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È così che si muore segna l’atteso ritorno di Giuliano Pasini in libreria. Il romanzo narra proprio di un ritorno, quello del commissario Serra a Case Rosse. Roberto è un personaggio ormai familiare al pubblico dei lettori e molto amato. Il suo tratto distintivo è la propria umanità, con tutte le debolezze che ciò comporta. Soffre di un male oscuro, la Danza, che ogni volta lo lascia senza forze, ma, allo stesso tempo, gli fa intravedere scenari altrimenti destinati a rimanere ignoti. Nonostante sia conosciuto dagli abitanti del borgo, viene ancora considerato uno ed fora. In questo romanzo è affiancato da un’altra figura problematica, Rubina Tonelli. Pian piano apprendiamo le sue vicende e le sue “perversioni”, mentre Serra ne resta all’oscuro. In tal modo i due raggiungono un certo equilibrio e portano avanti il caso, anche se i dèmoni personali continuano a tormentarli. Fra le altre cose, va segnalata la commovente dedica iniziale dell’autore alla mamma scomparsa e l’omaggio che ha voluto farle con il personaggio di Nives Benedetti. In concomitanza con l’uscita del romanzo in questione, la Piemme ripropone in una nuova veste l’esordio di Pasini, Venti corpi nella neve, che è anche la prima indagine di Serra a Case Rosse. Lancio, infine, un appello all’autore: caro Giuliano, so che non dipende (solo) da te, ma non farci aspettare troppo a lungo per la prossima avventura.
Recensione a cura di Massimo Ricciuti
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