“Vedevo la mia
immagine sfumata e poco nitida riflessa nel vetro nero. Proprio come mi sentivo
io.”
La piccola Lycke di soli otto anni scompare all’improvviso e
per la rete televisiva nazionale svedese TV4 rappresenta una miniera d’oro di
sharing. Per l’inviata Ellen Tamm, specializzata in cronaca nera, occuparsi del
servizio non sarà affatto semplice. La polizia e i suoi stessi colleghi
sembrano voler ostacolare la sua personale crociata per la verità, la stessa
che nascondono molto bene e tra le righe i genitori della piccola Lycke. E in
questo frangente che la storia si dirama, presentando quattro punti di vista
diversi di donne che hanno avuto a che fare con la piccola scomparsa. Helena,
madre di Lycke ed ex moglie di Harald, una donna depressa dal suo matrimonio
fallito; Chloè, la nuova moglie di Harald e matrigna perfida della piccola e
Mona, la tata, l’unica a cui sembra essere sempre importato della bambina ed
Ellen, la reporter alla quale indagare non fa paura e che pur di scoprire cosa
ci celi dietro è disposta a tutto.
La storia viene narrata da punti di vista diversi per
insinuare la pulce nell’orecchio e sospettare di chiunque e comunque, ma una
cosa è chiara: Ellen tenta di rimediare al passato occupandosi di casi di
cronaca nera, quasi come se volesse salvare tutte le vittime perché non è
riuscita a salvare sua sorella gemella. Questo la rende vulnerabile agli occhi
di tutti, è facile quindi ferirla anche con una sola parola. Nonostante i punti
di vista cambino è il personaggio di Ellen a prevalere, la sua storia fatta di
ricordi dolorosi e sogni futuri non è un eco di fondo, lo diventa invece il
caso di Lycke. La povera bambina è stata travolta da uno tsunami di una famiglia indifferente ed allargata, dove ogni membro pensava
più al proprio di tornaconto piuttosto che al benessere della piccola. Per
questo le avrei dato maggiore rilevanza.
Sullo stile della Bley niente da dire, si esprime in maniera impeccabile
e fluida. È facile dunque restare incollati alle pagine senza accorgersi del
tempo che scorre. Sui contenuti, invece, spero che il prossimo capitolo
dedicato alla Tamm colmi quei vuoti mancanti in “Segreto di famiglia”.
COPERTINA: 6
STORIA: 7
COINVOLGIMENTO: 8
STILE: 7
______________________________________
VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 7
A Stoccolma è un freddo e piovoso venerdì di maggio, quando
la piccola Lycke, di soli otto anni, scompare improvvisamente nel centro della
città.
La rete televisiva nazionale si lancia subito sulla notizia
e manda sul campo un’inviata specializzata in cronaca nera, Ellen Tamm. Chi ha
visto Lycke per l’ultima volta? Chi sono i suoi genitori? Il padre e la madre
di Lycke sono separati ed è stata la nuova moglie del padre ad accompagnare la
bambina al centro sportivo, dove se ne sono perse le tracce. La donna, madre a
sua volta da poco, racconta la sua versione dei fatti, ma ci sono delle zone
d’ombra nella testimonianza. La tata che ha cresciuto la bambina è chiusa nel
dolore. La madre di Lycke invece è imperscrutabile, soffre ancora il peso del
divorzio e di una depressione post partum mai affrontata. Il padre, dal canto
suo, non si dà pace. Nel frattempo Ellen si impegna in una ricerca spasmodica,
nonostante la corruzione della polizia, i sempre più strani comportamenti dei
genitori di Lycke e le frecciate velenose dei colleghi. Ma ha deciso di fare il
possibile per fronteggiare la situazione da vera professionista, perché questo
caso le ricorda da vicino ciò che conosce sin troppo bene: segreti di famiglia,
bugie, inganni che la obbligheranno a confrontarsi con il proprio doloroso
passato, mentre le speranze di ritrovare la bambina scomparsa si assottigliano…
AUTORE: Mikaela Bley
EDITORE:
Newton
Compton Editori
NAZIONE: Italia
ANNO: 2016
PAGINE:
352
Anaelle Halley
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