Voto 8+. La prima stagione di
Narcos aveva convinto un po' tutti, così com'era accaduto per
Gomorra c'era la necessità di riconfermarsi nella seconda stagione.
Entrambe hanno superato a loro modo lo scoglio. Narcos al contrario della serie italiana ha dovuto però fare i conti con la realtà, in quanto come ben sapete la serie tv racconta la vera storia di Pablo Escobar.
Narrare il reale ha i suoi vantaggi ma anche i suoi limiti. Una storia vera fa sempre più scena è indubbio; ma una storia vera ha il limite di essere conosciuta.
Narcos 2 è una serie che nasce già con lo spoiler incorporato, basterebbe guardare i titoli delle dieci puntate per capire di cosa parla; naturalmente dopo aver visto la prima stagione il quadro sarà ancora più completo.
Nel 2015 abbiamo infatti assistito alla scalata al successo del boss Escobar nel narcotraffico colombiano. Lo abbiamo accompagnato, assistiti dagli agenti DEA, sino alla sua reclusione nella Catedral.
Narcos 2 comincia da qui. Dalla fuga di Pablo dal carcere.
Escobar è dunque costretto a vivere da fuggiasco, braccato dalle autorità e sempre più circondato dai nemici. Ricordate tutti quelli che aveva umiliato Pablo nella prima serie? In molti si sono riuniti e hanno deciso di fargli la pelle, a questi aggiungete Il Cartello di Cali ed il gioco è fatto.
Il gioco è quello classico del gatto col topo, solo che come potete ben capire Escobar nella parte del topo non ci vuole proprio stare. Perciò continuano le guerre nella città di Medellin, con la Colombia tutta che comincia a rivedere il proprio giudizio sul cosiddetto Robin Hood Paisa, ovvero Pablo Escobar nella versione buona.
Questa è la storia più action, quella documentata anche da immagini vere inserite all'interno della storia narrata.
Ma la seconda stagione di Narcos ha un'anima anche più intimistica. In primo piano finisce infatti il rapporto tra Pablo Escobar e sua moglie Tata. Un rapporto viscerale, ma che visto con gli occhi dello spettatore risulta "strano".
Tata da donna e mamma infatti tollera il comportamento violento di Escobar, i suoi occhi in qualche modo sono appannati e viziati e non vedono quello che realmente è Pablo. Anche la serie in questa seconda stagione rischia di mostrarci Pablo forse un po' troppo con gli occhi di Tata, correndo il rischio di impietosirci. Per "fortuna" (parola forse meno adatta per spiegare quanto segue) di Pablo ci vengono mostrate anche le brutalità immani nei confronti di poveri innocenti, ristabilendo il personaggio all'interno del contesto.
Quello che ci appare è un Pablo doppio: buono, premuroso, gentile nel quadretto famigliare; aggressivo, irascibile e cattivo nei confronti del mondo esterno.
Senza ombra di dubbio Pablo Escobar e Wagner Moura, ovvero il suo interprete, sono stati finora uno dei punti fermi della serie tv Narcos. La seconda stagione dunque non era un vero banco di prova come lo potrà essere la terza (già in programma). Riusciranno sceneggiatori e produttori a non farci "rimpiangere" Pablo Escobar?
Così come per Gomorra un'ottima seconda stagione.
RispondiEliminaA entrambe però è mancato giusto l'effetto sorpresa della prima...
Io ho adorato questa seconda stagione proprio per quel gusto intimista, la sensazione di inevitabile che piano piano avvolge Escobar ed innesca la sua caduta.
RispondiEliminaPeccato che nella prossima non rivedremo il grandissimo Moura.