La città parla. E solo io posso sentirla.
Hanno detto dei libri di Rosanna Rubino:
“Rubino costruisce un racconto in cui confluiscono alcuni degli elementi più vistosi della nostra contemporaneità: la società multietnica, la finanza, la crisi sociale”. Francesco Durante, Il Mattino
“Rosanna Rubino impasta migrazioni, crisi economica e tensioni sociali sullo sfondo di Milano. Un romanzo con la trama ben congeniata, che alla fine sfocia nel noir, e con coerenza di tono”. Matteo Giancotti, Corriere della Sera
“Un noir esistenziale avvincente e toccante”. Maria Simonetti, L’Espresso
“Un romanzo che punta con coraggio su un linguaggio di sottrazione piuttosto che di semplice accumulazione, riuscendo a creare un contesto in perenne equilibrio fra reale e surreale, fra vero e immaginato, concreto e intangibile. Via avanti sino al finale cui la Rubino ci guida per mano innescando un repentino cambio di ritmo narrativo, sino a sfiorare il sincopato di un assolo jazz”. Francesco Musolino, Satisfiction
“Un thriller complicato e avvincente”. Gioia
Un protagonista fortissimo. Un emarginato dalla società che diventa eroe suo malgrado, come in Lo chiamavano Jeeg Robot.
La sua malattia, l’iperacusia, è per lui fonte di sofferenza continua
ma è anche il suo superpotere.
Milano, tredici anni fa
Chon ha dodici anni e l’udito di un pipistrello. Riesce a cogliere un bisbiglio anche a distanza di trenta metri. Ecco perché, quando sente due uomini correre su per le scale del palazzo in cui vive e sfondare la porta di casa, si nasconde e resta immobile sotto il divano. I due non si accorgono di lui e cominciano a sparare. Chon diventa l’unico sopravvissuto all’agguato nel quale perde la vita tutta la sua famiglia. Preso in custodia dalle forze dell’ordine, aiuta il Fermo, giovane sottotenente del Nucleo investigativo, a individuare i killer tramite il riconoscimento delle loro voci. Ma quando sta per essere trasferito in un istituto per minori orfani, Chon si sottrae al suo controllo e fugge. Si infila in una stazione della metropolitana e resta nelle sue gallerie sotterranee per sessantatré giorni, senza mai vedere la luce. È qui che incontra Lara, una ragazzina della sua età, che è appena scappata di casa. Resteranno insieme lì sotto, cibandosi di snack e rifiuti, fino a quando settimane dopo verranno scoperti e separati per sempre.
Milano, oggi
Chon ha venticinque anni. Vive in una villa abbandonata alla periferia di Milano e lavora come saldatore nel cantiere di due grattacieli di lusso, la Torre Ghiaccio e la Torre Vento. Lassù, dove l’aria arriva spesso a 0 °C, la velocità del suono raggiunge esattamente i 331 metri al secondo. Col passare del tempo il suo udito si è fatto più potente: Chon è condannato dalla sua iperacusia a sentire ogni voce di gioia o dolore che si solleva dal suolo, la città è una sorgente di rumori intollerabili. Ed è per questo che Chon è diventato un informatore del Fermo, promosso nel frattempo vice capo del Nucleo Investigativo. Chon se ne va in giro per Milano tenendo le orecchie aperte. Ascolta i dialoghi della gente, e i loro crimini. Quello che nessuno sa è che Chon da dodici anni aspetta l’uscita di galera dei killer dei suoi genitori. Quel giorno è arrivato. Ma è arrivato anche il momento in cui, improvvisamente, Lara ricompare davanti a lui, bellissima ed eterea.
ROSANNA RUBINO
Nata a Napoli, vive a Milano. È architetto, appassionata di fotografia, giramondo per passione. Ama scrivere nei bar, in mezzo alle persone. È mamma di una bimba di nome Sophie.
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