Dalla presentazione ad oggi sono cambiate un bel po' di cose. Il cortometraggio innanzitutto è prontissimo, in secondo luogo ha già collezionato 152 premi. Li potrei elencare tutti, ma ai nostri amici italiani basterà sapere che Lion è stato candidato nella sezione corti al David Donatello 2018.
Davide è riuscito in dieci minuti a realizzare un meravigliosa pellicola horror dai risvolti psicologici.
La trama in sintesi ci racconta di Leon, un bambino di 8 anni come tanti alle prese con un dramma personale e famigliare. Padre ubriaco, madre passiva. Ma non solo...
Naturalmente non vi accenno altro, per non farvi perdere il finale con il relativo colpo di scena tutto da interpretare.
Davide rinchiude i suoi protagonisti in uno chalet isolato in una foresta, regno dominato dal leone, per antonomasia il re della foresta.
Un'atmosfera claustrofobica che ci immerge in una storia da subito interessante, anche in virtù delle ottime scelte tecniche. Il cast composto da Pedro Sanchez (Leon), Michael Segal (Jeff) e Tania Mercader (Amanda) spicca sin da subito per bravura; così come impeccabili sono la regia e la fotografia; ipnotiche e malinconiche le musiche, che in questo caso valgono più di mille parole.
Potrebbe sembrare un ottimo compitino ben confezionato e null'altro, invece no... Quello che colpisce ancora di più di Lion è il messaggio implicito che il cortometraggio porta con sé, un lavoro dal forte impatto sociale che va a scandagliare un tema molto delicato...
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