Sangue e
misteri occulti all’ombra della Mole
TORINO - Nella nebbia
fitta della città sabauda si aggira indisturbato uno spietato
assassino con le mani sporche di sangue. Ha mozzato la testa al
direttore del museo Lombroso e l’ha esposta accanto a tutte le
altre, a scopo dimostrativo.
Si
apre con questo scenario orrifico “Il diario Lombroso e il killer
dei musei” il giallo d’esordio di Enzo Orlando, pubblicato da
Bonfirraro editore, che promette di far tremare tutta la città,
svelando misteri mai rivelati.
Il commissario Moretti
darà, infatti, inizio all’indagine che in un primo momento si
concentra su un gruppo di meridionalisti e neo-borbonici dell’ultima
ora, scatenatisi sui social con commenti feroci contro Lombroso e il
Risorgimento, ma la faccenda via via appare molto più complicata di
quanto si possa pensare e coinvolgerà personaggi noti nel mondo
delle arti occulte…
Dipanandosi fra le
misteriose e suggestive vie lungo il Po, Il diario Lombroso è
un complesso thriller dal ritmo cinematografico, originale,
incalzante e con tinte a forti caratteristiche horror che lascerà il
lettore disorientato, senza fiato.
Orlando
è un noto architetto torinese – lavoro che gli consente di la
esprimere la sua fervida immaginazione - ma possiede delle indelebili
origini partenopee. E sta proprio in questa dicotomia, infatti, la
forza del romanzo, ricercato e voluto fortemente dall’editore
Bonfirraro tra le centinaia di manoscritti. «Oltre a essere ben
scritto, ricchissimo di suspence e colpi di scena, il giallo
sintetizza in sé quanto ancora siano forti i pregiudizi contro i
meridionali, ben oltre i 150 dall’Unità d’Italia.
Ci battiamo da sempre
contro questi stereotipi, in nome di un’unificazione che purtroppo
ancora rimane sulla carta, mentre le differenze vengono spesso
strumentalizzate per scopi politici. La letteratura ha questo potere,
che ormai gli altri media hanno perso: induce alla riflessione e
getta luce su problematiche che sembrano superate, ma lo sono
soltanto superficialmente».
Per l’autore si tratta
di un vero e proprio esordio letterario: come ha più volte ribadito,
la scrittura è arrivata in un momento successivo, strizzando
l’occhio ai due maestri del giallo italiano, Fruttero e
Lucentini e dopo essersi nutrito per anni, da inguaribile cinefilo e
musicista, del cinema di Dario Argento, Hithckock e Brian De Palma.
«Da quando mi sono
trasferito in questa città, mi ha da sempre affascinato il suo
aspetto esoterico – confida l’autore – un luogo come pochi al
mondo, dove coesistono i poli della magia nera e della magia bianca e
i recenti fatti di cronaca hanno visto come protagonisti alcuni maghi
che in realtà erano degli stupratori seriali di giovani ragazze
incoscienti, provano come la tematica legata al sovrannaturale faccia
presa in città».
dell’indagine nella
città è decisamente interessante e conquista; sembra di seguire
nella città lo scorrere degli avvenimenti, le difficoltà di
integrazione storiche tra sud e nord, forse mai risolte del tutto, le
zone di passeggio e di incontro, le tradizioni dei torinesi. Il tutto
ovviamente “condito” dalle componenti esoteriche e spiritiche,
massoniche, di una città che, almeno per pochi punti che ho sfiorato
lavorandoci in passato, lascia sempre il dubbio che “sia vero”…
«Nel libro l’atmosfera
del giallo e dell’indagine nella città è decisamente interessante
e conquista - dice Rastelli, che lo legge e l’approva in anteprima
- sembra di seguire nella città lo scorrere degli avvenimenti, le
difficoltà di integrazione storiche tra sud e nord, forse mai
risolte del tutto, le zone di passeggio e di incontro, le tradizioni
dei torinesi. Il tutto ovviamente “condito” dalle componenti
esoteriche e spiritiche, massoniche, di una città che si presta bene
a questo tipo di ambientazione – rimane in dubbio infatti che sia
“tutto vero”. Inedita, inoltre, la prospettiva dualistica nord e
sud, un’interessante alternativa (o contrapposizione) alle indagini
del commissario Ricciardi, il napoletano inizio secolo di Di
Giovanni».
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