New York, ore 23:30.
Gli ultimi colpi di pennello sulla tela e poi le solite garbate parole di congedo: “Grazie Sara, sei stata
molto gentile a farti ritrarre fino a quest’ora tarda della sera, ora puoi andare. Il taxi passerà a
prenderti entro pochi istanti. A domani”.
Miriam è fatta così; dopo aver finito il proprio lavoro, non si abbandona a complimenti o chiacchiere
che reputa superflue, ma ringrazia le sue modelle, chiama loro un taxi e si preoccupa solamente di
accompagnarle alla porta il più in fretta possibile.
Ciò che conta, per lei, è quel quadro al quale sta lavorando da una vita e che sembra essere la sua
unica vera fonte di energia e di entusiasmo.
Ha inizio con queste parole l’incontro con Miriam Beckywhite, una donna di trent’anni ossessionata dal
sogno di ritrarre su tela una bellezza perfetta.
La verità è che nessuna modella può incarnare nella sua interezza ciò che lei vuole ed è compito
dell’artista catturare da ciascuna di esse tanti piccoli dettagli che, uniti tra di loro, rendano il tutto il
complemento stesso dell’assoluta perfezione.
A nulla importa se questo sconvolgerà le tranquille esistenze di alcune ingenue ragazze, la cui unica
colpa risiede nell’inadeguatezza dei loro corpi a rispecchiare, nella totalità, la purezza ricercata da
Miriam.
Sulle loro tracce si muoveranno Delanoy Fox e John Smith, una coppia di ispettori del Dipartimento di
Polizia del Greenwhich Village a New York.
Le indagini dei due poliziotti incaricati di indagare sulla scomparsa di Jenna, Sara e Glenda offrono al
lettore il ritratto di una donna gravemente malata e sofferente che, sentendosi responsabile della morte
precoce della gemella, cerca di riscattare la propria inaccettabile colpa attraverso l’unica cosa che dà un
senso alla propria esistenza: dipingere.
Il tempo a disposizione di Miriam si sta però esaurendo; delle persone malvagie stanno minando il suo
ambizioso progetto, impedendole di inserire quell’ultimo, prezioso, tassello nel mosaico che è già
indelebilmente impresso nella sua mente.
Attorno a lei, in un crescendo di misteri e colpi di scena, ruotano varie figure enigmatiche, che
riveleranno una personalità tragicamente plasmata da un doloroso passato. Una su tutte: Gregory Foster,
il patrigno che Miriam non ha mai amato e che ne ha segnato i passaggi più bui.
Potrà una donna, i cui occhi velati di malinconia sfuggono di fronte alle attenzioni di chi vorrebbe
conoscerla meglio, liberarsi dalle angosce più profonde e portare a compimento la propria missione?
E potranno un poliziotto sull’orlo della pensione e il suo collega di sempre accusare, d’un sol colpo, la
stanchezza di una vita spesa a combattere il male fino a trovarsi desolatamente impotenti?
L’ultimo tassello è una rincorsa contro il tempo, che scava negli animi dei personaggi per condurci
attraverso un caso che si va infittendo giorno dopo giorno.
Le storie dei protagonisti s’intrecciano in un viaggio nella memoria che rievoca i giorni più felici di
Miriam e della sua amata gemella Mary, quando la loro vivacità rendeva impagabili i momenti di
spensierata routine vissuti nella grande casa di campagna. Ora, solamente dipingere sembra essere
l’unica ragione di vita di quella donna.
L’ultimo tassello è qualcosa di molto prossimo, ma, solo dopo una ricerca che metterà a dura prova la
giovane pittrice e che cambierà per sempre l’esistenza di molte persone, verrà svelato da ogni
angolazione e contribuirà a delineare un destino che è ormai irrimediabilmente tracciato.
Federico Musazzi, classe 1976, è nato a Milano dove vive ancora oggi con la moglie e i tre figli. Ingegnere, da sempre nutre una passione sconfinata per il genere thriller, sia nei libri sia al cinema. L’ultimo tassello è il suo primo romanzo.
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