Seconda tappa del blogtour organizzato da Piemme dedicato al romanzo di Paola Barbato: Non ti faccio niente.
Questo il calendario completo:
15 giugno - La recensione Milano nera
19 giugno - Le due anime dell'autrice, 50/50 Thriller
23 giugno - L'ispirazione per il romanzo, Il giallista
28 giugno - I personaggi, Katep
Lei è anche un’autrice di Dylan Dog, come vive queste due diverse anime?
Lo sono, sono come due discipline olimpiche molto simili eppure lontane, come lo slalom e la discesa libera. Si tratta sempre di neve, di scrittura, ma viene affrontata in maniera totalmente diversa. Disciplina assoluta con la sceneggiatura, che ha regole precise, una tecnica di base imprescindibile, limiti di spazio e di tempo da bilanciare al massimo. Libertà quasi totale la narrativa, con tutti i rischi annessi, compreso quello di perdere equilibrio nella storia. Vivo entrambe con passione, mi piacciono,mi diverto, coesistono perfettamente, come l'amore per gli spaghetti e quello per la pizza. Sono due approcci diversi alla stessa materia, non si toccano mai ma si guardano spesso.
SINOSSI: 1983. L'uomo seduto nella macchina blu è nuovo di quelle parti, ma Remo non ha paura, non sa che cosa sia un estraneo. L'uomo ha tra le mani un passerotto caduto dal nido, almeno così dice, e chiede a Remo di aiutarlo a prendersene cura. Il bambino, sette anni passati quasi tutti per strada, che i genitori hanno altri pensieri, non esita neppure per un attimo. E sale. Tre giorni dopo viene restituito alla famiglia, illeso nel corpo e nell'anima; racconta di un uomo biondo, bellissimo, che lo ha riempito di regali e che ha giocato con lui, come nessun adulto aveva mai fatto. Non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima. Trentadue bambini in sedici anni. Tutti tenuti per tre giorni da un uomo che cerca di realizzare i loro desideri e li restituisce alla famiglia, felici. Quando la polizia comincia a collegare i rapimenti lampo, l'uomo scompare.
2015. Il padre di Greta non è mai arrivato una sola volta in ritardo a prenderla. Ma lo sgomento negli occhi della maestra gli fa capire che qualcosa non va, perché Greta a scuola non è mai entrata. Scompare così, la figlia di Remo Polimanti, come lui era scomparso trent'anni prima. Anche lei viene subito restituita alla famiglia, ma priva di vita. Greta non è che la tappa iniziale di una scia di sangue che collega i figli dei bambini rapiti anni prima. Ma perché il rapitore "buono" si è trasformato in un assassino? O forse c'è qualcuno che intende emularlo. O sfidarlo. O punirlo.
In un'inquietante e tormentata danza di ombre e luci, Paola Barbato ci conduce fin dentro le nostre paure più grandi, facendo sanguinare ferite mai guarite davvero.
Classe 1971, milanese di nascita, bresciana d'adozione, prestata a Verona dove vive con il compagno,...
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