno limiti. I mercanti sono là, con la loro logica perversa,
pronti a cogliere le occasioni al volo quando sentono l'odore del
sangue.
3. Quanto ti somiglia
Daniel?
LKB: Parlo solo metà delle sue lingue, dispongo di poche
case sicure, non ho più di due identità, quindi direi che non
abbiamo niente in comune. La considero una fortuna perché non ho
reso la vita facile ai miei personaggi. Forse c’è una sola
analogia: sono una persona mite e tranquilla, poco adatto alle
avventure, incline alla vita familiare. Forse anch'io, se messo alle
strette, saprei trovare il coraggio necessario e affrontare i
mercanti dell'Apocalisse. Mi piace crederlo. In fondo, scrivere è
un po' come sognare a occhi aperti.
4. E’ stato faticoso dover
rendere semplici argomenti molto sofisticati quali quelli dell’alta
finanza, per rendere il libro appetibile a un pubblico più
vasto?
LKB: La maggior parte del mio lavoro consiste proprio nello
spiegare cose complicate con parole semplici. La mia esperienza nel
settore della finanza e della tecnologia informativa mi ha permesso
di spiegare i meccanismi molto complessi con cui avvengono le
manipolazioni. Conoscendoli bene, non è difficile. Usarli è un
altro discorso, ma i principi del loro funzionamento sono semplici.
Perché non usare quest’esperienza per illuminare un angolo
oscuro, dove i miliardi in gioco e i personaggi reali si prestano
molto bene a ispirare dei thriller?
5. Il tuo romanzo è ambientato in
molte città europee. Per quanto riguarda le ambientazioni parli di
luoghi che hai visitato davvero o lavori anche con
l’immaginazione?
LKB: Da ragazzo, Emilio Salgari era uno dei
miei autori preferiti e non mi è sfuggita nessuna delle sue opere.
Mi piace pensare che non ha mai visitato i luoghi che ha descritto
con tanta passione.Non ho osato fare lo stesso. Per il primo
romanzo, temendo gli errori di un esordiente, ho trattato solo
argomenti che conoscevo bene. Vale anche per le ambientazioni, così
ho scelto quasi tutti luoghi che avevo visto di persona, percorso
nel Kamppi incluso. La precauzione si è rivelata inutile,
perché molti lettori mi hanno parlato bene proprio di scene svolte
nei pochi ambienti completamente inventati.
6. Come son nati invece i tuoi
personaggi?
LKB: Mi piacciono molto personaggi come Jack Reacher,
Hieronymus Bosch, su cui sono state costruite vere e proprie serie.
Come lettore li ho sempre ritrovati con molto piacere in un romanzo
successivo. Proprio da serie del genere è nata la voglia di creare
un personaggio di cui accompagnare le avventure su più romanzi.
Per Daniel Martin non mi sono ispirato né a persone reali né
ad altri personaggi. Ricordo bene che all’inizio volevo creare
solo un cavaliere solitario diverso dal solito, più fragile e più
umano. Daniel Martin è nato così, ma ha preso rapidamente il
controllo della mia scrittura e non ha voluto combattere da solo.
Posso capirlo, l’ho inserito in una storia complessa e pericolosa,
che non può concludersi in un solo romanzo.
Per il coraggio, la
caparbietà, l’intuitività e l’intelligenza di Anna, ho avuto
una fonte d’ispirazione, ma questo rimarrà un segreto di L K.
Brass.
Per i manipolatori – i cattivi della storia – ho
pensato proprio a qualcuno di ben definito. I mercanti
dell’Apocalisse non accennano nemmeno a una figura precisa e
apparirà più chiaramente solo nei romanzi successivi. Mi ha
stupito come molti abbiano pensato a lui fin da subito.
7. Vista la Brexit, il tuo romanzo
è davvero attualissimo. Il tuo pensiero su Ue ed Euro.
LKB: Ritengo
che gli effetti della Brexit saranno riassorbiti senza troppi danni,
anche perché tutti hanno l’interesse di continuare a cooperare e
commerciare liberamente, anche se sotto un’altra etichetta. Ci
sono altri esempi di nazioni europee che funzionano bene senza
essere membri dell’UE.
L’euro invece racchiude così tante
tensioni da sembrare quasi la moneta ideale per i mercanti
dell’Apocalisse. Sono convinto che non sia sfuggita alla loro
attenzione, ma dobbiamo ancora capire dove i profitti dei mercanti
si sono trasformati in costi per tutti noi.
Mi preoccupa anche
pensare che i governi di quasi tutti i paesi e in tutti i periodi
storici hanno sempre mostrato una grande predisposizione
all’indebitamento. Neanche a farlo apposta, hanno utilizzato tutti
lo stesso metodo per risanare le loro finanze: distruggere il valore
della loro moneta, cioè annichilire quanto i cittadini avevano
prestato loro. Ora stiamo facendo tutto su scala globale con
un’efficienza mai raggiunta. Stiamo riscaldando il mondo e gli
stati si stanno indebitando su scala finora ineguagliata. Basta
guardare l’evoluzione del vero potere d’acquisto - non quello
delle statistiche ufficiali - di una moneta giovane come
l’euro.
Comunque posso rassicurarti, nel terzo romanzo non sarà
l’euro, ma un’altra moneta a trovarsi al centro delle sgradite
attenzioni dei mercanti dell’Apocalisse.
8. Cosa dovremo aspettarci nel
prossimo romanzo?
LKB: Il futuro prossimo è già pronto. Anche se
non l’ho mai reclamizzato, il secondo episodio “Fine dell’oblio”
è già pubblicato e molti lettori l’hanno scoperto da soli.
Anche
il terzo episodio è già nel cassetto. Come per i fuochi
d’artificio, corona la trilogia dei mercanti dell’Apocalisse con
un crescendo finale al cardiopalmo.
Ho quasi pronto un quarto
thriller, ambientato in uno dei luoghi in cui vivo. La storia è
molto diversa: ha radici lontane nel tempo e si dipana ai giorni
nostri in modo violento e drammatico nell’arco di un mese. Non
potrà avere nessun sequel e i protagonisti non hanno niente in
comune con Anna e Daniel.
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