Recensione L'altare della paura - Jean Christophe Grangé


Ogni volta che devo recensire un nuovo romanzo di Jean Christophé Grangé non posso non rammentare il debito enorme che ho nei suoi confronti: la mia passione per i romanzi thriller è dovuta in larga parte alla sua produzione passata. Tra i miei libri preferiti di sempre ci sono infatti: Il giuramento, la linea nera, Amnesia.
Dal 2012 tra me e Grangé però qualcosa si è rotto, come "un grande amore che finisce". Il respiro della cenere ha rappresentato il primo stop dell'autore che da quel momento ha prodotto (secondo i miei gusti) thriller molto sottotono, che non mi hanno lasciato niente.
Non è esente da questa mia considerazione: L'altare della paura, romanzo del 2020 che ho iniziato parecchi mesi fa, interrotto, ripreso, interrotto nuovamente fino ad arrivare alla conclusione.
Questo sintetizza il poco coinvolgimento che ho avuto con questo romanzo, secondo me molto noioso fino ad un finale accettabile. 
La trama era anche interessante: una comunità arroccata, senza peccato e dedita a lavori agricoli che si trova coinvolta in un omicidio. Ad indagare ci sarà Pierre Niemans, già conosciuto ne I fiumi di porpora.
Lo sviluppo come detto balbettante ed a tratti noioso.
Nella mia libreria di Grangé restano da leggere: Il concilio di pietra (2000) e La maschera di marmo (2022).. secondo voi quale leggerò per primo?

Voto 5,5

Commenti